Paura degli altri e voglia di legami forti: come le metti d’accordo?

paura degli altriIncominciamo con il considerare una delle tante stranezze umane, uno dei tanti paradossi del comportamento degli esseri umani: è possibile avere un forte desiderio di connessione con le persone, è possibile avere una gran voglia di costruire legami e di instaurare belle relazioni (che siano d’amore o di amicizia) e nel contempo avere una terribile paura degli altri? Eh, sì è possibile. Eccome.

Anzi, spesso, quanta più paura si ha delle relazioni, tanto più si desiderano. Immagino bene che se ci rifletti, questo non ti stupisce e non ti impressiona. Perché probabilmente questa contraddizione la vivi anche tu o ti è capitato di viverla in passato o ti succede di sperimentarla in diverse fasi della tua vita, magari quelle dove sei un po’ in crisi e in difficoltà. Ma come dire? Niente paura! Le contraddizioni interiori e i paradossi emotivi si possono superare, basta avere la giusta consapevolezza e concentrare la propria attenzione sui piccoli nodi da sciogliere.

Detto in altre parole: se hai paura degli altri, ma in realtà la vorresti superare per creare delle relazioni e dei rapporti gratificanti, costruttivi e pieni d’amore (anche quando non si tratta solo di un rapporto di coppia), puoi farlo. Puoi diventare un’esperta delle relazioni. Puoi superare la tua insicurezza, puoi superare la tua timidezza e raggiungere sicurezza e disinvoltura e puoi liberarti una volta per tutte dell’imbarazzo.

Seguimi, arriviamo fino in fondo, insieme.

Già, perché c’è molto di più: superare la paura degli altri ti permette di avere anche più successo nella tua vita professionale, ti permette di ricostruire e rendere più appaganti i rapporti (magari al momento un po’ “incrinati”) con la tua famiglia d’origine, con i vicini di casa, magari con amici di vecchia data che hai un po’ perso di vista.

"L’amicizia nasce nel momento in cui una persona dice a un’altra: “Cosa? Anche tu? Credevo di essere l’unica”. C.S. Lewis"

Infatti, eccola qui la prima faccia della medaglia; se il paradosso è che la paura degli altri in realtà cela per bene una gran voglia di avere relazioni gratificanti, vediamo di prestare ascolto e attenzione proprio a quel che ci dice questo desiderio positivo che ti spinge verso l’esterno. Che è: dentro di te hai una grande forza di connessione e una spinta d’amore che è semplicemente “ostacolata” dalla paura degli altri, ma non per questo annullata. Anzi. E’ un po’ come se la tua voglia di connetterti all’esterno fosse così forte da trasformarsi in paura degli altri. Partiamo dal desiderio, che vince sulla paura. Sempre. (Ehi, questo, che il desiderio vince sulla paura è un bello spunto di riflessione, non solo in questo specifico ambito).

Paura degli altri e primo passo verso l’esterno

E poi, oltre al fatto che il desiderio vince sulla paura, dato che il desiderio viene prima, è sano e naturale e appartiene al lato positivo della tua natura, devi considerare che il desiderio, se lo ascolti, è quello che ti consente di andare nella direzione giusta: quella di uscire (realmente e metaforicamente), andare incontro agli altri, espandere le tue conoscenze e vivere una vita più piena.

La paura degli altri invece ti blocca e ti dà un contrordine. Quello di non uscire, di non muoverti di non fare mai passi incontro e verso gli altri. Che cosa credi? Certe serate passate sul divano non sono causate dalla stanchezza, dalla pigrizia, dal fatto che piove e tira vento o dal fatto che ci sia annoia molto quando si esce, negli ultimi tempi. Il legame stretto con il divano nasce dalla paura degli altri, che porta a evitare le occasioni di incontro o addirittura di rapporti sentimentali. Sì, perché diciamolo ancora una volta: molte donne (e molti uomini) sono single non perché non possono trovare la persona giusta o perché nessuno li vuole o perché in giro ci sono solo persone brutte e cattive. No. Molti sono single perché hanno una paura davvero puntuta di una relazione. Non stiamo troppo a girarci intorno. Ed eccoci di nuovo qui, a parlare della nostra paura degli altri, che tanto ci tormenta ma è anche un simpatico scudo di protezione. Ma davvero, fino a che punto ci vogliamo stare attaccate a ‘sta paura? Non è arrivato forse il momento di sbarazzarsene?

"L’antidoto per cinquanta nemici è un amico. Aristotele"

Non dimentichiamo che lasciare andare la paura degli altri vuol dire aggiungere alla propria vita uno dei più grandi piaceri possibili: quello della condivisione, del sostegno reciproco, della socialità. Mi spiego meglio e dico di più: se lasci andare la tua paura degli altri, non solo ti eviti di star male tutte le volte che devi stare con gli altri (evenienza frequente, se si vuole vivere in questo mondo), ma stare con gli altri, oltre a portarti un sacco di vantaggi e di piacere, diventa un piacere di per sé. Invece di angosciarti e di stare inchiodata al divano, farai di tutto per uscire e stare con gli altri.

Paura degli altri: perché ce l’hai?

Allora, posto che a noi gli attorcigliamenti mentali non ci piacciono – anche perché, diciamocelo sinceramente, gli attorcigliamenti mentali, così come le paturnie e così come le convinzioni limitanti – bloccano e sono tra l’altro alla base della paura degli altri, vediamo com’è e come non è che succede che una persona venga colpita dalla paura degli altri. Perché detto onestamente, come consideravamo poco sopra, la paura degli altri non è innata e naturale, dato che innato e naturale è socializzare e stare con gli altri con sicurezza e rilassatezza.

Una lettrice ha lasciato un commento al mio articolo dedicato a come essere simpatica al primo incontro. Il suo commento, dice: “”Non permettere agli altri di monopolizzare la conversazione e di tenere banco: intervieni, interrompi, chiedi precisazioni, esprimi la tua opinione. Insomma: fai un passo avanti”(nota: questo l’avevo scritto io nell’articolo citato). È proprio quello che non so fare. Quando sono con gli altri tento di intervenire ma alla fine mi limito ad ascoltare e questo atteggiamento non mi rende né simpatica, né attraente. Come faccio a fare un passo avanti se sono bloccata dalla paura?”

Ben detto: essere bloccate dalla paura degli altri non rende né simpatici, né attraenti, dato che non “partecipare” al processo della socializzazione e delle relazioni viene interpreato dagli altri come innaturale, come poco generoso e in qualche modo come un sabotaggio di quel che potrebbe tenere unita la compagnia o la relazione. E su questo siamo d’accordo, giusto?

"Solo i veri amici ti diranno quando il tuo viso è sporco. Proverbio siciliano"

E allora, a proposito di paradossi, rieccoci qua: chi ha paura degli altri in realtà ha paura perché ha una gran voglia di connessione, ma la sua paura lo blocca al tal punto che senza volere si rende poco attraente e poco simpatico. Un gran brutto paradosso, un orribile circolo vizioso. Non credi?

Paura degli altri: cause e soluzioni

Che cosa significa avere paura degli altri? Significa essenzialmente temere che gli altri ci giudichino male, pensino che noi valiamo poco o niente, che noi non siamo all’altezza. O, anche, significa temere che ci prendano in giro, si prendano gioco di noi, ridano di noi. E vivere con una tale paura addosso non è simpatico. Perché la paura crea ansia e stare in ansia è una condizione che può diventare intollerabile. Molto bene. Cioè molto male.

Dunque la paura degli altri è paura del giudizio e paura del rifiuto, giusto? Ma in realtà, anche se è difficile crederlo, gli altri non vivono in funzione di giudicare e di rifiutare. In un mondo sano, in un ambiente sano, gli altri hanno desiderio e bisogno di noi tanto quanto noi abbiamo bisogno e desiderio degli altri. E in un mondo sano e in un ambiente sano, si accetta, si accoglie e non si giudica. Si accetta, si accoglie e non si giudica. Alla faccia della paura degli altri.

Se sei proprio certa che le persone che ti stanno intorno passano il loro tempo a giudicare, beh, sei nell’ambiente sbagliato e devi abbandonarlo quanto prima, perché gli ambienti sbagliati, come i lavori sbagliati e gli uomini sbagliati si lasciano. Per sempre, non ci si torna più. Mica ci si sta tutta la vita. Sennò altroché paura degli altri.

E sai perché probabilmente hai tutta questa paura degli altri e ansia per i rapporti con le persone? Perché hai vissuto per troppo tempo, magari da quando eri piccola, in ambienti dove il senso del giudizio e il senso di colpa erano veramente preponderanti. O magari sei reduce dal rapporto con un uomo sbagliato che ha contribuito a non darti valore e a farti sentire una nullità.

"Gli amici sono quelli che ti aiutano a rialzarti, quando le altre persone neanche sapevano che eri caduto. Anonimo"

Ok, queste è la motivazione, la radice della tua paura degli altri: la tua convinzione a) di non valere nulla b) di non valere nulla in relazione agli altri c) che per questo gli altri ti puniscano e ti giudichino d) che per questo gli altri ti emarginino, isolino e rifiutino.

Tutto questo ha come conseguenza:  e) che tu hai una paura degli altri così puntuta che ti isoli e ti comporti da antipatica senza accorgertene. Il risultato è che alla fine, girala come vuoi, sei davvero isolata.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

Paura degli altri: i modi per superarla

E allora come si esce dall’isolamento e dalla paura degli altri? In due modi.

1) Si riflette su tutte le convinzioni limitanti su se stessi e sugli altri, quelle del tipo “Gli altri mi giudicano”. “Io non valgo niente, gli altri valgono più di me e mi isolano per questo”. “Io posso solo fare brutta figura”. Si distruggono tutte queste convinzioni limitanti una a una e si sostituiscono con convinzioni potenzianti, che aprono al mondo e alle sue infinite possibilità “Gli altri sono persone come me, con punti di forza e punti di debolezza e io posso connettermi a loro per dare e avere, per donare e per ricevere”.

2) Ci si dà da fare, si muove il mulo e, passo passo, a poco a poco si fa come non si avesse paura degli altri, ma solo desiderio di stare con loro: ci si alza da quel divano – anche se non se ne ha nessuna voglia – si esce di casa e si va incontro agli altri. Senza pretendere di fare l’effetto di una Marylin Monroe incrociata con Carlo Conti incrociato con Arisa: quelle sono fantasie infantili. Si approcciano gli altri per quello che si è in quel momento, certi che le abilità relazionali cresceranno con il tempo, l’esercizio e la pratica.

Stare bene con gli altri significa partecipare, collaborare, fare la propria parte, mettersi in gioco. Mica sempre stare fermi e aspettare che gli altri scoprano quanto siamo straordinari e magnifici e se non lo scoprono pensare che sono tutti brutti e cattivi.
Nei rapporti umani, come in tutte le cose della vita, si riceve quel che si dà (se c’è qualche signora o signorina con lo spirito della crocerossina che ha messo la propria vita al servizio di un imbecille che non merita, non prenda questa frase come una buona scusa per continuare il proprio calvario).

Ora una breve storiellina, della quale alcuni attribuiscono la paternità o almeno la pubblicità a Gandhi.

Un uomo buono e saggio muore (succede) e si ritrova nell’anticamera del paradiso. Vedendolo un po’ perplesso, l’angelo che lo sta aspettando gli chiede se c’è qualcosa che non va. L’uomo saggio risponde. “Vedi caro Angelo, per tutta la vita ho sentito parlare di inferno e paradiso e a essere sincero, vorrei sapere come sono fatti tutti e due.” No problem” risponde l’Angelo, “andiamo a visitare l’inferno”. I due salgono su un ascensore supersonico, fanno due milioni di piani verso il basso e arrivano all’inferno. Il nostro uomo saggio è impressionato: l’inferno è un luogo bellissimo, pieno di tutte le meraviglie.

E, al centro, come se non bastasse, bolle in continuazione una zuppa che emana un profumo delizioso. Ma, guarda un po’, in coda ci sono centinaia di persone, smagrite e affamate. Non mangiano. Mai. Perché per mangiare quella zuppa squisita hanno a disposizione un cucchiaio dal manico così lungo che nessuno è in grado di portarselo alla bocca.

Il nostro uomo saggio rimane sotto shock e i due risalgono sull’ascensore supersonico, ripercorrono milioni di piani e si ritrovano in paradiso. Il paradiso è un posto magnifico, proprio come l’inferno. E in mezzo c’è una zuppa dal profumo squisito che bolle. Ma, a differenza di quel che accade all’inferno ci sono centinaia di persone sedute a tavola, che conversano piacevolmente. Anche loro hanno a disposizione un cucchiaio dal manico troppo lungo per riuscire a portarselo alla bocca. Ma hanno capito che se non possono imboccare se stessi con un un cucchiaio dal manico così lungo, possono imboccare facilmente tutti coloro che stanno intorno. Così ciascuno di loro dà e riceve cibo dagli altri…

Se pensi di avere paura degli altri, non stare nell’angoscia e non rimanere chiusa dentro di te. La paura degli altri è un sentimento diffuso, più di quanto tu possa immaginare. Liberartene ti permette di vivere una vita molto più felice e serena e di incontrare le persone giuste per te. Non per niente, i percorsi che ho preparato per le mie lettrici sono studiati apposta per raggiungere una maggiore consapevolezza e aumentare la propria capacità di capire se stesse per avvicinarsi a chi ci circonda e  agli uomini, con sicurezza e determinazione:

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188 Commenti

  1. Avatar di Lella

    Lella 9 anni fa (27 Febbraio 2015 16:20)

    ENZO...indubbiamente per te é piú difficile avere una storia seria con una persona...ma penso comunque sia dovuto anche alla sfortuna...Molti come te incontrano donne simili a loro .Conosco coppie di attori di teatro per esempio..che vivono nella precarietá ma paghi della loro arte.Ho un'amica che ha iniziato una storia con una persona come te...ed ora hanno un figlio...Ci sono notai che non trovano la donna giusta....E' solo sfortuna la tua!! A una donna borghese non piacerai mai ma aduna piú libera da schemi perché no?
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  2. Avatar di Michela2

    Michela2 9 anni fa (27 Febbraio 2015 16:32)

    Ciao a tutti.Qualche giorno fa è entrato il mio capo in ufficio e mi ha annunciato (con molta tranquillità e mentre parlava praticamente d'altro)che a dicembre, quando mi scadranno i 3 anni di apprendistato mi licenzierà.Perchè togliendo le agevolazioni per gli apprendisti non sa se riuscirà a pagarmi.Ci sono rimasta male...Si'.Perchè sono qui da piu' di 5 anni dopo uno stage non pagato e 2 contratti proprio brutti,poi, a quasi 30anni ancora l'apprendistato.Sono partita da zero ho imparato tutto ho conosciuto gente abbiamo guadagnato ed ora...Complice la crisi ed il suo poco tatto mi dice che a fine anno mi spedisce via.Mi ha chiesto quanto ho maturato di tfr, beh, una miseria,il mio tfr di 3anni corrisponde al suo di un anno.Ora devo rimettermi in gioco ma non ho paura, per lo meno ce la metterò tutta.Il periodo lo conosciamo ma non possiamo neanche nasconderci dietro a questo per adagiarci... Baci a tutte
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  3. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (27 Febbraio 2015 16:45)

    @ Michela: da qui a dicembre hai tempo di spaccare il mondo. Tranquilla. Fatti un bel piano, lucido e razionale. E io sono certa di una cosa: la ripresa non è lontana. Dobbiamo darci da fare tutti, ovvio. Al nostro meglio e anche di più.
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  4. Avatar di Enzo70

    Enzo70 9 anni fa (27 Febbraio 2015 18:33)

    @ Al Sei stata onesta, hai scritto in tutta sincerità quello che la maggior parte delle donne pensano (ma perchè non gli uomini? perchè così tanti di loro non trovano nulla in contrario all'idea di accasarsi con una nullafacente a vita? residui di ideologia patriarcale? Ilaria, illuminaci :))) @ Lella Vero, la fortuna conta sempre. In effetti mi è capitato un paio di volte di incontrare donne benestanti, che apprezzavano quello che facevo, e non si sarebbero poste problemi... ma non me ne sono innamorato. Mi ero innamorato invece di una straniera in grave difficoltà e con due figli di un precedente matrimonio a cui badare, cioè proprio una persona per cui l'aspetto economico sarebbe stato un elemento essenziale, anche se diceva il contrario. E con molto dolore e molta amarezza, ho scelto di lasciarla perdere. La vita è strana, e complicata, specie dove entrano in ballo i sentimenti... e anche con tutta la buona volontà del mondo, non è detto che riusciamo a farla girare nel verso che vogliamo noi. E' così, e ho imparato da tempo a prenderla con filosofia, anche se è umano, certe notti che sei solo e guardi fuori dai vetri, nel buio e nel silenzio, ti venga da piangere. La vita impone un prezzo da pagare, sempre. C'è chi ne paga uno molto più salato: nasce handicappato, muore giovane di cancro, finisce su una sedia a rotelle per un incidente (ne conosco più d'uno), ecc. Si impara a non lamentarsi e a andare avanti con un sorriso, finchè si ha la salute e la forza di sorridere. ;))
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  5. Avatar di Lella

    Lella 9 anni fa (27 Febbraio 2015 21:14)

    La differenza tra uomo e donna sotto questi aspetti secondo me dipende in parte da una mentalitá tradizionale, in parte dall'istinto di protezione ed infine perché in parecchi casi gli uomini guagagnano piú delle donne. Pensiamo alla differenza tra un meccanico o qualunque artigiano in proprio ed una segretaria o una operaia. Tra due persone a pari stipendio sará la donna a fare uno stop o ridurre i ritmi in caso di figli...Se entrambi lavorano lo stesso numero di ore la famiglia ne risente...Un uomo che guadagna in modo stabile rende piú tranquilla la sua compagna.Comunque sono domande quasi filosofiche.Potremmo chiederci perché una donna deve essere bella e l'uomo basta sia simpatico , perché un uomo a 50 anni ê figo e una donna al massimo é ben conservata. retaggio sociale e biologia? Mah
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  6. Avatar di _al_

    _al_ 9 anni fa (27 Febbraio 2015 23:19)

    Per me è più un fatto di amore per l'attività. Alla fine tu hai scelto di portare avanti la tua passione per la musica. Ci sono tante persone (anche persone che conosco direttamente) che vivono di musica suonando nei locali o insegnando a suonare agli altri. Credo che tutto sia un fatto di compromesso, può esserci il compromesso netto tra due cose nettamente opposte o creare un'occupazione dalle proprie competenze. Alla fine, per quanto penso che la storia del capitalismo magico, del crearsi da soli sia in parte una baggianata inventata per rispondere ad una crisi per la quale sono state trovate risposte inadeguate (non è un blog di politica, vero?) dall'altra penso che ognuno può trovare le soluzioni ideali o almeno più fattibili in base ai propri mezzi e alle proprie propensioni. @Michela mi dispiace per il contratto però parti da tanti anni di esperienza, sei già su un buon terreno per costruire cose ancora migliori :)
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  7. Avatar di Morettina76

    Morettina76 9 anni fa (28 Febbraio 2015 2:07)

    Enzo, le nostre mamme e nonne non erano delle nullafacenti! Hanno portato avanti i mariti, i figli e il mondo! Una donna che rimane a casa non è mai nullafacente, gestisce una casa e una famiglia e questo è comunque un lavoro! Di donne che si fanno mantenere e si possono permettere di occuparsi del proprio hobby o della propria passione ne esistono certamente poche, magari le mogli dei miliardari o dei vip, ma qui parliamo di eccezioni! __Cmq non è detto che non si possa coltivare una passione e contemporaneamente fare altro! Io amo dipingere, quando lavoravo gestivo lavoro, casa, moroso, amici e la pittura... Certo non ho figli, ma in quel caso si deve fare una scelta!
    Rispondi a Morettina76 Commenta l’articolo

  8. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (28 Febbraio 2015 11:37)

    Michela2, in bocca al lupo! :) Io mi trovo in una situazione simile: tra due mesi mi scade il contratto e dovrò reinventarmi professionalmente. Non sarà una passeggiata, ma i cambiamenti portano sempre una ventata di freschezza, no? :)
    Rispondi a Valeria87 Commenta l’articolo

  9. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (28 Febbraio 2015 12:14)

    Enzo, anch'io ti dico la mia senza pretesa di verità assolute. Fin da bambina desidero fare la scrittrice. La passione è cresciuta negli anni, insieme all'ambizione, e oggi dedico una parte rilevante del mio tempo libero a studiare le tecniche di scrittura. Penso di non dirti nulla di nuovo: anche tu sai che si può conciliare le proprie passioni con la necessità di guadagnarsi la pagnotta, basta organizzarsi. Si avrà meno tempo da dedicare alla propria passione, ma si deve pur mangiare, no? Del resto, nella storia non mancano esempi illustri di artisti che facevano anche altri lavori: Kafka era impiegato in una ditta di assicurazioni, per dire, e non mi sembra che questo gli abbia impedito di scrivere i suoi capolavori. Sai cosa mi colpisce del tuo discorso? Il fatto che tu, avendo scelto di non lavorare, ti aspetti che siano altri a mantenerti. In tutta sincerità, a me questo sembra un atteggiamento arrogante, poco aperto agli altri. Io ho avuto una storia sbagliata con un uomo che ha scelto di lasciare il lavoro per dedicarsi esclusivamente all'attività artistica. Non mi è mai passato per la testa di rinfacciargli nulla, anzi: all'inizio, pensavo che avesse più coraggio di me. Sai qual era la realtà, invece? Che questo signore era talmente attento a se stesso, talmente preso dalla sua idea di vivere all'insegna della passione e del piacere, da non essere capace di capire che anch'io ero una persona, e che quindi anch'io avevo dei desideri e dei bisogni. Io ero lì solo per soddisfare lui. Quando non gli servivo, dovevo ritirarmi in buon ordine. Se non lo facevo, mi sentivo dire che avevo pretese eccessive. Ci pensi mai a queste cose, Enzo? Non ti viene mai in mente che, magari, quelle donne, da te dipinte come egoiste e attente alla moneta sonante, vorrebbero semplicemente un compagno che non pensi solo a se stesso, ma anche a loro e alla relazione?
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  10. Avatar di Cris83

    Cris83 9 anni fa (28 Febbraio 2015 15:42)

    Quando leggo "fallimento" perche' non siamo riusciti a conquistare la "persona amata".. E noi..daje che ci proviamo..ci riproviamo..stiamo male...lui ha preferito un'altra o vuole stare solo ecc ecc ecc.. Mi viene da pensare : Ma questo non e' amore!! neanche da parte nostra! Mi sembra una sfida personale, dove vogliamo vincere a tutti i costi. @Michela2 e Valeria87.. Ce la farete tutte e due. :)Veramente tante volte, si chiude una porta e si apre in portone! :)
    Rispondi a Cris83 Commenta l’articolo

  11. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (28 Febbraio 2015 17:30)

    @ Valeria87: diciamo che i ragionamenti di Enzo trasudano ambiguità un po' da tutti i pori :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  12. Avatar di Rondine

    Rondine 9 anni fa (28 Febbraio 2015 17:35)

    Leggendo questo articolo mi è venuta in mente una cosa che dico spesso alle mie amiche, quando mi propongono di uscire. "Ok, esco con voi, ma non dovrò mica pure parlare, vero?". Io ho una paura folle di conoscere persone nuove, e al tempo stesso vorrei di nuovo una relazione. Una paura paralizzante, nel senso che parlo pochissimo, ascolto, non sono musona, ma appena mi chiedono"E allora, Rondine! Che ci dici di te?", sprofondo. Ho tempi di apertura sociale lunghissimi, mi fa paura la psicologia da bar, per questo cerco di raccontarmi poco. Però così non va bene lo stesso, mi sa, eh...
    Rispondi a Rondine Commenta l’articolo

  13. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (28 Febbraio 2015 17:38)

    @ Rondine: e parrebbe anche che le tue amiche ti siano davvero amiche. Meritano che tu non faccia la tua parte?
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  14. Avatar di Enzo70

    Enzo70 9 anni fa (28 Febbraio 2015 18:35)

    @ Ilaria in che senso sarei stato ambiguo? Potresti essere più precisa? Ti rispondo e prometto che poi torno nel mio angolino... :) Mi spiace per Valeria che meriterebbe una risposta articolata, ma so già che a controbatterle punto su punto si finirebbe a discutere della psicologia degli artisti, del loro caratteristico narcisismo (che li accomuna tutti, i dilettanti come i geni, leggere un po' di biografie per credere), ecc e il risultato sarebbe un flame, l'ultima cosa che desidero alimentare. Senza contare che con questo finiremmo ampiamente OT. (lo sono stato io per primo e me ne scuso).
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  15. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (1 Marzo 2015 15:03)

    Grazie degli auguri, Cris. Ricambio augurandoti il meglio per i tuoi progetti ;)
    Rispondi a Valeria87 Commenta l’articolo

  16. Avatar di Rondine

    Rondine 9 anni fa (1 Marzo 2015 20:36)

    Lo meritano e lo merito anche io, anche se il richiamo del divano è più confortante. Faccio la mia parte, non voglio rischiare che non me lo chiedano più.
    Rispondi a Rondine Commenta l’articolo

  17. Avatar di Enzo70

    Enzo70 9 anni fa (1 Marzo 2015 21:07)

    Ok, sei tu la padrona di casa e hai tutto il diritto di non rispondere. Me ne dispiaccio però, ti credevo più gentildonna. Non è simpatico accusare qualcuno di ambiguità, che poi significa velatamente ipocrisia se non menzogna, e sospendere il dialogo, lasciando la propria (infondata e non argomentata) sentenza come una specie di epigrafe, un'etichetta di inaffidabilità appioppata al personaggio scomodo. Vabbè, è la vita. PS Per favore, se vuoi pubblicare questo commento, evita di far seguire accuse di trollaggio. Non è mia intenzione trollare, ho altro da fare, credimi. Se quello che ho scritto ti disturba cancellalo, e amen :))
    Rispondi a Enzo70 Commenta l’articolo

  18. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (1 Marzo 2015 21:43)

    @Enzo: ho la sensazione che tu te la canti e te la suoni. In questo ultimo commento e anche nei precedenti.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  19. Avatar di Enzo70

    Enzo70 9 anni fa (1 Marzo 2015 23:08)

    E' il mio mestiere (suonare, non cantare :) O forse è l'essere single da sempre che mi porta ad avere una tendenza al soliloquio :):) Però il tuo pensiero, scusami, continua a non essermi chiaro. Ripeto: cosa c'è di ambiguo, nelle mie parole e nella mia storia per come l'ho raccontata? Non sono stato abbastanza esaustivo su alcuni punti? Ho dato l'impressione di mentire o contraddirmi? Di non essere coerente? Guarda che non si tratta di cantarsela & suonarsela, ci tengo a saperlo perchè la tua opinione per me vale molto. Chiaro che se poi trovi in me qualcosa che ti urta, o hai altro da fare che starmi a rispondere va bene, questa è casa tua, non mia. Però bisognerebbe avere l'onestà di dirlo apertamente. Se è così... allora ciao, auguri e buona fortuna per il tuo lavoro, che è fantastico (giudico il tuo sito il migliore in Italia tra quelli dedicati all'argomento) e di certo ha aiutato molte persone :))))))
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  20. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (2 Marzo 2015 13:25)

    @Enzo70, hai ragione, non sta scritto da nessuna parte che io debba rispondere, né che io debba dare le risposte che le persone pretendono da me: sai quanti qui, nella vita normale, nelle normali interazioni, fanno domande con l'obiettivo di avere la risposta che vogliono loro? E' un po' quel che nello stesso spazio - guarda caso - state facendo sia tu, sia Lety: avete nella vostra testa una certa idea della vostra posizione del mondo, degli altri e di come devono andare le cose. Siccome notate un certo stridore tra questa e la realtà dei fatti e questo stridore non vi va bene, invece di mettervi in discussione e di cercare di adattarvi, continuate a chiedere agli altri qualcosa che, per definizione, non vi darà mai pace e non vi farà mai sentire in armonia, qualsiasi cosa essa sia, con l'eccezione forse di "Hai sempre e totalmente ragione tu in ogni caso". Qualcuna tra le lettrici giustamente ha ritenuto di riconoscere nel modo di esprimersi di Lety della manipolazione, io del pari ritengo di riconoscere della manipolazione anche nel tuo modo di esprimerti e di relazionarti. Questa era l'ambiguità alla quale facevo riferimento. Quanto ai tuoi tentativi di manipolare gli altri e di pretendere che si uniformino alla tua visione del mondo per i tuoi obiettivi specifici prendo a esempio l'iterazione che stai avendo con me: se ti rispondo, come vuoi tu o se pensi di poter trarre da me quel che vuoi tu, mi riempi di complimenti, appena ti pare il contrario parti con insulti spropositati, rasentando il delirio.
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