La zitella acida, la teoria della stupidità umana e il volo ad alta quota

zitella acidaOgni tanto tra i messaggi che mi inviano le lettrici, nei commenti sul blog o sulla pagina Facebook de La Persona Giusta per Te vedo fare capolino due magiche paroline, una breve definizione, archeologica e apparentemente sempre in voga: zitella acida. E mi stupisco e rimango impressionata. Ci sono ancora, ahimé, donne terrorizzate di fare la fine della zitella acida, di trasformarsi – chissà come, chissà quando, chissa perché – in una zitella acida. Donne così terrorizzate di diventare delle zitelle acide da accontentarsi di stare ed elemosinare l’attenzione (e il non-amore) di ogni genere di uomini sbagliati, tipo il dongiovanni, il perditempo, lo stronzo, il rospo, l’indeciso, l’irresponsabile, il confuso, lo sposato, il fantasma, il bambinone, il falso figo, colui che usa la manipolazione a carriolate, il cretino.

"Se sei single il mondo è il tuo buffet personale. Da: Sex and the City"

Oddio non è che, appunto, all’apparenza la definizione zitella acida sia la fine del mondo. E che vuoi che sia, su! Vi sono tanti altri pessimi termini per definire le persone, termini che, anch’essi come zitella acida, affondano le proprie radici in sotterranei oscuri dell’ignoranza e della disumanità e nei buchi neri e profondi dello spirito, della mente, dell’intelligenza. Ne cito alcuni (pochi, tra l’immensa scelta disponibile e orrorifica), così, tanto per fare degli esempi: puttana, negro, terrone, vu cumpra’, frocio, lesbica, immigrato, barbone e molti altri profondamente offensivi, carichi di aggressività, di violenza e di disprezzo usati per definire persone considerate non allineate agli standard, per qualsiasi ragione. Chi ha intuito sa di certo a che cosa mi riferisco quando parlo di persone non “allineate agli standard”. Chi non ha intuito pazienza: giorno verrà in cui se è importante intuire, si intuirà. Diversamente non sarà stato così importante e si perderà un pezzetino di luce, rimanendo nell’ombra.

La zitella acida e la felicità della vita

Siamo sincere: zitella acida suona molto più familiare, affettuoso e amichevole rispetto ai termini che ho citato a esempio. Ma non è proprio così. In effetti per zitella acida si intende una donna che non ha un marito e per questo fatto si porta dietro un carico di acidità, si presume per la disgrazia, il rammarico e il rimpianto, guarda un po’, proprio di non aver contratto matrimonio e – si sottitende, con malizia e volgarità – soprattutto per la sfortuna di non godere delle gioie del sesso.

"Nubile. Non sposata. Non fidanzata. Senza relazioni sentimentali. Senza impegni futuri. Anonima"

Ohibò. Interessante. Dunque chi usa la definizione zitella acida ha come contesto mentale il retropensiero secondo il quale essere una donna non sposata significa essere una zitella acida. Una donna infelice. Dal che ne deriva, per un passaggio di logica di imbarazzante banalità, che per non essere acida (e quindi, ovviamente, infelice, in quanto l’acidità è il sintomo dell’infelicità), una donna abbia una soluzione vechia e scontata a propria disposizione: prendere marito. Trovarsi un compagno. La felicità, una donna, se la conquista con il matrimonio. Tutto qui il dramma esistenziale femminile: questo è l’inizio e la fine di ogni obiettivo, progetto, sogno di una donna. Il succo, alla fin fine, stringi stringi è tutto lì.

Per un uomo, ovviamente, non è così. Un uomo la sua felicità se la costruisce attraverso strumenti ben più difficili da conquistare e da controllare: il successo sociale, la carriera, il denaro, tante belle donne. La vita di un uomo è eccitante e piena di sorprese e di grandi sfide. E, soprattutto, va da sé che un uomo è, per definizione, soddisfatto sessualmente e quindi non-acido. Esiste una definizione per un uomo inacidito dalla mancanza delle gioie del sesso? No. Semmai c’è il “morto-di-figa”, che è uno sfigato un po’ schifosetto e per lo più innocuo, ma di sicuro privo di qualsiasi acidità. Che prima o poi una sua collocazione nel mondo la troverà. Magari come migliore amico di molte donne attraenti e insicure che non trovano un partner alla loro altezza e che nel contempo proprio non se la sentono di immolarsi per il morto di figa, ma ne accettano di buon grado la compagnia, in mancaza di altro. Molto interessante.

La zitella acida e i mille volti della sfiga autentica

Zitella acida è un termine che viene dal passato, dal peggio del passato, dal peggio della cultura popolare e tradizionale. Eppure, guarda un po’, è un termine che contiene in sé, ancora al giorno d’oggi, tutta la sua potenza negativa e funziona da terribile spauracchio per le molte donne single di tutte le età, che appunto, terrorizzate dall’idea di diventare zitelle acide si accontateno del peggio e stanno con un uomo purchessia, solo in quanto uomo, solo in quanto partner.

Insomma una zitella acida è la sfigata per antonomasia, colei che rappresenta la vera sfiga per una donna: il fatto di non avere un compagno. Certo, per chi ci crede, per chi compra senza filtrare con il proprio senso critico quanto venduto dal pensiero comune e diffuso.
Sì, perché, attenzione: le idee, anche quelle più popolari, gettonate e fortunate, vanno sempre messe in discussione. Le tue e quelle degli altri. Se l’aspettativa di vita dell’uomo contemporaneo è per lo meno raddoppiata rispetto a quella dell’uomo del Medioevo è perché si è usato il senso critico e si sono trovate nuove idee, più utili rispetto a quelle più “banali”, “scontate” e “popolari”.

Essere persone adulte e mature, avere le palle e avere successo signfica innanzittutto non bersi tutte le baggianate che ci vengono propinate dallo spirito del tempo, dal primo che passa o dagli stati di Facebook. E nemmeno i pregiudizi della nonna e della mamma, o – e qui peggio mi sento – i pregiudizi della nonna e della mamma della tua “migliore” amica o del tuo ex fidanzato.

La zitella acida e l’orrore insospettabile

Identificare, riconoscere e sovvertire le milionate di idee sbagliate che ci circondano significa costruirsi una vita su misura, autentica, davvero felice. E rifiutare di vivere una vita standard, cioè basata su regole e “leggi” del “si dice”, “si deve”, “è meglio”. Ecco: il termine zitella acida nasce in un ambiente standard e si alimenta di mentalità, idee e presupposizioni standard. Il termine zitella acida è da negozio di cineserie “tutto a 1 euro!”, tanto per capirci…

Il senso critico, beh, quello appartiene ad altre categorie. Ad altri livelli. Ad alti livelli. Il senso critico è un prodotto d’élite.

E come si fa ad avere senso critico? Dove lo vendono il senso critico? Usare il senso critico significa usare la propria intelligenza, nel senso che la si adopera, invece di lasciarla inutilizzata. Essere intelligente è utile, eccome se è utile! E il senso critico fa da filtro, una volta che si è decisa di usare l’intelligenza. Che cosa vuol dire? Che ogni volta che ti viene sottoposta un’idea decidi di valutare se ha senso, utilità, valore.

Per inciso: il senso critico, se applicato, aiuta a trovare l’uomo giusto e a evitare quello sbagliato. Quindi, viva l’intelligenza e il senso critico.

Andiamo avanti. Le parole sono modi per esprimere le idee e anche i loro sottintesi. Zitella acida esprime molte idee, tutte sbagliate e ha molti sottintesi tutti sbagliati. Ed è frutto di una cultura manipolatoria, che fa della manipolazione e del manipolare un proprio strumento di controllo.

Perché la realtà è molto più ricca e articolata delle parole e delle idee preconfezionate che ti vogliono vendere in giro. E affezionarsi a poche e vecchie idee significa lasciare andare la possibilità di trovare vere soluzioni ai propri bisogni. Ragazze, lo so, quando scrivo queste cose, mi sto rivolgendo a persone intelligenti che sono entusiaste di sperimentare nuovi concetti. Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare.

Se ti concentri su un’idea sola, magari cattiva e ti fai tiraneggiare da questa unica idea cattiva, perdi la visione di insieme e davvero sei Cappuccetto Rosso che vaga smarrita nel bosco pronta a farsi mangiare dal lupo. E, per esempio, lo spauracchio di cui parlavamo prima, che porta la definizione indegna di zitella acida può distrarti da una visione più intelligente e utile della realtà.

La zitella acida e le cattive idee degli altri

Perché, cara mia, se la tua vita è un continuo fuggire da idee, situazioni e posizioni che altri, prima di te, hanno definito per te a tua insaputa, difficile che tu trovi la tua meta, quella che ti appartiene veramente. Più facile che tu cada in altre trappole, ben più pericolose di quelle che tu credi di temere.

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

In altre parole: quante donne si rovinano la vita nel tentativo di rispecchiare un’idea di realizzazione che non appartiene davvero a loro, per una qualsivoglia ragione? Quante donne hanno scampato il pericolo di vedersi appioppata la definizione di zitella acida, ma si ritrovano, magari senza esserne consapevoli, in condizioni ben più infelici e restrittive rispetto all’inferno immaginario che credono di aver evitato, dato che vivono in un inferno reale, che però non è tale per l’idea comune?

E lo stesso si può dire degli uomini… Perché mai una donna deve temere di diventare una zitella acida e un uomo non deve essere terrorizzato all’idea di diventare un ultras il cui solo scopo esistenziale è quello di andare allo stadio alla domenica a prendersi a botte con i suoi pari? No, davvero, ma quante condizioni sono ben più sostanzialmente vergognose che non quella che richiede la definizione di zitella acida?

E allora, lasciamo perdere per un momento la zitella acida, inacidita perché sola e senza sesso. E parliamo di categorie umane “impressionanti” alle quali so che in molti non vorrebbero appartenere. Ma in realtà ci sono dentro fino al collo.

"Perché agli inglesi è toccata una parola figa come “single” e a noi “zitella”? NiceToMatthew"

Che dire, per esempio, dei tantissimi matrimoni (o relazioni) senza sesso. Si definiscono “bianchi”. Sono unioni nelle quali i partner non hanno mai avuto un rapporto sessuale vero e proprio. Sono migliaia nel nostro paese. Quanto è frustrante, quanto abbatte, quanto consuma una situazione del genere? Quanto mina nel profondo la femminilità di una donna?

"Io sono single perché sono nata in questo modo. Mae West"

Che pensare, poi, del caso di tanti altri matrimoni in cui il sesso c’è stato, sì, ma talmente tanto tempo fa, che, accidenti, e chi se ne ricorda più? Quanto avvilimento c’è in una relazione del genere? E quante donne tengono duro, resistono, persistono perché un matrimonio è un matrimonio, quello sì è importante, e chi se ne frega se la porpria vita va a ramengo?

Poi ci sono le relazioni e i matrimoni da sempre e per sempre insoddisfacenti, su tutti i frunti e da tutti i punti di vista, quelli in cui lui è una mezza calza di uomo – incapace, distratto e inetto anche e soprattutto a letto -, mentre lei, per una ragione o per l’altra, di certo “meriterebbe di più”, ma di fronte al mostro dalle 7 teste che è il mito della zitella acida ha rinunicato a cercare oltre, a cercare di meglio. Si è adagiata, ha rinunciato alle sue ambizioni, ha messo da parte le proprie competenze e imprigionato la scintilla della propria intelligenza per rendere tollerabile e credibile un’unione che non ha nessuna ragione d’essere, ma continuerà finché morte non separi.

E delle relazioni in cui il problema pincipale non è la mancanza di sesso, ma la mancanza di tutto il resto: condivisione, dialogo, sostegno reciproco? Come le vogliamo definire? Quante migliaia di donne stanno in matrimoni o relazioni del genere e si spengono, dentro e fuori? Non c’è un’orribile definizione per questo genere di unioni? Quante donne accettano l’umiliazione di una vita intera pur di non essere considerate zitelle acide?

Cosa pensare delle tante coppie nelle quali i partner non hanno niente da dirsi e si portano dentro da anni rancori, rabbie e risentimenti potenti, dei quali non conoscono le ragioni e le origini (la consapevolezza non si compra al supermarket, come l’olio d’oliva) e mantengono tra di loro un equilibrio maligno costruito sulla aggressività passiva?

La zitella acida e le storie d’odio anziché d’amore

Come definire le tante altre coppie in cui, invece, l’aggressività è esplicita e si manifesta non in violenza fisica ma nell’ostentata manifestazione di un’insofferenza reciproca continua, fatta di parole, opere e omissioni… perfino “dispetti”. Qual è il livello di “acidità” in questo genere di relazioni? Io le definisco “storie d’odio”. Ma qualcuno mette mai le donne sull’avviso di quanto terribile sia finire e restare in una storia d’odio?

E poi, di fronte ai tanti messaggi e alle dichiarazioni terrorizzate di donne giovani e mature che temono di fare la fine della “zitella acida” e di non poter coronare il sogno di avere una famiglia (cioè di avere un marito e dei figli), non può non venirmi in mente una figura di donna tanto diffusa e tanto invadente nel nostro mondo contemporaneo. Quella che io definisco la “madre assoluta”. La donna che pare riconoscere se stessa e la propria identità profonda soprattutto se non esclusivamente nel ruolo di madre. E’ una donna che si mostra assertiva, per non dire aggressiva e prepotente, facendo leva su quell’idea strabordante di maternità che vuole rappresentare con lo stesso coraggio con cui Giovanna d’Arco è salita al rogo. La propria maternità non la sperimenta e non la gode. La incarna e la impone agli altri, così come impone i propri figli e le loro prepotenze al mondo. Tiraneggia tutti coloro con i quali ha qualche genere di relazione (marito, famiglia d’origine, parenti vari, insegnanti, allenatori, colleghi) e, ovviamente, tiranneggia e invade le vite dei figli mentre, a sua volta, è tiranneggiata da quegli stessi figli che fa credere siano la sua ragione di vita. E invece più probabilmente sono lo specchio appannato del suo narcisismo e alimentano con lei un circolo vizioso di arroganza e di prepotenza che si allarga tutto intorno come un’onda nell’acqua.

Queste “madri assolute” che sì, davvero, ripongono la pretesa soddisfazione di tutte le loro aspirazioni in un ruolo che alla fine – in modo paradossale – toglie loro tutta la femminilità possibile, rendendole più simili a streghe malefiche. Qui siamo ben oltre l’astinenza dalle gioie del sesso.

In questo desolante e parziale elenco voglio ricordare anche le tante relazioni incentrate sull’abuso e la perversione, dove vi è violenza fisica e psicologica e manipolazione. Relazioni nelle quali molte donne – molte più di quanto si possa sospettare – sono letteralmente costrette a rimanere, perché l’annientamento della volontà e dell’iniziativa personale è uno degli effetti tipici di queste relazioni, ma anche perché il “sapere comune” non fornisce gli strumenti adeguati per interpretarne i segnali e i rischi devastanti.

La zitella acida e la morale della favola

Che cosa ti ho voluto dire con questo articolo? L’altro giorno ho ricevuto un messaggio e-mail, evidentemente da una persona che ama andare nel profondo delle questioni, cioè, per intenderci, quel genere di messaggi senza saluti iniziali, senza punteggiatura, senza distinzione tra maiuscole e minuscole, senza congedo finale, nel quale la mittente mi diceva che aveva iniziato a leggere la mia guida gratuita Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi e che le pareva che io dedicassi molto spazio alla capacità di stare da sola e questo le suscitava qualche perplessità. Ebbene la lettrice in questione non è il genere di lettrice alla quale amo rivolgermi.

Se dopo la lettura di quest’articolo la tua sintesi è che io non sia favorevole al matrimonio, inciti le donne a non cercare un partner, a non desiderare una vita di coppia soddisfacente e appagante e che non mi piacciano i bambini (e soprattutto le loro madri) ti rispondo che temo che sia sfuggito il nocciolo della questione.

E’ proprio perché penso che il desiderio di avere una vita sentimentale serena e arricchente sia un desiderio naturale e legittimo, proprio per questo sono convinta che ogni donna (ogni persona) faccia bene a decidere che cosa vuole davvero per sé, con uno sguardo proiettato al lungo termine e usi tutti gli strumenti e l’intelligenza necessari a rendere concrete e reali le proprie aspirazioni di felicità. Senza farsi ingannare da falsi miti e pessime storie raccontate male. Perché la tua vita è una sola e nessuno deve permettersi di giocare e di prendersi gioco della tua vita.

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121 Commenti

  1. Avatar di Irene

    Irene 6 anni fa (3 Marzo 2018 13:59)

    "Se pensi di avere delle insoddisfazioni nella tua vita, dei bisogni inappagati, delle aspirazioni incompiute, non ravanare sempre nel solito polveroso deposito buio delle vecchie idee del passato, che qualcun altro ti ha dato per buone. Cerca nuove vie: le nuove vie sono molto più numerose di quelle vecchie. E contengono soluzioni e trovate insospettabili per quel che tu desideri e che al momento non puoi nemmeno immaginare"...questo meccanismo è stato la chiave per la mia serenità !!!!
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  2. Avatar di Carissima me

    Carissima me 4 anni fa (1 Luglio 2020 16:34)

    Ciao Ilaria! Ho trovato questo articolo interessante e mi sono sentita capita perché per l'ennesima volta sono incappata (ahinoi mio malgrado) nella discussione con una zia e una cugina e pure con mia cognata (come se non fosse abbastanza) solita "perché sei ancora sigle? Il tempo passa, devi fare figli tanti e belli" non ho risposto credo solo di aver fatto finta di incassare abbozzando solo un "succederà" perché è inutile parlare con queste persone, avere un dialogo sincero e costruttivo. Poi all'improvviso a bruciapelo rincarano la dose "ma.. Non è possibile.. Così carina e ancora sei da sola" io: "sono sempre stata per i fatti miei e non sono morta" e alla fine rullo di tamburi... "non è normale.. Hai qualche problema? O Signore non sarai lesbica?!!" io: "è quello che volete vedere voi, io sono in pace con me stessa e con il mondo e non mi accontento di uno qualunque solo per avere una famiglia e farvi contenti perché così si fa. Non sono lesbo ma anche se dovesse esserci una ragazza nel mio cuore io non mi vergognerei e la cosa importante è accettare e accettarsi, cosa che a voi non entra in testa perché per voi l'importanza suprema è fare come "Dio comanda" e non ascoltare i vostri sentimenti e desideri autentici come faccio io"
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  3. Avatar di Giulia

    Giulia 5 anni fa (20 Maggio 2019 21:29)

    Ciao Ilaria, volevo farti i complimenti per questo articolo davvero bello. Vorrei sottoporti un "problema" che mi riguarda: mia zia, tra le più avide sostenitrici della tesi secondo cui "donne e uomini devono sposarsi e avere figli", spesso non perde l'occasione per chiedermi se sono fidanzata o meno (una delle sue ultime uscite è stata "Ma a te non interessa proprio avere un fidanzato?", no comment). Secondo te, qual è la risposta più vincente che potrei darle per metterla a tacere una volta per tutte? Come sempre, un grazie.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 5 anni fa (20 Maggio 2019 22:08)

      Ma povera zia... Dài... Voglio fondare un comitato "Per la difesa della zia di Giulia". Limitati a risponderle che la ringrazi dell'interessamento e che quando i vari eventi dovessero verificarsi, sarà la prima a saperlo direttamente da te ;) .
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    • Avatar di anonym

      anonym 3 anni fa (30 Settembre 2021 20:31)

      Ho anch'io parenti e conoscenti che considerano l'essere single come la peggiore disgrazia. Quello che applicano alla loro vita lo applicano anche a me. Poi c'è qualcuno tra i miei parenti che ce l'ha con me perché ho qualche chilo di troppo. Per loro, nonostante abbia più di 30 anni, sono ancora una bambina che non sa neanche come si fanno i bambini, e addirittura credono che non abbia mai baciato un uomo. Ma per loro avere un fidanzato non basta: il mio ex era straniero e per i miei parenti non era un fidanzato vero perché se fossi stata capace di fidanzarmi mi sarei messa con un italiano, non con uno straniero che si era trasferito qui da poco e aveva una stanza in affitto. Il mio attuale ragazzo è italiano ed è un mio collega di lavoro, ma per i miei parenti non vale averlo trovato sul luogo di lavoro, mia cugina mi ha detto "Per forza l'hai trovato sul lavoro, oltre al lavoro non hai nessuna vita sociale". Il tono acido lo aveva lei che è sposata ed è mamma, ma la zitella acida per tutti sono io. Addirittura io sono un'eterna zitella perché il primo fidanzato l'ho avuto tardi (all'università quindi a 20 anni) e durante il liceo non l'ho avuto. Insomma, posso anche mettermi con l'erede al trono ma per loro continuo ad essere una zitella perché ho avuto la mia prima esperienza più tardi degli altri.
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    • Avatar di Fabio

      Fabio 3 anni fa (30 Settembre 2021 23:18)

      Prima di tutto bisogna essere in pace con se stessi, piacersi, volersi bene, poi gli altri con i loro giudizi li puoi mandare a quel paese. Non preoccuparti di ciò che pensano o dicono, tu vivi come piace a te, gli altri vivano come piace a loro, ognuno al suo posto. Fabio
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  4. Avatar di Carlotta

    Carlotta 2 anni fa (5 Dicembre 2021 14:08)

    Ciao Ilaria, un libro che sto leggendo mi ha portato a fare delle riflessioni che mi hanno riportato a questo articolo. Credo che essere zitelle significhi avere una mentalità per la quale - a prescindere dal fatto di essere single o in coppia - si crede di poter essere normali, felici, valere, essere belle, desiderabili, solo se si ha un uomo al proprio fianco o se si è ancora in un’età in cui si può trovare un marito/ compagno, secondo il senso comune. Ci siamo liberate - più o meno - dall’idea che sia un uomo a doverci dare da mangiare; quanto però ancora siamo ingabbiate nell’idea che sia un uomo/ un compagno a darci dignità e un senso alla nostra vita? Tutte cerchiamo amore e la persona giusta, ma quanto questa ricerca è ancora sporcata da queste convinzioni? Come mi piacerebbe poter leggere uno studio su questo :-) Buona domenica! Carlotta
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