7 errori da non commettere al primo appuntamento

primo appuntamentoC’è qualcosa che crea più ansia del primo appuntamento? Forse l’attesa della prima telefonata dopo il primo appuntamento. Battute a parte, il primo appuntamento è un momento molto delicato. Quante volte ti è capitato, per esempio, di conoscere un uomo che ti ha molto colpito, di essere in attesa trepidante per un suo invito e, quando questo invito arriva e ci esci insieme, già dopo i primi minuti senti che hai sbagliato tutto, che non è la persona per te e vorresti scappare via?

"Le persone più insopportabili sono gli uomini che si credono geniali e le donne che si credono irresistibili. H. Asselin"

Il corteggiamento è un momento importante e il primo appuntamento è l’inizio “ufficiale” del corteggiamento, quindi va da sé che è davvero molto importante. Ci sono due fattori che è bene ricordare a questo proposito. I) implicitamente un uomo che ti invita a un primo appuntamento si sta molto esponendo con te, ti sta dicendo che gli interessi. II) Ahimé, se il primo appuntamento non va bene, davvero ci sono poche probabilità che la storia funzioni: due persone sane che si incontrano e si danno il tempo di stare insieme per un po’ e si accorgono che non stanno bene insieme, la chiudono lì. Con garbo, gentilezza, senza rimorsi e senza rimpianti, ma la chiudono lì. Senza aggiungere “se”, “magari”, “chissà”…

Primo appuntamento, cosa fare e cosa non fare

Intanto: la prima impressione conta. E perché mai non dovrebbe contare, infatti? Cioè, nel mondo in cui viviamo oggi, chi ha tempo e voglia di dare infinite possibilità agli altri? La prima impressione conta anche per te. Lo sai questo? Non la devi ignorare la prima impressione. Le donne, pur di avere una storia con un uomo, molto spesso – ho scritto: molto spesso, non sempre – ingoiano un rospo gigantesco dopo l’altro. Si mettono con uomini non alla loro altezza oppure fanno di tutto per credere di stare con un vero figo; frequentano uomini sbagliati per anni, giustificandoli in tutti modi. Ignorano i segnali d’allarme che un uomo invia – magari involontariamente – anche al primo appuntamento. Insomma, non vogliono vedere quello che c’è e vogliono vedere quello che non c’è.

"Lo charme: un modo di ottenere in risposta un sì senza aver formulato nessuna chiara domanda. A. Camus"

Non è utile assumere questo atteggiamento mentale: è molto più utile usare il primo appuntamento come un’occasione per fare selezione. Lo so che ti sembra una considerazione piena di cinismo questa e che non vuoi passare per stronza. Ma io sono convinta che, da parte tua, il giusto cinismo e la giusta stronzaggine non facciano male. Anche perché, se non sei tu a usarli con un uomo, sarà lui a usarli con te. E questo lo farà perché è stronzo? Non necessarimente. Lo farà solo perché è naturale. E’ così che succede. Nessuna persona sana vuole stare con persone che la fanno stare male o vuole ripetere esperienze che la fanno stare male. Chiaro il concetto?

7 scivoloni da evitare

E quindi, qual è il modo più utile per affrontare il primo appuntamento?

1)   Non farti film in anticipo: il fatto che tu esca una volta con un uomo, che ci sia questo primo appuntamento non significa affatto che hai trovato l’uomo della tua vita. Per cui non cominciare a farti immagini mentali del vostro matrimonio, della vostra bella famigliola nella seconda casa al mare, con due bambini e una bambina, più cane e gatto. Non sognare una favola che non c’è. Continua a vivere la tua vita, dedicati con impegno al lavoro o alla sua ricerca o ai tuoi hobby. Non entrare in una fase di “fermo il mondo” per l’amore, dato che hai un primo appuntamento con un uomo.

2)   Lascia perdere l’ansia di far colpo: è solo un “primo appuntamento”, non è il giudizio universale. Non è necessario che tu faccia chi sa che cosa per essere interessante. Più ti forzerai di far colpo (con abiti, modi, toni) meno ci riuscirai. Se ti sforzi non riuscirai a essere simpatica, semmai riuscirai ridicola, mettendoti in situazioni imbarazzanti, ma nelle quali l’imbarazzo sarebbe davvero malsano. Hai presente quanti film, commedie e romanzi rendono comiche le scene da primo appuntamento? Ci sarà un perché in tutto questo. Quindi, rilassati, tranquiliizzati e mantieni la tua dignità, che va bene così.

"In ultima istanza la bellezza altro non è che un atteggiamento. Isabel Allende"

Attenzione ai temi “caldi”!

3)   Durante l’appuntamento e quando finalmente ti ritrovi a parlare con lui, non comportarti come se fossi davanti al tuo medico personale, il tuo confessore e il tuo psicoterapeuta. Non parlagli della tua separazione e/o della fine di una storia. Se pensi di avere o hai problemi con la tua famiglia, con la tua emotività, con il tuo passato – e con gli uomini del tuo passato – non riversarli addosso a lui. Questo non va mai fatto. Mai, in nessun momento della relazione. Figuriamoci al primo appuntamento. Chiunque, anche se non te lo dimostra apertamente, rimane sconcertato di fronte a certi tipi di confidenze, figurati un uomo che ha appena iniziato a corteggiarti.

4)   Usa la buona educazione e le buone maniere. Lascia giù quel maledetto cellulare, tablet o cavolobubolo che hai per le mani, spegnilo, silenzialo, chiudilo nella borsetta, nella tasca più profonda e irrangiungibile. Non chiamare, messaggiare e non occhieggiare di continuo quell’aggeggio maledetto. Se lo fa lui, tu guardalo con un sorriso cordiale e prendi nota. Pessimo atteggiamento, davvero pessimo.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

5)   Non cercare di compiacere a tutti i costi quello che lui dice, non adularlo (cioè: non leccargli i piedi nel tentativo di piacergli), non voler trovare punti di contatto improbabili tra tu e lui. Questa è l’anticamera dello zerbinaggio oppure si tratta di falsità e ipocrisia. Se la persona davanti a te ha un minimo di cervello, o se ne approfitta (e tu rischi di rimanere “intrappolata” in uno degli errori comuni tra molte donne) o se ne sente infastidita e si allontana. Questo non vuol dire – come molte donne credono – che si debba provocare ad arte e vanamente, inventando “discussioni” e “scontri” inesistenti.

"Molti sanno discutere, pochi conversare. Amos Bronson Alcott"

6)   Non affrontare i “grandi temi” della vita, quelli che sono gli argomenti ai quali le persone sono molto sensibili, perché toccano le loro abitudini, tradizioni e convinzioni più profonde: la religione, quel che è giusto o non è giusto fare del proprio corpo (il sesso e i comportamenti sessuali), il matrimonio, il divorzio, l’essere sposati o no, l’essere divorziati o no, l’avere figli o no. Sono temi davvero importanti, che vanno affrontati con calma, piano piano, dopo un po’ di frequentazione e confidenza. Non certo al primo appuntamento.

7)   Non coinvolgere amiche, colleghi e parentado vario nelle faccende che riguardano il tuo primo appuntamento (e dico anche i successivi): non farne un caso di stato, non metterti a raccontare la rava e la fava, non metterti a farne una notizia da “edizione straordinaria” del tuo telegiornale personale. Il rispetto per sé, per gli altri e per la propria vita sentimentale si costruisce anche attraverso la discrezione.

E secondo te, qual è il modo più rilassante e divertente per affrontare un primo appuntamento? E quale il modo più sbagliato e stressante?

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87 Commenti

  1. Avatar di Ebi

    Ebi 10 anni fa (8 Gennaio 2014 16:39)

    Sono d'accordo soprattutto sul punto 7! Finalmente l'ho capito!
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  2. Avatar di Rosa maria

    Rosa maria 10 anni fa (8 Gennaio 2014 20:42)

    Nessuna dritta sul sesso al primo appuntamento ( si, no, ni ??)
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  3. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (8 Gennaio 2014 21:19)

    Ecco qui le considerazioni sul momento giusto per fare sesso. I link vanno copiati e incollati nel browser. https://www.lapersonagiusta.com/capire-se-gli-piac... https://www.lapersonagiusta.com/conquistare-un-uom...
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  4. Avatar di Paolaquellanuova

    Paolaquellanuova 10 anni fa (8 Gennaio 2014 21:37)

    Ilaria, quando scrivi post da "manuale" così, lo sai... resto sempre un po' perplessa. Credo di capire che l'intento sia di aprire gli occhi alle donne sui loro comportamenti bisognosi o sui comportamenti da stronzo del rospo di turno... e che in fondo questi post molto chiari, per punti, con dritte precise, aiutino ad orientarsi chi è confuso, in ansia, così bisognoso di una relazione da non distinguere segnali evidenti, in sé o negli altri, di qualcosa che non va... Tanto che in passato li ho trovati utili - e te ne ringrazio - come ho trovato utili "dritte" simili lette in manuali vari, da Grey in giù (nel senso che credo sia stato uno dei primi). Insomma, sto dicendo che per persone un po' insicure e confuse è sicuramente utile... Ma sto anche dicendo che ritengo certe "regole" un po' troppo rigide, se non addirittura innaturali. E' anche bello emozionarsi per un primo appuntamento! Provo a spiegarmi meglio: io concordo in linea di massima, ma in realtà ci possono essere moltissime eccezioni, molti distinguo... che, se sei tranquilla, capisci bene. Ad esempio: l'altra persona ad un certo punto può anche ricevere qualche messaggio e dover rispondere, per via di urgenze lavorative, questioni famigliari... e magari te lo spiega e si scusa. A me è capitato di farlo! Oppure è corretto che, se sta affrontando un periodo psicologicamente difficile, lo dica chiaramente (ma non per questo deve rinunciare alle relazioni umane, pur andando da sé che dovrà concentrarsi sui suoi problemi). Insomma, secondo me quasi ciascun punto del tuo elenco, se preso singolarmente, non è decisivo. E nemmeno se è un episodio. Siamo umani e non trovo utile fingere di non avere problemi, di non esserlo, di essere perfetti con una vita perfetta. Senza per questo diventare maleducati, sfogare sull'altro i propri problemi ecc. Secondo me è una questione di sensibilità... lo senti se qualcuno è interessato o no, lo capisci "a pelle". Tra l'altro sono uscita con uomini con i quali non si verificava nessuna delle situazioni che elenchi, perché ci sapevano fare, fingevano, ma che erano assolutamente sbagliati. E ha poi senso che io finga una sicurezza che non ho? Siamo sicuri che questo atteggiamento paghi di più della sincerità, per cui l'altro capisce chi ha di fronte nel bene e nel male? In fondo nessuno è perfetto e il vero amore è amare l'altro per com'è. Non sto dicendo di accontentarsi, solo di non avere nemmeno un atteggiamento troppo rigido e idealista su come dovrebbe essere un primo appuntamento. Per cui su alcuni punti concordo, su altri concordo in parte, su altri per nulla... Quanto ai grandi temi della vita, questo è uno dei punti su cui non concordo per nulla. Vanno affrontati, nel modo giusto. Ma sono cose da capire subito e per tempo. Non c'è bisogno di fare il terzo grado all'altro, di fargli un esame... ma si può provare a portare la conversazione su certi argomenti per capire come l'altro la pensa... è molto molto importante e sono pentita di non averlo fatto più spesso. Su questo punto, che mi sta molto a cuore, mi sono confrontata anche con la mia psicoterapeuta... Ecco, io la penso così. Può darsi, Ilaria, che io non abbia capito bene quel che hai scritto o che io vi abbia visto un'eccessiva rigidità perché conosco la mia rigidità di quando cercavo questi elenchi per "fare la cosa giusta". Però qualche approfondimento o precisazione in più mi sembra possa essere utile. In effetti, forse uno dei problemi che trovo in alcuni post, è che si rivolgono a tutti in modo generico, ma sono in realtà pensati per persone con precise caratteristiche relazionali... e non tutti poi si ritrovano. Magari leggono e fraintendono. Ovviamente questo è un limite del mezzo, non certo tuo. E in fondo è pur sempre un primo orientamento che spinge a riflettere (come ci inviti sempre a fare in effetti), poi se una persona vuole approfondire e risposte ad hoc giustamente ti scrive in privato o comincia un percorso personale con te. Però, ecco, tu hai chiesto cosa ne pensassimo e io ho voluto aggiungere questo mio contributo, che non è che la mia lettura naturalmente... che poi è quella di una persona che è sempre stata poco tollerante verso gli altri e sé stessa, molto chiusa, poco incline ad esprimere emozioni... per cui leggo certi consigli come pericolosi per il nuovo stile relazionale che invece vorrei avere. Uf, spero di essermi spiegata :-)
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  5. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 10 anni fa (8 Gennaio 2014 22:12)

    @ Paola, ti ringrazio per il commento. Per questo commento come per tutti gli altri. Come ringrazio tutti per i loro commenti. :) Sul blog ci sono moltissimi articoli. La linea generale del blog è quella di occuparsi dell'"hardware" e di spingere le persone a occuparsi del proprio hardware, cioè della propria "sostanza", del proprio profondo atteggiamento mentale: è quello che determina l'equilibrio di ciascuno e quindi anche la capacità di attrarre e di stare bene nelle relazioni. Molto spesso è necessario occuparsi anche del "software", cioè di quello che sono gli atteggiamenti esteriori, più di superficie: anche attraverso quelli si comprende meglio la propria sostanza e il proprio atteggiamento verso la vita. E' una strada a due vie e a due sensi, importanti entrambi. Entrambi vanno percorsi. I miei articoli non sono dei "diktat" (ci mancherebbe altro!). Sono degli inviti a fermarsi a riflettere - almeno per il tempo della lettura - su modi e atteggiamenti che determinano la nostra sorte e sui quali non si è soliti riflettere. Ciascuno viene toccato da queste riflessioni ovviamente in modo personale e ne fa l'uso che ritiene più utile per sé (questo è il mio intento). Quanto allo specifico, per esempio: è vero sempre e in ogni caso che se si hanno delle "urgenze" famigliari, vale l'eccezione di rispondere a sms. Però invito a non ragionare per eccezioni. Va specificato che se ci sono eccezioni, vanno considerate come tali? Non credo proprio. Tutti abbiamo capacità di discernere e di distinguere quella che è una cattiva abitudine (continuare a maneggiare compulsivamente i vari strumenti tecnologici) da quella che è una necessità improrogabile. Ricordo inoltre che stiamo parlando del "primo appuntamento", nel quale, ribadisco, non è propriamente necessario raccontare tutto di sé all'altro, soprattutto i problemi. Anche perché, vivaddio, mi auguro che nelle poche ore che si dedicano a un primo appuntamento, tipo aperitivo e cena, ci siano anche altri argomenti di cui parlare, che non i propri problemi. Questo è anche un suggerimento di attitudine verso la vita: vivere con positività le situazioni, tenendo conto che il primo appuntamento con una persona è di certo un momento divertente e di svago.
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  6. Avatar di Al

    Al 10 anni fa (8 Gennaio 2014 22:49)

    Ciao! Sui "manuali" la penso in parte come Paola. In parte no e li trovo molto utili, per vari motivi: -Non ho mai ricevuto una educazione sentimentale degna di questo nome. O meglio, l'educazione che ho ricevuto era piena di contraddizioni e luoghi comuni del tipo: gli uomini sono tutti porci, pensano solo a una cosa. Trovati un marito che ti possa dare un futuro. -Negli anni mi sto liberando della mia insostenibile pesantezza, quindi ogni consiglio che faccia riflettere sulla necessità di prendere le cose così come vengono, con tranquillità ma senza scollarsi dalla realtà, per me è bene accetto. Dall'altra però so che nei periodi in cui la mia dipendenza affettiva sta lontana mi viene naturale farmi rispettare, essere accattivante, non essere pesante; quando sono in fase calante no, faccio un notevole sforzo per distinguere gli atteggiamenti dettati dal bisogno e quali no. Ma quello è un problema di sistema operativo, vediamo se a forza di aggiornamenti diventa stabile :D
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  7. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (9 Gennaio 2014 10:37)

    Ciao ragazze. Sapete una cosa? Mi piacerebbe tanto conoscervi. Davvero, intendo. Parlare con voi, vedervi, se fosse possibile. Sento così vicino quello che scrivete, le vostre riflessioni. E, lo so che è paradossale, ma vi assicuro che sento per la prima volta di rapportarmi al pensiero degli altri senza schermi. E’ paradossale perché comunichiamo proprio attraverso uno schermo. Forse è per questo che sono sincera fino in fondo, perché qui non sono un corpo, una presenza fisica, qualcosa da sfoggiare e che deve colpire, piacere, conquistare. Di me ho fatto sempre questo, uno strumento di conquista. E non solo con gli uomini. Anzi, alla fine con loro mi sono impegnata di meno rispetto a quanto abbia fatto con ogni altra persona intercettata nella mia vita, importante o meno importante. Per me, però, se attirava in qualche modo la mia attenzione, sempre e comunque un’anima da legare. Mi fa male dirlo. Cioè, più che dirlo, prenderne atto. Però mi sembra una cosa miracolosa, come scoprire per la prima volta anche con me le mie carte. E uscire dal ruolo. Essere onesta ed essere tranquilla. Senza smanie da collezionista, senza il desiderio di nuove teste sulla mensola, senza nuove coppe a testimonianza che ho vissuto anch’io e ho vinto. Non so se si capisce cosa sto scrivendo o se sembro delirante. Forse non c’entra niente o forse c’entra in pieno. Io ai primi appuntamenti, come a tutti gli altri, sono sempre andata come una giocatrice sicura di vincere la partita. Anche se bluffavo, anche se non era affatto sicura la vincita, anche se non era affatto conveniente vincere e tutt’altro che gratificante il premio. Però questo è sempre stato il mio atteggiamento mentale. Non palese, ovvio che no, altrimenti non sarei stata una brava giocatrice. Mai sono andata sfidando apertamente, o brandendo armi, ma sempre come quella che deve essere conquistata e intanto mi scavavo il mio posto nelle viscere dell’altro. Ma era un gioco sporco, perché io la conducevo eccome la mia partita con me. La mia sfida con me. I miei limiti da superare. E tutto diventava funzionale. Perché se io dovevo vincere, qualcun altro doveva perdere. E quanti ostacoli ho messo, quanti trabocchetti, quante prove da superare. Io questo non l’ho mai detto a nessuno. Nemmeno a me. E mentre me lo dico per la prima volta, lo dico a voi. Ci arrivo insieme a voi. Io che non ho mai fatto avvicinare realmente nessuno. Grazie.
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  8. Avatar di Goldie

    Goldie 10 anni fa (9 Gennaio 2014 11:00)

    Insomma, una vera e propria guerra!
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  9. Avatar di Al

    Al 10 anni fa (9 Gennaio 2014 11:10)

    @Minou Io lo capisco benissimo. Perché ho vissuto anni schiava della logica vincere/perdere. Tutto era una sfida. E così ho ingaggiato assurde sfide con me stessa, come quella di laurearmi in un corso che non mi piaceva, andare con tipi che non mi volevano o fare lavori impossibili perché io ci DOVEVO riuscire. Per questa logica ho fatto amicizia con persone con la smania di essere fighe, e ho vissuto sempre prigioniera di schemi del tipo in/out; fico/non fico; ci sta/non ci sta. E più ho vissuto così, più mi sono scordata di me stessa e di cosa voglio. Uscirne non è facile, ma ci si può provare.
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  10. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (9 Gennaio 2014 13:09)

    Sì Al. Io sto lasciando andare il giudizio su di me. Non mi giudico più, così non giudico più nessuno. Non mi costringo, mi riconosco il lato umano e l’apprezzo per la sua debolezza e la sua forza vitale. Cado in continuazione. Cerco di non farmi male. Non sono più (anzi, non lo sono mai stata, ma ora me lo perdono) perfetta e condisco tutti i miei insuccessi con un liberatorio “e chissene frega”! Mi sento sola, ma molto più comunicativa. Mentre prima ero sola perché inavvicinabile, perché volevo credermi intoccabile, ora mi sento così perché capisco che sono io a non sapermi avvicinare.
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  11. Avatar di Paolaquellanuova

    Paolaquellanuova 10 anni fa (9 Gennaio 2014 22:26)

    @ Minou... ciò che scrivi mi è chiarissimo, è stata per lunghi periodi anche la mia scelta di vita ed esperienza. Tanto che l'argomento che sollevi è stato al centro di più di una seduta... ed è, effettivamente, centrale e connesso agli altri. E sì, comporta anche una certa solitudine, alla quale credi di essere abbandonato dagli altri e invece ti condanni più. Così che puoi essere più sola con gli altri che quando stai sola con te stessa (ammesso che nello stare sola con te stessa tu riesca ad avvicinarti a te stessa, senza passare il tempo a giudicarti o a distanziarti dalle tue emozioni e dai tuoi veri bisogni, dal tuo vero io...). Per cui, sì, ci siamo, questo è uno dei nodi fondamentali... da sciogliere. E si può fare, si fa, lo stai già facendo...
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  12. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (10 Gennaio 2014 0:27)

    Grazie a te Minou, è molto toccante quello che hai scritto, molto intenso, grazie per aver condiviso.
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  13. Avatar di minou

    minou 10 anni fa (10 Gennaio 2014 11:20)

    Paola, ma come fa a essere tanto difficile una cosa che dovrebbe essere normale? Come è possibile rimanere incastrati in questi meccanismi? Cosa devo fare per uscirne davvero? Ne prendo atto, sicuramente è un inizio, cerco di accettarmi e ascoltarmi, e sicuramente è un passo in più. Ma ho paura che l’addestramento di una vita “alla lontananza” non riesco a scrollarmelo di dosso solo così. E, disorientata come sono ora, l’idea, ti giuro anche solo l’idea, di un appuntamento mi fa sprofondare. Non ce la faccio. Io, oddio proprio io, non ce la faccio. E proprio per quel mio precedente gioco d’azzardo (“e che ci vuole? Vado vinco e torno”) ripetuto all’infinito, in tutte le varianti, con centinaia di persone. Io ora ho un blocco. Emotivo e fisico. E non so uscirne. So che se non arrivo a un primo vero sincero appuntamento con me stessa, non posso nemmeno immaginare di avere un appuntamento con un uomo. Non me la sento, non ce la faccio a mandare di nuovo là fuori la collezionista di teste, per dimostrare che ce la fa, una volta di più, che sa muovere fili e tasti nella giusta sequenza, come un robottino ben programmato. La realtà, quella vera, è che io non so manco più dire se desidero o no un appuntamento con un uomo. Boh. Perché non so se finora ho avuto storie e uomini solo perché immaginavo si vivesse così o perché cercavo davvero amore o solo conferme, non sapendo nemmeno bene che volesse dire amare un uomo e farsi amare da un uomo. E non so nemmeno se questo mio rifiuto (a uscire, a conoscere, a rimettermi in gioco) sia l’ennesima balla che mi racconto per tenermi lontana ancora (ma in modo diverso) da me e dagli altri… Ragazze, mi spiace uscirmene così. Gio, io ti ringrazio tanto. Non sono certa però sia proprio una buona cosa che mi metta a parlare così dal fondo del baratro. Il fatto è che ho davvero bisogno di aiuto, ma mi sembra di infettare l’aria con questa confusione da psicodramma. Non è perché mi vergogno della mia incredibile fragilità (una volta sì, l’avrei trovato inammissibile), ma perché non sono convinta sia utile a chi legge qua essere investito da questa ondata negativa. E’ utile a me. Il fatto è che io vorrei uscire dal baratro, non farci finire dentro altre persone.
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  14. Avatar di Reggielove

    Reggielove 10 anni fa (10 Gennaio 2014 11:51)

    io sono favorevole allo stare leggere nei discorsi al primo appuntamento. anche perché gli uomini raramente sono sinceri in quella circostanza. però, poi, bisognerebbe avere il coraggio di chiedere, di portare l'altra persona ad esporsi su ciò che è e cosa vuole dalla vita e dalla relazione. ecco io questo sono pentita di non averlo fatto, tante volte. avrei dovuto osare di più, invece ho avuto paura. paura di turbare equilibri, di "appesantire" ecc. sbagliato.
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  15. Avatar di Gio_1098

    Gio_1098 10 anni fa (11 Gennaio 2014 15:33)

    Minou per come la vedo io non dovresti farti carico di ulteriori ansie pensando di far del male a qualcuno scrivendo di come stai su questo forum..non è il caso che tu ti ponga questo problema perché, credo sia opinione di tutti/e, qui ci si trova per aiutarsi, supportarsi e se si crede dare un buon consiglio o un'opinione se ci si sente di farlo.. Inoltre credo che al momento, porti il problema di pensarti ad un appuntamento con un uomo sia un po' prematuro..non crearti pensieri che ti fanno solo sommare ansia ad ansia..affronta una cosa alla volta, quello di uscire con qualcuno sarà qualcosa a cui potrai pensare una volta passato questo periodo.. Quello che vorrei dirti è che se scrivere su questo forum, sfogarti, parlare o chiedere un consiglio ti fa stare anche solo una briciolina meglio..beh allora fallo, e non metterti problemi per gli altri, non é necessario e non ne hai bisogno, pensa solo un po' a te. Baci
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  16. Avatar di Paolaquellanuova

    Paolaquellanuova 10 anni fa (12 Gennaio 2014 0:54)

    Sono d'accordo con Gio e aggiungo la mia esperienza, se può servire. Nel fondo del baratro ci sono stata e alla mia terapeuta dicevo che non ne volevo proprio sapere di una nuova relazione, perché non mi sentivo adeguata rendendomi conto dei miei problemi relazionali. Avevo già conosciuto una persona interessante ma per un mese e mezzo non sono riuscita a incontrarla... me lo negavo con motivazioni varie, ma - mi rendo conto ora - avevo una gran fifa. In quel mese e mezzo però hanno cominciato a succedere delle cose... ho cominciato a non avere più l'atteggiamento da conquista con le altre persone in generale. Sul lavoro, in situazioni con sconosciuti... qualcosa stava cambiando, era evidente. Capitavano degli imbarazzi perché arrivavo non "carica" di ansia di piacere... mi mostravo imperfetta agli altri perché avevo cominciato ad accettarlo io. Succedeva sempre più spesso ed era così liberatorio... piccoli incontri, mettersi la minigonna... cose così... Dopo un mese e mezzo di tutto ciò (e il primo mese, novembre, ero ancora nel baratro, dal secondo stavo molto meglio), ho trovato il coraggio di un primo appuntamento. Sono andata "disarmata", ho portato solo le mie emozioni... guarda caso chi dovevo incontrare era tutto diverso dal solito uomo narcisista, rospo etc... me l'ero scelta molto meglio (pur dal baratro) e l'incontro è stato qualcosa per certi versi di sconvolgente... certo, era stato preparato da messaggi, in quel primo mese e mezzo, in cui sempre più mi mostravo per ciò che ero, così come avevo fatto prima di allora solo con una carissima amica (alla quale secondo la psico ho dato un po' il ruolo di madre adottiva buona) e con la terapista stessa. Ma l'incontro di persona, con un uomo che mi piaceva! E mostrarmi fragile, mostrarmi con tutte le mie debolezze... e farlo senza paura, farlo con il piacere di essere solo me stessa, come lui era con me... è stata l'esperienza più bella della mia vita con un uomo! E' di quello che parlo quando parlo di intimità... fare l'amore con qualcuno, per quanto sembri intimo, non era mai stato così profondo e sconvolgente ed emozionante come sono gli incontri con questo ragazzo così diverso dagli altri. E io non ho paura, ne ho sempre meno... Mi sono buttata senza paracadute e lui mi ha preso, mi ha accolta con tutte le mie emozioni, le ha prese, me le ha restituite, mi ha dato le sue... io lo sento così dentro di me... sento le sue dentro di me e le mie dentro le sue... Sento che sono davvero lì con lui, sento il suo respiro, vivo le sue gioie e le sue ansie, gioisco e soffro con lui... non riesco ad avere neanche un segreto, se mi scappa detto qualcosa per abitudine, da vecchia Paola, mi basta un suo sguardo per cambiare registro... perché lui sa cosa ho dentro e non ho bisogno di fingere nulla... è stato così a poco a poco in tutte le relazioni, anche con gli amici, con mio padre... ma l'emozione più grande ce l'ho con lui. Non so ancora bene cosa significhi tutto questo e in che termini dovrei pensare a questo ragazzo, certo però so che ho una gran parte di merito e responsabilità in quel che mi succede, non è mica stato il destino! Questa cosa mi sembra grandissima, ma forse per altri è banale... per me, però, è una scoperta enorme, ha risvegliato tante di quelle cose tutto ciò, questi 5 mesi di terapia... hanno aperto porte su una parte di me che non conoscevo e sono campi pieni di fiori, campi di grano maturo, dove splende il sole... io cammino lì, anche quando le emozioni sono negative... cammino lì ora perché mi sento viva come non mi sono mai sentita. E con lui, con lui... tutto è amplificato. Non so cosa mi aspetta in futuro, ma se la strada è questa, è così bella che io la voglio percorrere tutta. Cara Minou, ecco cosa c'è che ti aspetta fuori dal baratro... la vita, cara. Non avere paura, siamo qua.
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  17. Avatar di Al

    Al 10 anni fa (12 Gennaio 2014 16:29)

    Paola, mi sono commossa leggendo le tue parole. In parte mi rispecchio in quello che dici, perché in questi mesi, dopo che ho scoperto la vita, le cose hanno un altro colore e un altro sapore, e non è una metafora. Vedo i colori più vivi e più belli, i sapori più pieni, tocco e sento le cose come se fosse la prima volta. Dico in parte perché ora vedo con chiarezza le dinamiche della mia famiglia di origine, soprattutto dopo quello che è successo qualche settimana fa, ma ancora non riesco a cambiare del tutto atteggiamento mentale e a scappare dai giochi di ruolo. Però sono fiduciosa: Roma non è stata costruita in un giorno. Non posso pretendere che in un momento cambi quello che è stato per tanti anni, ma piano piano a piccoli passi tutto diventa più chiaro, più bello, più semplice. Grazie per le tue parole, ogni nota positiva è un incoraggiamento in più per me e penso per tutte/i noi.
    Rispondi a Al Commenta l’articolo

  18. Avatar di Goldie

    Goldie 10 anni fa (12 Gennaio 2014 21:22)

    Ma l'hai conosciuto su un sito questo uomo favoloso? Che fortuna...
    Rispondi a Goldie Commenta l’articolo

  19. Avatar di Fiorediloto

    Fiorediloto 10 anni fa (13 Gennaio 2014 1:05)

    @Paolaquellanuova Mi sono emozionata e quasi commossa nel leggere la tua esperienza... GRAZIE!!! Le tue parole sono un regalo che fai a tutte noi.....
    Rispondi a Fiorediloto Commenta l’articolo

  20. Avatar di Paolaquellanuova

    Paolaquellanuova 10 anni fa (13 Gennaio 2014 12:22)

    @Goldie, io alla fortuna non ci credo tanto. Su un social network, sulla base di un'amicizia e soprattutto di un interesse/hobby comune. Ogni tanto capita di conoscere qualcuno così, poi non sempre interessa andare oltre e conoscere meglio e arrivare alla conoscenza reale. Perciò si tratta di una selezione che ho fatto di fronte ad una possiblità che si presentava (l'amicizia me l'aveva chiesta lui).
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