Regola numero 3: impara a difenderti da bastardi, carogne, persone mediocri e da quelli che sono semplicemente stupidi

difendersiDifendersi e sapersi difendere rispetto a ogni tipo di rottura di scatole e di abuso o uso improprio di sé, delle proprie emozioni, dei propri averi: già il titolo dice tutto. Se ti interessa approfondire, continua  a leggere. Ti sarà d’aiuto.

Domanda: “Com’è che così all’improvviso tiro fuori una “regola numero 3”“? E la regola numero 1 e numero 2 dove sono andate a finire? Molto semplice: voglio enfatizzare e calcare la mano su una competenza che –  all’apparenza e formalmente – viene sottovalutata, sminuita e addirittura dimenticata. Difendersi e sapersi difendere è una abilità fondamentale per essere felici e per avere delle relazioni (di coppia e anche non di coppia) molto costruttive e serene.

Sei scettica? Ti senti turbata da quel che scrivo? Ti sembra tutto molto poco poetico e molto poco romantico? Ti sembra troppo crudo? Vediamo un po’.

"Molti desiderano ammazzarmi. Molti desiderano fare un’oretta di chiacchiere con me. Dai primi mi difende la legge. K.Kraus"

Intanto facciamo un piccolo passo indietro, per dare qualche chairimento. Sì, perché, in estrema sintesi, la regola numero 1 è: sii indipendente, cioè impara a provvedere a te stessa e dipendere solo da te stessa sia dal punto di vista emotivo, sia dal punto di vista materiale.

La regola numero 2 è: sii autonoma, cioè pensa con la tua testa, non permettere agli altri (famiglia, amici, tv e giornali) di condizionare la tua vita e il tuo comportamento, le tue scelte e le tue decisioni.

E poi, c’è la regola numero 3, quella sulla quale ci stiamo concentrando in questo momento, è che è importante tanto se non di più della regola numero 1 e della regola numero2: impara a difenderti.

Difenditi dagli altri. Difenditi dalle debolezze altrui, evita di diventare la vittima di persone cattive, perverse o semplicemente inconcludenti e prive di buon senso e di buona educazione che, “semplicemente”, scaricano su di te i propri problemi e le conseguenze disastrose della loro incapacità di stare al mondo.

Difendersi: la via per la serenità personale

Il mondo è affollato di persone dotate di poco buon senso e di poca o nulla educazione (cioè persone che non hanno ricevuto o non hanno “recepito” un adeguato supporto educativo dalla famiglia, dalla scuola o da altre istituzioni). Persone che sono “de’ coccio” e proprio non capiscono che cosa è utile o non è utile per vivere e muoversi nel mondo e tra gli umani in modo sereno, senza rompere l’anima agli altri e senza rovinare la vita a se stessi e al prossimo.

Il mondo è affollato di persone che non sanno fare bene il proprio lavoro o non hanno voglia di farlo, che non sono preparate alle relazioni e che non sanno costruirle e mantenerle, che non sanno avere a che fare con gli altri e dunque non si pongono dei “limiti” quando entrano in una relazione, di qualsiasi genere essa sia.

Il mondo è affollato di persone che non sanno stare al mondo e che vorrebbero trascinare anche gli altri, giù nel loro gorgo di mediocrità, di pressapochismo, di “lasciarsi vivere”.

E’ una regola della natura: ci sono più persone mediocri che persone eccellenti a questo mondo. E’ un dato di fatto, di cui devi assolutamente prendere atto, non solo se vuoi un rapporto di coppia felice, ma anche se vuoi un’esistenza felice in tutti i suoi aspetti.

Difendersi e procedere per la propria strada: un atteggiamento intelligente

Nel mio articolo dedciato a come diventare stronza, in quello dedicato a come usare il cinismo e in quello dedicato a come trovare l’amore comportandosi da persone adulte, spiego bene come sia importante “proteggersi sempre” e non perdere il proprio tempo e le proprie energie con persone inconcludenti, che “succhiano” risorse e non danno nulla in cambio.

So anche che molte lettrici, probabilmente, si stanno scandalizzando nel leggere queste mie parole. Probabilmente si stanno chiedendo: “Ma come, Ilaria, mi stai dicendo di diffidare degli altri, di pensare male, di adottare un atteggiamento mentale negativo verso la vita e verso le relazioni?”

No, io ti sto solo invitando a dare la massima importanza a te stessa, alla tua vita, ai tuoi obiettivi, alla tua serenità, alla tua voglia di stare bene per davvero.

Ritengo che se le donne impiegassero tutto il tempo e le risorse che impiegano nel tentare di fare decollare storie sbagliate, che non hanno ali e mai le metteranno, con uomini sbagliati, dico, appunto, se impiegassero questo tempo e queste energie a se stesse e a coltivare la propria fortuna, esistenziale, professionale e anche economica, potrebbero vivere la felicità di nove vite e non di una sola.

Il fatto è che, oltre a rifugiarsi talvolta nella fantasia di un amore da sogno, molto spesso allontanandosi mille miglia dalla realtà della vita di tutti i giorni, molte donne si comportano da bambine ingenue, mostrando un candore e una sprovvedutezza sorprendenti. Parlo delle relazioni in generale e non solo di quelle con gli uomini.

Ti sei mai chiesta perché il personaggio di Cappuccetto Rosso è rappresentato da una bambina e non da un bambino?

Chissà come mai la tradizione popolare ha portato all’invenzione di una figura del genere, al femminile?  Le ipotesi sono due: o sono le “bambine” a cadere più facilmente in certe trappole, o non faceva bello far fare la parte dell’ingenuone a un bambino.

Che ne pensi?

Difendersi, con coraggio, senza paura, senza esitazione

Dove voglio arrivare con tutto questo discorso? Voglio buttarla sul negativo e dire che il mondo è pieno di cattivoni e che tu rischi di essere mangiata dal lupo e quindi è meglio che non ti fidi di niente e di nessuno? Voglio dirti che devi avere paura degli altri e aggirarti per il mondo terrorizzata da quello che la gente là fuori può farti di male?

"Quanto più siamo forti, tanto meno probabile è la guerra. Otto von Bismarck"

No, non voglio dire questo. Non intendo farti perdere la fiducia negli altri e nel futuro. Penso che per fidarsi e per avere fiducia, bisogna avere fiducia soprattutto in se stesse. Bisogna, cioè essere forti e accorte, attente e concentrate sul proprio bene. Sicure di sé e sgamate.

E’ come dire: chi è ingenuo, meglio che non si fidi. Chi cammina con sicurezza sulle proprie gambe, può tranquillamente fidarsi. Dato che sa bene come difendersi, come proteggersi, come distinguere chi prende senza dare e se ne approfitta, da chi intende instaurare una vera relazione di scambio alla pari.

Se sei ingenua, non fidarti degli altri. Se sei una donna scafata, fidati fin che vuoi. Sembra un paradosso, vero? Eppure è un paradosso molto utile. Solo le persone attente possono prendersi dei rischi. Questo accade molto spesso nella vita pratica: solo se sai saltare molto bene – e cadere senza farti male – puoi fare il salto mortale. Altrimenti meglio che ti fai un semplice giro in bicicletta, evitando gli sterrati.

Chiaro il concetto?

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Guarda, queste considerazioni possono anche darti molto fastidio e più fastidio ti danno, più penso ti sia utile soffermarti un attimo a pensare.

"Noi diventiamo veramente umani quando tendiamo le braccia e rischiamo e ci fidiamo degli altri. L. Buscaglia"

Dunque, quel che ti sto dicendo è che: è importante evitare le relazioni sbagliate, con uomini incapaci di amare, come il dongiovanni (o il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino etc. etc.) ed è altrettanto importante anche evitare o per lo meno dare un fermo, contenere e limitare tutti coloro che a vario titolo o secondo varie modalità “abusano” di te, cioè vogliono approfittarsi del tuo tempo, del tuo denaro, del tuo corpo.

E’ nel tuo tempo, col tuo denaro, con il tuo corpo che attraversi la tua vita: non sono risorse che devi sprecare, non sono risorse che devi dare in pasto al primo o alla prima che capita.

Il fatto è che molto spesso le donne che amano troppo, quelle che sono abbonate a soffrire per amore, hanno un altro comportamento collaterale dannoso per loro: si fidano e si affidano agli altri, senza interrogarsi a sufficienza, senza indagare a sufficienza, in sostanza: senza pensare a difendersi.

E diventano terra di conquista e di rapina, per chi non ha scrupoli e/o non ha cervello.

La soluzione? Ce l’hai nella tua testa e nel tuo cuore. Usa la tua intelligenza, usa l’amore per te stessa, comportati in modo intelligente per te, cioè sempre utile e il più possibile vantaggioso. Tutelati e rimani attaccata all’idea di stare bene e di essere felice.

***

E tu che cosa ne pensi? Quali sono le situazioni nelle quali è meglio fidarsi e affidarsi e quali invece le situazioni in cui bisogna tenere le antenne ben alzate?

Che suggerimenti daresti a chi tende a fidarsi troppo? E a chi tende ad fidarsi troppo poco?

***

La comunità de La Persona giusta per Te è attiva anche su Facebook.

Partecipa anche tu. 

Metti il tuo “mi piace” alla pagina.

***

Sei stufa di essere in ansia per amore e vuoi finalmente la tranquillità interiore per essere davvero interessante e realizzare una relazione felice  e serena, con l’uomo giusto per te?

Inizia subito il percorso: I 7 Pilastri dell’Attrazione

***

Ti senti sempre insicura e allora ti fai prendere dalla mania del controllo quando sei con un uomo? Vuoi finalmente liberarti dell’insicurezza e scoprire come capire un uomo per sedurlo e tenerlo legato a te?

Fai adesso il percorso: Come sedurre un uomo senza stress, né per te né per lui

***

Lascia un Commento!

132 Commenti

  1. Avatar di fid

    fid 10 anni fa (21 Aprile 2014 12:50)

    Magari anche Ilaria si difende da noi che le scriviamo, scriviamo, scriviamo...a volte anche lei ci commenta, ci infastidisce con il suo modo di fare, o si sente infastidita da noi...e tutto questo porta al tema della difesa...però ascolta.. e i suoi articoli sanno suscitare commenti, sensi di colpa, incertezze o sicurezze proprio perchè ascolta e rifacendomi al tema dell'amicizia femminile cerca anche di essere amica..e alla fine i suoi post hanno un merito: a volte semplicemente una frase, una sua risposta o un intero post hanno possono indurci a riflettere.. per capire quali sono gli schemi di comportamento che mettiamo in atto nella vita o nell'amore..a me di questo sito o delle persone che lo abitano piace cogliere questo...la rinascita. Buona Pasqua= Buona Rinascita
    Rispondi a fid Commenta l’articolo

  2. Avatar di Dario

    Dario 10 anni fa (21 Aprile 2014 13:41)

    @ Rose, non sono sposato, ma secondo me in generale vale la regola che se si fa sesso con una persona diversa dal compagno/a è un tradimento, per me ci si può accorgere che il matrimonio non funziona, ma bisogna cercare di avere il coraggio di interrompere il matrimonio o la relazione prima di iniziarne un'altra, per rispetto verso l'altra persona (e verso se stessi) e anche perchè così come sembra capitarti la confusione si moltiplica e non sai distinuguere dove stà l'amore o la sbandata, il senso di colpa, la voglia di fuga... se ci aggiungi che pure lui è confuso la situazione diventa inestricabile. @ Cleo, è proprio quello che vorrei sapere, ma mi pare che ilaria si concentri molto sul punto di non colpevolizzare se stessi e saper individuare la responsabilità e l'indisponibilità altrui, il perdono è forse il passo più difficile credo, io comincio a vederne lo spiraglio dopo un anno... mi aiuta considerare che lei non poteva fare diversamente da come ha fatto, che era nella sua natura e che essendoci poca compatibilità era inevitabile che si finisse così... in realtà mi sono colpevolizzato tantissimo, però ora so distinguere il fatto che con me sia stata una bestia quando mi ha lasciato, dal fatto che in sè non sia una persona malvagia e che comunque ho passato dei momenti belli con lei. Credo che riuscire veramente a perdonare se stessi serva anche a perdonare l'altra persona e comprendere come il distacco da quella persona, il lasciarla andare, è la vera cosa con cui fare i conti, non tanto il modo in cui è avvenuto o il perchè e il percome. E all'inizio c'è sempre la sensazione che si può rimediare e che si può riconquistare la persona persa. Ma un rapporto che ha causato molto dolore ha senso? Non è un indicatore evidente che qualcosa non funzionava già da prima?
    Rispondi a Dario Commenta l’articolo

  3. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (21 Aprile 2014 19:46)

    @Cleo e Dario, il perdono si concede a chi lo chiede e lo merita, non a chi deve solo cominciare a far parte del passato. La comprensione deve essere per noi stessi, perché abbiamo dato fiducia a persone sbagliate e dobbiamo evitare che questo ci ricapiti. @Dario, non devi perdonare lei, ma te. Hai fatto un' esperienza importante, non dimenticarla per non ripeterla. L' importante è non scaricare su altre persone gli strascichi di quella storia.
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  4. Avatar di Rose

    Rose 10 anni fa (21 Aprile 2014 22:31)

    Grazie per le vostre risposte.. Si sono confusa, triste, e sicuramente infelice. E si c'è bisogno di un terapeuta. Ci sono stata e non è servito a molto. Caro Dario, sono d'accordo con quello che dici. All'inizio pensavo di avere la situazione sotto controllo, poi ho capito che non era così ed ho provato a sistemare tutto, ma non ce l'ho fatta. Ho cercato più volte di lasciare mio marito. Non ci sono riuscita, perché mi sento in colpa nei suoi confronti, nei confronti delle nostre famiglie. Anche io qualche mese fa avrei detto quello che hai detto tu, eppure a volte la paura di deludere gli altri, di mostrare che qualche cosa nella tua vita è stata un fallimento, ti toglie il coraggio di prendere delle decisioni. Lo so, ci devo lavorare, e mi sto impegnando per farlo ma non è facile quanto dirlo. Tra qualche settimana andrò a vivere in un'altra casa, spero che questo mi possa aiutare a fare chiarezza. @quellali: forse hai ragione, sono solo una delle tante pedine, e me ne accorgo solo ora per vie traverse. Accanto a tutti i suoi comportamenti scorretti ci sono state anche delle dimostrazioni di affetto, mi è stato accanto in un periodo molto triste per via di un lutto in famiglia, mi ha comprato dei regali di compleanno..Per questo mi riesce tanto difficile definirlo solo uno scopatore seriale e mi chiedo se si possa recuperare l'amicizia che pensavo esistere. Ma forse hai ragione. Comunque non intendo più stendermi sotto ai suoi piedi, questo no. Solo che sono obbligata ad avere a che fare con lui, e dopo questa settimana di vacanza mi chiedo come farò a rapportarmi con lui, con quale atteggiamento, con quali risposte ai suoi "Come va? Cos'hai fatto in questi giorni?"
    Rispondi a Rose Commenta l’articolo

  5. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (22 Aprile 2014 9:00)

    @Rose, potrà sembrarti strano quello che scrivo, ma a metterti in questa situazione confusionaria potrebbe essere proprio tuo marito e non il tuo amante attuale. Te lo dico perché sono stata sposata e credo che mai come in quel periodo non avevo assolutamente le idee chiare. Il mio legame in apparenza non aveva alcun problema, o almeno nulla di cui lagnarsi. Ma qualcosa di più profondo non andava bene e io non me ne accorgevo, ma cercavo di compensare con molte amicizie le carenze affettive della coppia. Non ho avuto relazioni extraconiugali, tenevo molto al matrimonio e sapevo che ogni passo sbagliato sarebbe stato il punto di non ritorno. Lui non condivideva nulla con me e non eravamo una coppia, questo l' ho capito molto dopo la mia separazione. La separazione è avvenuta dopo perché invece lui fuori casa ha condotto una doppia vita di cui io per 9 anni non ho saputo nulla. Non c' era una donna nello specifico, ma tante situazioni diverse e quando l' ho scoperto non mi sono capacitata . Ho faticato tanto per realizzare che mio marito fosse diverso da come io lo pensavo o conoscevo, ma evidentemente a livello inconscio questa differenza sostanziale io la vivevo con un malessere profondo che addossavo solo ed esclusivamente a me, per me lui non meritava giudizi negativi e non mi sono mai lagnata di lui come molte mogli consumate fanno. Quando tutto è finito e sono tornata ad essere lucida ed equilibrata, mi sono resa conto di come lo stare con lui mi falsasse tutta la realtà intorno. Non c'è niente da dire, le persone sbagliate, quando entrano nella nostra vita, alterano la percezione delle relazioni che viviamo anche con altri. Sei troppo concentrata sul tuo amante, mentre dovresti analizzare di più il vissuto con tuo marito.
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  6. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (22 Aprile 2014 15:15)

    Ciao Emanuela. Mi ha colpito questo tuo commento in risposta a quello di Rose. L'alterazione delle percezioni. Puoi parlare di più della tua vita matrimoniale, quando e dove riterrai opportuno? Vorrei cogliere le tue considerazioni in merito. Ovviamente se te la senti. Te lo chiedo perché mi hai toccato un nervo scoperto. Sai quando non ti accorgi di una ferita finché non ci finisce la terra e si infetta? Ecco. Io ho ancora delle ferite che non ho preso in considerazione in questi ultimi anni, nonostante tutto, ma sulle quali dovrei iniziare a lavorare. E devo proprio iniziare dall'alterazione delle percezioni in ambito familiare e matrimoniale, secondo un doppio binario. Qualcosa ho scardinato ma ancora non tutto e provo delle ondate di malessere fisico che mi stanno inquietando, sempre più forti. Per cui sento di dover entrare anche nelle ultime stanze buie... Ciao Ilaria, ciao ragazze, mi sentite poco ultimamente ma ci sono. E' che sono in una fase estremamente riflessiva e questo va un po' a scapito della comunicazione. Ilaria, non lo scrivo tutte le volte che lo penso per non essere molesta, ma considera che in media nell'arco di 15 giorni io vorrei erigerti un monumento circa 150 volte. Ecco, tanto per darti la proporzione... Un abbraccio
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  7. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (22 Aprile 2014 15:48)

    :D :D :D :D Oddio... sto soffocando :D :D :D
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  8. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (22 Aprile 2014 16:17)

    Ah ah ah! Come stai soffocando??? Non t'azzardare sai!!! Su, su, riprendi fiato e respira ché io devo continuare a osannarti in pubblico e in privato!!! :-)))
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  9. Avatar di cristina

    cristina 10 anni fa (22 Aprile 2014 22:33)

    ciao sono cristina secondo me la regola generale e' farsi desiderare e non cedere subito come ho letto mi pare qualche ragazza nel blog ha detto che ha inventato una scusa per non uscire ma a quanto pare la regola non funziona con tutti gli uomini ....sono confusa come comportarsi con questi individui? un grazie a tutti coloro che mi daranno una dritta su come attrarli comunque dato che sono incappata in uno di questi .io sono una tenace quando voglio qualcosa tento e ritento ma il lui in questione e' "tosto" e resiste a tutti i tentativi .la ragione mi dice di lasciar stare ma il cuore no .ciao a tutte e ancora auguri di buona pasqua anche se in ritardo a tutte voi e anche a te Ilaria trovo i tuoi articoli molto interessanti grazie mille leggo i tuoi link e i commenti delle amiche con molto interesse alcune storie sembrano proprio simili alla mia .un bacio a tutte ciao da Cristina
    Rispondi a cristina Commenta l’articolo

  10. Avatar di Al

    Al 10 anni fa (23 Aprile 2014 1:05)

    @cristina non c'è una regola... si tratta più di seguire le proprie sensazioni. La persona in questione ti fa capire chiaramente che è interessata o ti trovi a sudarti ogni minima attenzione? Fa delle cose che non ti piacciono? A pelle che sensazioni ti dà? E' uno che odia le donne? Uno che se la prende coi deboli? Che dice delle cose che non ti piacciono? Ti fa sentire in difetto? Come ti senti quando sei in sua compagnia? Ti senti meglio o peggio? In credito o in debito? Rinunci a te stessa per stare con questa persona?
    Rispondi a Al Commenta l’articolo

  11. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (23 Aprile 2014 11:06)

    Chiedo scusa per la lunghezza della storia, ma spero che serva ad altri oltre che a Minou: @Minou, non so quale aspetto in particolare tu vorresti che io approfondissi, cerco di essere completa nei passaggi. Il mio ex marito l' ho conosciuto giovanissima, ero molto sicura di me e del mio aspetto. Ero molto carina e sapevo che lui sarebbe venuto da me senza che io muovessi un capello, e così fu. A me lui piaceva da tanto, anche se inizialmente me la tiravo con lui, praticamente feci la preziosa prima di cedere. Lo sottolineo perché voglio proprio mettere in evidenza quanto mi sentissi sicura e affatto bisognosa, ma non solo con lui. Lui aveva dei problemi in famiglia, suo padre non si preoccupava della moglie e dei figli, ma si faceva serenamente la sua vita senza farsi mancare nulla. Lui trovò in me un punto solido di riferimento che non aveva nel suo nucleo familiare. E io, che comunque ritenevo che a mio modo avessi delle mancanze affettive da parte di mia madre, pensai che delle reciproche esperienze comunque avremmo fatto tesoro per costruire insieme qualcosa di diverso e migliore. Lui non aveva amicizie e non usciva la sera, ma valutai la situazione come puramente contingente al contesto familiare. Siamo stati fidanzati per 7 anni e mi sentivo felice, anche se qualcosa non era perfetta ritenevo di potermici ADATTARE perché trovavo altri aspetti positivi. Mi chiese di sposarci e questo nonostante un ginecologo ci informò che avere dei figli sarebbe stato impossibile, per mia causa, insomma non mi mancava nulla. Di cosa avrei dovuto o potuto lamentarmi? In tutto quel periodo i problemi con la sua famiglia non diminuirono, la madre che intanto si era separata e il fratello chiedevano anche soldi ed erano maleducati nei miei riguardi, comunque mi sentivo protetta da lui quindi non mi intromettevo, mi BASTAVA che lui continuasse a volermi bene per sentirmi difesa e al di sopra di ogni cosa. Continuavo a frequentare l' università, ma lui non volle mai condividere le mie amicizie, maschili o femminili che fossero. Questo mi creò i primi problemi, perché non era facile uscire da sola con un amico per prendere un caffè insieme, questo generava equivoci anche nell' altro. Io mi sentivo invece BISOGNOSA di relazioni umane sane, il suo contesto familiare mi stava consumando. Stare con altre persone mi riequilibrava, ma non uscivo la sera con gli altri perché lui non sarebbe venuto con me e non volevo presentarmi sola. Invitavo spesso gli amici a casa, ma lui usciva e andava da sua madre...A volte se ne usciva anche se a venirmi a trovare era un solo amico e io restavo sola con l' altro. A questo punto non mi rendevo conto di come lentamente ero scivolata in una situazione di squilibrio totale, gli altri avevano un' importanza vitale per me, esagerata e inappropriata, erano il mio ossigeno per continuare a star bene nel mio matrimonio. Ma questo dall' esterno a volte generava e mi esponeva ad equivoci e in alcuni casi ho dovuto troncare delle amicizie . Dopo 4 anni di matrimonio così impostato e senza l' aiuto di luminari vari, rimasi incinta. Decisi di dedicarmi ad una vita diversa ( nella precedente mancava molto, ma compensavo, nella nuova trovai il vuoto ) e alla maternità. Cominciai a notare non solo quanto lui non ci fosse, e nessuno riempiva più il suo vuoto, non c' erano falsi inganni affettivi come avevo abilmente creato prima. Lui sembrava felice di comunicare a tutti che anche lui era diventato padre e pareva collaborare con me nel gestire la famiglia che dopo pochi mesi si allargò ulteriormente. Quindi c' era una situazione all' esterno impeccabile e una interna alla coppia inesistente. Io vivevo per quella parte oggettivamente indiscutibile...
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  12. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (23 Aprile 2014 11:06)

    ...Un giorno di punto in bianco finì tutto. Quando i bambini erano ancora piccoli, solo 3 ( la piccola ) e 4 anni ( il maschietto ), iniziò a fare dei discorsi "nuovi", aveva delle opportunità, diceva, e non voleva perderle, il solito treno che passa una volta sola nella vita, diceva. Lui voleva il treno e io potevo liberamente scegliere di lasciarglielo prendere e accettare. Disse che gli faceva comodo avere un lavoro ( la mia azienda ), una famiglia, macchine e altro e che non voleva perdere questi vantaggi, ma voleva che accettassi anche il suo voler divertirsi in altro modo. Ero incredula. Lui voleva fare esattamente quello che suo padre faceva in casa con loro, con me e i miei figli. Gli dissi che credevo che l' esperienza con suo padre lo avesse fatto soffrire tanto da non ripetere proprio quelle azioni e lui mi disse, dopo 16 anni, che non avevo capito niente che lui con suo padre ce l' aveva solo perché mentre suo padre faceva la bella vita non consentiva anche a lui di fare lo stesso. Io ero servita a lui solo ed esclusivamente per avere una posizione economica che gli consentisse di svincolarsi da una famiglia che non gli dava opportunità, " ma non è che ora, per stare con i bambini, devo venire a letto con te! "... Non mi aveva mai amata o soltanto voluto bene. Una notte, per la prima volta in 16 anni, presi il suo cell e lo lessi " ti voglio bene" diceva un suo messaggio a una ( in 16 anni non lo aveva mai detto a me, ma io credevo che lui fosse così ) che lo stava aiutando a sbarcare il lunario inserendolo in un' azienda più grande della nostra... svenni! Affrontai la situazione, ma lui negava l' evidenza e iniziò a umiliarmi sempre di più, non valevo niente, i miei interessi ( studiare, leggere libri ) erano roba per perditempo, meglio essere scaltri nella vita ( come lui del resto ), mi motteggiava per ogni cosa e tutte erano meglio di me e io non rispettavo nemmeno la sua privacy! lo buttai fuori di casa ( mia ). Mi fece ogni genere di guerra anche lavorativa. E io non capivo il perché di tanta rabbia nei miei riguardi, avrei voluto delle scuse invece. Valevo davvero così poco? In 16 anni di " terapia" con lui ero passata da ragazza che non aveva bisogno di aprire la bocca per fermare il mondo a donna che si stupiva di una gentilezza qualunque magari frutto solo di buona educazione ( in questo era alterata al massimo la percezione dell’ altro ), non sapevo chi fossi o meglio, se qualcosa ero non dovevo essere sicuramente qualcosa di buono se un uomo che aveva vissuto con me 16 anni mi disprezzava in quel modo. Scoprii tante altre situazioni mortificanti , ma tralascio. Ho perso la certezza di saper riconoscere gli altri e il mio valore. Non mi ero accorta di tante cose in tutti quegli anni e me ne vergognavo. Non parlavo con nessuno delle cause della mia separazione. E’ cambiato tutto intorno a me, avevo bisogno di confidenza, ma diffidavo, volevo dolcezza, ma aggredivo. Dopo una lunghissima pausa da ogni storia ( a quel punto una peggio dell’ altra perché non volevo una storia, ma conferme ) ho ripreso consapevolezza di me e del mio valore,un lungo percorso fatto da sola, ho iniziato in parte a fare quelle cose che non facevo più perché stavo con lui, ho preso i miei figli e ho viaggiato, ho ripreso a leggere, sono tornata ad essere una persona “ normale”. I miei figli, che ho cresciuto da sola ( la sua famiglia non ha mai chiamato nemmeno una volta anche solo per far loro gli auguri per il compleanno o per Natale ) sono in gamba, mi vogliono bene. Oggi non mi manca un uomo, non lo cerco. Cerco di mantenermi stabile. Se un giorno dovessi per puro caso incontrare una persona che non abbia bisogno di me, quanto io non avrò bisogno di lui, ma semplicemente voglia star bene come io voglio continuare a star bene, allora ne potremo parlare. Ho costruito a fatica il mio equilibrio, sento quando mi si vuol fare lo sgambetto e mi svincolo, come è successo l’ ultima volta. Il senso di colpa non aiuta e il bisogno nemmeno, bisogna essere adulti.
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  13. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (24 Aprile 2014 9:32)

    Ti ringrazio tanto Emanuela. Mi ritrovo in molti punti della tua storia. Anche io ho subito un lungo trattamento di lobotomia affettiva da parte del mio ex marito. Ma non partivo da una base salda come la tua, probabilmente. Io lui l’ho accolto fin da subito come l’eroe. Prima di lui avevo avuto innumerevoli storie, in un crescendo drammatico da adolescente irrequieta ed esibizionista. Anche io a un certo punto, dopo la fine del matrimonio, ho avuto la spasmodica necessità di cercare delle conferme. Ho alienato il dolore con la distrazione, creandomi piccole e gestibili ferite emotive, per evitare quelle immense, troppo schiaccianti per me per ragionarci su. In realtà l’origine delle mie ferite è precedente le mie storie sentimentali. Ed è lì, in ambito familiare, che devo guardare per capire la genesi delle percezioni alterate. Maledette percezioni alterate. E devo farlo, perché ormai è anche il mio fisico che grida vendetta. Anche io voglio vivere sola ora. E finalmente lo dico senza sentire il bisogno di giustificarmi. Non riesco nemmeno a immaginare di avere una storia con un uomo. Io che da quando avevo 12 anni non sono stata mai più di un mese senza un compagno, io che ho collezionato uomini e rapporti, a ciclo continuo, all’idea di avere un compagno vado in tilt. La libertà del mio corpo, la libera espressione, la realizzazione dei miei desideri, la gratificazione dei miei bisogni, l’accettazione vera e profonda e intima di me… sono tutte cose che ora, e solo ora, riesco a percepire. E per appropriarmi finalmente di me ho bisogno di buttare fuori tutti. E di lasciarli fuori. Io, se devo dirti la verità, la cruda verità, ho sempre vissuto l’amore maschile come una necessità, un’imposizione sociale, come un dovere, come uno stato di fatto indiscutibile. La verità è che io non ho la benché minima idea di cosa voglia dire amare un uomo ed essere amata da un uomo. E, se devo dirla tutta, io ho sempre confuso affetto ed emotività, amore e necessità, addirittura egoismo e altruismo. Ho sempre rifiutato connessioni profonde, le ho rimpiazzate con progettualità, collaborazioni, lavoro, sfide, sesso. Ho fatto dei miei compagni dei partner necessari alla realizzazione di qualcosa. In positivo, ma anche in negativo, per dimostrare teoremi. Sempre fare, sempre imparare, sempre sperimentare, sempre sentire di più. Una specie di missione vitale. Non so, ti faccio un esempio, come i bacarozzi stercorari che sentono di dover fare la palla di cacca per assicurarsi la sopravvivenza… Posso dirlo? Rende l’idea? Ecco, chi glielo dice di farlo? Proprio non trovano un modo più gradevole? Boh, evidentemente no, lo fanno per istinto e non si discute. E anche io ho fatto così. Solo che invece che trascinarmi ovunque una palla di cacca, mi sono trascinata ovunque un compagno. Si vede che pensavo servisse alla sopravvivenza. Ora, che mi sono fermata, che mi sento stanca, che riconosco la puzza della cacca, che sento i miei desideri, che percepisco pure la mia potenza, che prendo il coraggio di fare io in prima persona senza passare dall'appoggio-approvazione di un uomo, mi sento spaesata. Perché mi rendo conto, che fuori da questa giostra, non ho alcun bisogno di amore maschile. Non lo desidero. E la presenza di un uomo la sento come un intralcio. Che mi succede? E’ tutto qui? Era solo per istinto che mi accoppiavo? Possibile??? Cavolo Emanuela, io non so più chi sono. Anzi, diciamola per quello che è: io ora so benissimo chi non sono. Un abbraccio, grazie ancora e buona giornata.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  14. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (24 Aprile 2014 11:42)

    @Minou, la base solida non l' avevo nemmeno io, ma la mia sicurezza derivava da un riconoscimento oggettivo della mia fisicità che mi consentiva di avere più scelta intorno a me. Dopo non mi sarei più sentita così, perché lui aveva lavorato molto lentamente sulla demolizioe della mia persona, dai pensieri alla voce nulla di me andava più bene. Sull' approfondire il passato non sono d' accordo. Scavare sempre nella depressione non credo che aiuti. Io ho preso atto di ciò che sono e ho cercato di sanare le mancanze, punto. Insomma come dire, non importa perché andare a capire perché sei senza una gamba e rifarti il film dell' incidente, ma il punto per noi è risolvere l' assenza di gamba e andare avanti. Nel mio percorso ho inserito la lettura di tanti libri, mi ha aiutato molto la lettura di Giulio Cesare Giacobbe ( tutto ) e si è prestato anche a rispondere via mail ad alcune domande mettendomi davanti un concetto molto semplice ed immediato, quello della bisognosità come atteggiamento tipicamente infantile. Io ero comunque infantile nel mio reclamare alcune cose o anche solo volermele spiegare. Quindi diventare adulti vuol dire arrivare ad un punto di non bisognosità, ma anche di riconoscimento di chi davanti a noi adulto non è. Non è un caso che io oggi leggendo alcuni messaggi qui, che avrei perfettamente scritto anche io tempo fa, comprenda perfettamente quegli atteggiamenti tipicamente infantili che spero di aver superato. Leggere questi articoli di Ilaria mi aiuta a consolidare e alcuni risultati raggiunti anche perché è molto approfondita e dettagliata per vari aspetti. Non ho terminato il mio percorso, credo che tutto sommato bisogna accettare di essere come quei cardiopatici che per stare nella normalità devono assumere quotidianamente le medicine, non arriveranno mai alla totale mancanza di assunzione, però si vive bene ugualmente. Io ora devo prima pensare a prendermi cura di me stessa e ad affiancarmi a persone che possano solo incrementare i risultati ottenuti e mai diminuirli. Se queste ci sono bene, altrimenti un buon libro è il miglior compagno di serate tranquille.
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  15. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (24 Aprile 2014 13:14)

    Sì, capisco che vuoi dire. Io sono andata avanti finora come un treno, con una volontà ferrea. Ho bandito le domande scomode, ho rimosso ciò che non mi avrebbe aiutato nella mia corsa alla vita, ciò che stonava con l’immaginario da applauso che mi sforzavo di realizzare, ho archiviato senza elaborare, ho reso me stessa insensibile a determinati dolori ma contemporaneamente insensibile anche a determinati piaceri. Ho mediato tutto razionalmente. Incredibile, proprio io, la romantica contestatrice. Nell’apparente caos, nella velocità folle, nel tumulto più vorticoso, io ho interpretato scientificamente il copione di un altro regista. Ho recitato anche con me stessa. Ora mi sto rendendo conto che tutto ciò che non affrontiamo torna, e torna, e torna, con una potenza via via maggiorata. Emanuela, io rivoglio la mia gamba! Proprio quella, non una protesi che mi consenta di zoppicare verso il futuro che è stato stabilito per me. Rivoglio la mia gamba, quella che è atrofizzata, ma che è mia, che non saprà muoversi in maniera coordinata e che mi porterà molto lontano da dove si pensava dovessi andare. Voglio la libertà di scegliermi la vita che sento, la vita mia, in cui sono solo io a decidere, in cui non devo farmi accettare, non devo piacere, non devo esibire, stupire, intrattenere. La vita in cui devo solo sentirmi a mio agio, perché è mia e ne sono la protagonista. E ho proprio bisogno di riconoscerlo quell’incidente che mi ha impedito di capire subito chi sono e cosa voglio. Devo smantellare alla base il meccanismo, perché non voglio ripeterlo con i miei figli. Non so se parliamo delle stesse cose, sai, tutti abbiamo sensibilità diverse. Magari diciamo anche solo in maniera diversa le stesse cose. Io per la prima volta in vita mia sto imparando a stare con me. Può sembrare assurdo, perché io sono me dalla nascita, ma finora ho fatto stare tutti con me tranne me stessa, perché a tutti ho riconosciuto più voce in capitolo sulla mia vita che a me. E ora esco dal ruolo. Sono emozionata, terrorizzata e insieme appassionata.
    Rispondi a minou Commenta l’articolo

  16. Avatar di Emanuela

    Emanuela 10 anni fa (24 Aprile 2014 17:56)

    Minou, ti capisco. Nel racconto che ti ho esposto ho scritto in grassetto alcune parole perché quel cercare di comprendere prima gli altri piuttosto che le proprie esigenze e magari adattarsi più all' altro che l' altro a noi l' ho vissuto. Diciamo che sono ad una fase più matura della tua, ma che il tuo entusiasmo per una ricostruzione e valorizzazione solo di te stessa è positivo. Ti consiglio comunque di leggere molto, libri intelligenti ma non deprimendi :)
    Rispondi a Emanuela Commenta l’articolo

  17. Avatar di Maria

    Maria 10 anni fa (29 Aprile 2014 22:04)

    Hai pienamente ragione!
    Rispondi a Maria Commenta l’articolo

  18. Avatar di Alberta

    Alberta 9 anni fa (14 Dicembre 2014 23:51)

    Non ci posso credere di aver trovato nuovamente delle persone che inizialmente si sono mostrate disponibili, gentili, amichevoli, per poi finire che mi trattino subdolamente da superiori, prendendomi per in giro (questo non sfacciatamente in faccia bensì negli atteggiamenti, nel modo di guardarmi e parlarmi). Ci sono cascata ancora, ho dato da subito la mia massima disponibilità ed è finita che loro se ne siano approffitate, percependo la mia debolezza di fondo che io ho cercato di evitare di mostrare. Ora mi ritrovo, con queste persone al punto di partenza rispetto al quale illusoriamente pensavo di essere riuscita ad andare oltre. Ora io non ce l'ho tanto con loro che fanno ste cose, bensì con me che mi ritrovo immobile a subire questi comportamenti senza sapere come muovermi. Vorrei non permettere in partenza che mi possano succedere ste cose, o comunque saper risolvere questa cosa senza ''perdere la faccia'' , ciò che loro hanno intenzione di fare con gli altri, salvando la loro, visto che a quanto pare non hanno modi migliori per farlo che prendere di mira una persona. Non ho paura di loro, e non mi interessa nemmeno ciò che pensano di me, solo che non vorrei tornare a essere mal vista ed evitate, sentirmi pre-giudicata da tutte le persone per colpa di due tre che defi**enti. Mi sento malissimo per questa cosa che regolarmente mi si ripresenta. Vorrei vivere la mia vita serenamente senza questo tipo di problema. Voi, che magari avete anche più esperienza di me, cosa mi consigliate di fare, come vi siete comportate di fronte a situazioni del genere se vi sono capitate o altrimenti cosa pensate sia meglio fare? Rispondete in tante per piacere, mi dareste un grandissimo aiuto a vedere la cosa da diversi punti di vista. Grazie anticipatamente!
    Rispondi a Alberta Commenta l’articolo

  19. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (15 Dicembre 2014 0:01)

    @Alberta, probabilmente frequenti persone inadeguate in partenza. E probabilmente la tua paura di mostrarti debole ti fa sentire debole. In più mi pare di capire che anche da parte tua non ci sia un atteggiamento completamente benevolo verso gli altri. Mi pare di percepire, come dire, un pochino di aggressività da parte tua.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  20. Avatar di Alberta

    Alberta 9 anni fa (16 Dicembre 2014 0:49)

    Salve, e grazie mille per la risposta :) Potrebbe senz'altro essere, non lo metto in dubbio, il punto è che non me ne accorgo di questa aggressività mia, e come la esprimo, visto che io mi vedo anzi come troppo buona che poi viene presa per fessa da alcune persone. Potrebbe essere che questo sia una risposta inconscia di difesa da parte mia a questa convinzione che essere deboli sia sinonimo di essere presi per fessi (convinzione maturata in seguito ad alcune, parecchie, esperienze poco piacevoli in passato)? Se sì, come potrei rimediare secondo lei?
    Rispondi a Alberta Commenta l’articolo