Conquistare un uomo: Biancaneve, i 7 nani e le donne che giocano al ribasso (Seconda parte)

conquistare un uomoNella prima parte di quest’articolo dedicato a Conquistare un uomo, Biancaneve, i sette nani e le donne che giocano al ribasso (puoi leggerlo cliccando qui) mi sono concentrata su un atteggiamento molto comune fra le donne: il desiderio di conquistare un uomo “qualsiasi” pur di avere un compagno, un fidanzato o un corteggiatore in modo da soddisfare una convinzione che giunge dal mondo esterno, ma che molte hanno fatto propria. Si vale solo se si è in coppia. Soprattutto: una donna ha un qualche valore solo se ha un partner accanto.

"Ogni donna è una ribelle, e solitamente in violenta rivolta contro se stessa. Oscar Wilde"

Eccoli qui quindi gli insopportabili nani della detestabile Biancaneve, la fanciulla creata a immagine e somiglianza di un mito culturale immortale secondo il quale la donna deve sopportare con pazienza e spirito di sacrificio le peggio cose dalla vita, i compromessi più umilianti pur di dimostrare, dopo una lunghissima trafila di compiti onerosi e di sfide crudeli – da cui peraltro la sua immagine esce pregiudicata per sempre, dato che è lei a fare la figura della stupida, cadendo nell’inganno della strega ed essendo costretta all’esilio nella casa dei nani – di meritarsi il premio più ambito: il principe azzurro. Il quale, al pari di molti uomini del passato e del presente, sfide e fatiche non ne ha dovute affrontare e forse per questo non ha imparato nulla di speciale su se stesso e sulla vita. E tutto questo ha ben poco a che vedere con il conquistare un uomo.

Ed ecco che al pari di Biancaneve, che deve accudire i nani e fronteggiare gli attacchi della strega cattiva, molte fanciulle, donne giovani e donne nel pieno della maturità, si accontentano di nani, credono di innamorarsi di nani e spasimano per i nani. Molto spesso, metaforicamente o anche nella pratica, dai nani le prendono anche. Invece di conquistare un uomo, molte donne lo subiscono. E confondono il dolore che provoca la relazione con un uomo indadeguto e non all’altezza con le pene d’amore, credendo che siano eccitanti, mentre sono solo deludenti e umilianti.

Di confusione di ruoli, di fraintendimento nel comprendere le relazioni e di sovvertimento delle parti ho parlato tempo fa in un articolo dedicato agli errori delle donne, dove raccontavo la storia di una mia lettrice, caduta in pieno nella manipolazione di un cosidetto stronzo. Nella sfida che lei – e solo lei – credeva di aver ingaggiato con questo suo corteggiatore – che in realtà era un dongiovanni, un seduttore seriale, – di fatto la nostra amica rappresentava la pedina del gioco di lui. Peccato che fosse convinta all’inizio di poter sedurre il seduttore, uscendo indenne da una gara di seduzione con uno di quei personaggi che fanno della seduzione malefica la propria ragione di vita. Lei credeva di essere spregiudicata e di sapere stare al mondo. Invece, proprio in quel suo credersi spregiudicata e donna di mondo, si era semplicemente trasformata nella vittima del seduttore, che si diverte nel vedere la sua preda comportarsi da “pantera” e sottometterla, dato che questo lo eccita e lo fa sentire forte e vincente. Lo fa sentire potente, dominante. Lei pensava di poter conquistare un uomo, invece docilmente e volontariamente recitava solo la parte che lui aveva deciso per lei. Non che questa lettrice abbia una storia unica e irripetibile. Quante donne credono di fare le pantere e invece si fanno solo manipolare?

Conquistare un uomo e gli inganni dell’invenzione

Ecco dove conduce l’ipnosi del voler conquistare un uomo a tutti i costi. Perché di ipnosi, di condizionamento, di imbambolamento si deve parlare. Come possiamo spiegare diversamente le tante, tantissime storie di donne che stanno con uomini che incontrovertibilmente sono dei nani, di donne che si innamorano di nani e che insistono nella falsa pretesa di essere ricambiate (come onestà e correttezza per giunta) e che accettano le peggio umiliazioni inflitte loro da dei nani?

Quanti messaggi leggiamo anche qui: “Non mi chiama, ma non riesco a smettere di pensarlo”; “Mi ha offeso e mi ha mentito, ma voglio riconquistarlo”; “Sta con un’altra, ma io ne sono ancora innamorata”?

Di più: come possiamo spiegarci il fatto che molte donne, capaci e intelligenti, escono da relazioni a lungo termine, pesanti, conflittuali, che le hanno umiliate nel profondo e come prima idea, progetto o sogno hanno quello di conquistare un uomo (un altro, questa volta)? Sono donne che, per riscattarsi dal dolore passato e ritrovare – finalmente, vivaddio! – la propria identità, invece di sfoderare le proprie risorse e metterle all’opera – sfida, quella sì, che le renderebbe pantere forti e invincibili, donne affascinanti e attraenti per uomini di statura – per trovare equilibrio interiore ed esteriore, decidono ancora una volta di affidare il proprio futuro e destino, la propria vita, a un uomo. Che inevitabilmente sarà un uomo di bassa statura, considerati i presupposti dai quali si parte.

"Questo è naturale istinto nelle donne, sprezzar chi le ama, e amar chi le odia. Miguel de Cervantes"

Conquistare un uomo: l’ipnosi e le differenze

Non che abbia bisogno di spiegarlo: chi mi conosce perché mi legge su questo blog e ancora di più chi mi conosce di persona perché ha fatto coaching con me, sa benissimo che queste considerazioni le faccio con cuore partecipe e comprensivo verso questi atteggiamenti femminili, verso questa disperata fame d’amore e d’attenzione (verso questo tormentoso desiderio di conquistare un uomo), che viene nutrita sempre più spesso con atteggiamenti autolesionisti e controproducenti. In poche parole: capisco e il fatto di capire mi spinge ad essere ancora più veemente.

"L’immaginazione delle donne è molto rapida: balza dall’ammirazione all’amore, dall’amore al matrimonio. J. Austen"

Non è l’inseguimento continuo di un uomo, di una relazione, di un amore che risolve i problemi in sospeso dell’esistenza di una persona. Di più. Se è accaduto che sia stata proprio una relazione a creare problemi nella tua vita o ad accrescerli, non è una relazione – anche se con un altro uomo – che può aiutarti a risolvere quelle questioni e quei problemi e a uscire da un situazione di poco equilibrio interiore ed esteriore. Ok, va bene conquistare un uomo: per che cosa? Con quale progetto? Con quale obiettivo per sé e la propria vita?

Affrontare la vita da vincenti, con senso del proprio valore, con rispetto per sé e per il valore della propria esistenza significa davvero essere capaci di guardare alla propria vita con obiettività e farsi queste domande, appunto: che cosa voglio per me? Qual è il mio progetto di vita? Che cosa voglio realizzare per me?

Conquistare un uomo, uomini, donne e altro

Quando si parla di differenze tra uomini e donne non si insiste mai abbastanza su questo aspetto importante: donne e uomini danno una classifica di priorità completamente diversa alla loro vita sentimentale. Per la stragrande maggioranza delle donne, anche quelle più “fredde”, “calcolatrici” e “in carriera” la vita sentimentale, la realizzazione amorosa è prioritaria e intorno a quella si organizza l’esistenza. Certo, con maggiore o minore lucidità, con maggiore o minor calcolo.

"Nelle donne ogni cosa è cuore, anche la testa. Jean Paul Richter"

Per gli uomini, invece, una relazione d’amore è uno dei tanti aspetti della vita, probabilmente molto spesso importante, più frequentemente “accessorio” e di contorno.

Per riprendere l’esempio di cui sopra, difficile che un uomo, dopo la fine di una storia si butti tra le braccia di un’altra donna per ricevere un conferma di tipo esistenziale. Semmai lo fa per ricevere una conferma della propria virilità, della propria capacità di sedurre, della propria capacità di “rimediare” alle “sviste” precedenti.

Avventura o amore vero? Scopri se la relazione che stai vivendo è una storiella temporanea o è destinata a durare nel tempo...

Ecco perché le donne tendono a “disperarsi” di fronte al fallimento di una relazione: sono convinte di aver perso TUTTO, dato che come il giocatore che punta tutto il proprio patrimonio su quel numero, loro investono tutte le proprie risorse in una relazione, vera o inventata che sia.

Molto più difficile che questo lo faccia un uomo.

E questa rivelazione dovrebbe condurci a ulteriori considerazioni sul “perché” di certe differenze fra uomini e donne…

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91 Commenti

  1. Avatar di sara

    sara 9 anni fa (6 Ottobre 2014 22:14)

    Vedo che siamo tutte nella stessa situazione. Storie diverse ma alla fine tutte con un sacco di perché che non avranno risposta. Poi riguardo al futuro abbiamo paura di incontrare un altro nano o peggio di non riconoscerlo in tempo. Che fare ? Io non lo so se mi sto davvero smuovendo o credo solo di farlo comunque cerco di prendermi cura di me stessa , dal lavoro, al corpo , alle amicizie . Sto faticosamente imparando a vivere alla giornata , ( io che fino a un anno fa avevo programmato tutto fino al 2025) e devo dire che nonostante i giorni tristi ,ce ne sono stati anche alcuni molto piacevoli e assolutamente inaspettati. @adriana mi è piaciuto il tuo commento , la vita è imprevedibile , a volte i sogni si avverano , a volte no ma andrà bene lo stesso
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  2. Avatar di Eva

    Eva 9 anni fa (7 Ottobre 2014 10:23)

    Un uomo che si approfitta di una donna, e' un uomo debole. Perche' mai dovremmo volere un uomo debole al nostro fianco? E' solo una perdita di tempo ed energie.
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  3. Avatar di Emanuela

    Emanuela 9 anni fa (7 Ottobre 2014 10:54)

    Leggendo i vostri commenti mi è venuto spontaneo fare un accostamento con i colloqui di lavoro. Francy che ritiene lei di avere un brutto carattere e di restarci male non tanto perché la persona non corrisponda alle aspettative, ma perché lei non sa accontentarsi come tutti gli altri. Sara che ha paura di non saper riconoscere il nanetto quando dovesse ritrovarselo davanti. Cristina che ha la sua autostima sottoterra perché questi nanetti non solo sono il peggio in circolazione, ma ti dicono pure che o così o ciccia. Perché io ho pensato ai colloqui di lavoro? perché ne ho fatti diversi in passato in qualità di titolare d' azienda però, quindi dalla parte di chi può scegliere e non di chi vuole essere scelto. E curioso a dirsi, ma ho riscontrato la stessa casistica. Una volta un ragazzo con un curriculum non invidiabile si ritrovò qui per un brevissimo periodo di prova solo perché caldamente consigliatomi, quando arrivai a tirare le somme chiesi gentilmente che facesse uno sforzo da parte sua per colmare quelle lacune che io avevo riscontrato e lui mi rispose che lui era così come lo vedevo, non avrebbe potuto migliorarsi quindi o lo assumevo per le sue non doti o era inutile perdere tempo. Scommetto che a qualcuna di voi si saranno sbarrati gli occhi esattamente come accadde a me a sentire quelle parole. Non solo io gli offrivo una chance oltre ogni ragionevole motivazione, ma trovavo una testa di coccio davanti che ovviamente mandai via senza ulteriori perdite di tempo. Di teste di coccio improponibili durante questi colloqui di lavoro ne ho viste tante e pochi davvero pochi sono quelli che poi erano adeguati al posto di lavoro offerto. A volte è utile mettersi dal lato di chi sceglie e non di chi si sente rifiutato. Io non ho preso come un insulto alla mia immagine aziendale il fatto che certi deficenti non volessero cambiare, ho cambiato io loro sostituendoli o guardando avanti. Perché bisogna sentirsi come se fosse un problema nostro una deficenza altrui? Anche se ci dovesse capitare un' altra volta un nanetto, fa nulla, lo spediremo dove merita quando avremo la certezza che trattasi di persona inutile alla nostra crescita o serenità personale. Si chiama licenziamento. :)
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  4. Avatar di Eri

    Eri 9 anni fa (7 Ottobre 2014 11:03)

    Grazie Sara.... sono già diverse volte che rileggo il tuo commento... dovrebbe servirmi da promemoria per tutte le volte che penso: "ho paura di lasciarlo andare!"... Che diamine, siamo Donne... esseri fantastici, ma poi ci perdiamo in un bicchier d'acqua!!!
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  5. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (7 Ottobre 2014 11:29)

    @ Emanuela, interessantissimo il tuo commento. Io molto spesso - più semplicemente - faccio l'esempio dei maglioni o delle borsette: impossibile fare acquistare a una donna qualcosa che non ha vagliato e rivagliato, provato e riprovato. Però, sempre di più, per gli uomini non c'è nessuna selezione. E al di là di questo, il tuo commento solleva altre interessanti considerazioni su come le varie aree della vita presentino delle similitiduni. Di sicuro nel lavoro e nei sentimenti le persone assumono dei comportamenti molto simili; è piuttosto frequente ad esempio che la donna vittima di un partner prepotente si faccia mettere i peidi in testa anche sul lavoro. Le nostre personalità non si possono fare a fette e trattare come compartimenti stagni. Ecco perché tra l'altro io insisto molto sull'aspetto di crescere come persone "globali" per trovare l'amore.
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  6. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (7 Ottobre 2014 11:29)

    @ Eri: appunto il fantastico va preservato a tutti i costi.
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  7. Avatar di dani

    dani 9 anni fa (7 Ottobre 2014 11:41)

    Bell'esempio @Emanuela!!! e succede anche un'altra cosa, chi è molto bravo a vendersi e a proporsi nei colloqui nel 90% dei casi si rivela un gran fallimento nel lavoro, chi passa inosservato ed entra in punta dei piedi è molto probabile che nel tempo te lo ritrovi come pilastro insostituibile dell'azienda.
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  8. Avatar di sara

    sara 9 anni fa (7 Ottobre 2014 15:05)

    A questa cosa dei maglioni e delle borse non avevo mai pensato effettivamente , però caspita se è vera. Mi sto rendendo conto mentre scrivo che io ho paura entrare in una relazione allo stesso modo in cui ho paura di entrare nei negozi. Mi spiego . Anche io giro e rigiro prima di comprare alcunché , ma entro solo in quei grandi magazzini dove non t si appiccica la commessa , perché so che mi farebbe comprare quello che non mi serve o non mi piace poi tanto. Non sono brava a dire no . Anche a lavoro . Pure poco fa una collega mi ha chiesto un favore, niente di che e fatto volentieri , ma io sono scattata in piedi prima ancora che mi dicesse che voleva. Ecco , ho trovato una cosa concreta che devo cambiare ! Grazie
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  9. Avatar di Emanuela

    Emanuela 9 anni fa (7 Ottobre 2014 15:13)

    Ti ringrazio molto, Ilaria. Effettivamente mi sono poste alcune domande dopo quella similitudine, e cioè perché non sia ugualmente facile selezionare un uomo come si seleziona un dipendente, facile non perché un buon dipendente si trovi dietro l' angolo, esattamente come dietro l' angolo non si trova un buon partner, ma perché quando davanti a me si siede qualcuno non mi chiedo cosa pensi lui di me, ma cosa io pensi di lui. Io sono consapevole che dalla mia parte ci metto uno stipendio e un contratto a tempo indeterminato e quindi dall' altra esigo una persona che meriti tutto questo. Sono consapevole che con un dipendente sbagliato passerò 8 ore della mia giornata e se le devo trascorrere controllando che non giochi su Facebook o che non debba persino correggere le sue mail sgrammaticate io evito di assumerlo, evito di assumere persone che cominciano il loro loro colloquio esponendomi i costi del loro tragitto casa- lavoro, quelli che mi confessano che sono stressati dalle urla della moglie, quelli che si mostrano arroganti. E non mi preoccupo di dire no, sono brava anche a licenziare chi si mostra furbo e poco collaborativo dopo un periodo di assunzione. E allora perché non dovrebbe essere così anche nella vita affettiva? Forse perché non ci si reputa una grande opportunità da non lasciarsi sfuggire ? Forse chi licenzia o non assume si preoccupa che poi quella persona trovi un altro impiego? Ma glielo augura pure, pur di levarselo davanti! Forse dovrei imparare da questo ad avere più distacco e leggerezza anche negli approcci relazionali, leggerezza perché devo mettere in conto che di colloqui prima di trovare la persona giusta ne devo fare tanti e questo fa parte della vita, si può essere fortunati e trovare al primo colpo l' uomo perfetto, ma ci può volere di più e seriamente non accontentarsi.
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  10. Avatar di sara

    sara 9 anni fa (7 Ottobre 2014 15:51)

    @emanuela. Concordo parola per parola , sia con le domande che con le risposte. Bisogna avere tanta pazienza e non lasciarsi scoraggiare. Te almeno i colloqui li fai ...io dovrò imparare
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  11. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (7 Ottobre 2014 20:09)

    Grandissima, Emanuela! Mi sembra un ribaltamento di prospettiva fantastico :D Devo provarci ;)
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  12. Avatar di Emanuela

    Emanuela 9 anni fa (8 Ottobre 2014 9:02)

    Valeria, Sara, Dani e le altre dai pollicini in su, vi ringrazio per l' entusiasmo condiviso, questo brain storming mi fa bene, perché mi mette davanti al fatto che quando si accettano i nanetti ci giudichiamo noi stesse delle nanette, altrimenti li guarderemmo dall' alto verso il basso.
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  13. Avatar di Vittoria

    Vittoria 9 anni fa (8 Ottobre 2014 14:01)

    Carissimi tutti, vi seguo sempre anche se non scrivo da un po’ di tempo, anche perché sono in una fase delicata della mia vita. Rifletto sempre molto, tutti gli spunti mi hanno sempre toccato, e un plauso a Emanuela, che ha veramente centrato il punto. Mi permetto di aggiungere qualcosa in merito. Bisogna distinguere fra mancanza di autostima e frustrazione da mancato riconoscimento. La prima è quasi “strutturale”, in certe personalità e in queste persone, uomini e donne che la sviluppano alla luce di un vissuto certo non positivo, si presenta una specie di bulimia non colmabile da nessuna attestazione di stima o di affetto o di amore vero e profondo. La seconda nasce quando sei consapevole di aver offerto qualcosa che non si trova esattamente tutti i giorni al supermercato e aver visto che è stato disprezzato o peggio vampirizzato quando e se faceva comodo. Questa seconda categoria di persone spesso, e non so se purtroppo o per fortuna, è dotata di una grande delicatezza d’animo, che è tutto tranne debolezza e lamentosità, e troverebbe naturale che ciò che è offerto con spontaneità venisse non dico ricambiato, perché se non c’è corrispondenza dall’altra parte non ci si può far nulla a parte comportarsi con onestà, ma almento rispettato, ma ormai, e con grande tristezza, sono arrivata alla conclusione che queste caratteristiche, pur buone in sè, attirano solo parassiti, specialmente emotivi. Personalmente mi sarebbe piaciuto vedere rispetto e non protervia e cinismo, nonché una visone della vita evidentemente priva di sentimenti. Per fortuna sono una che scatta subito e perde interesse per questi esseri meschini, ma la ferita alla propria sensibilità rimane e non si rimargina perché intristisce e deprime, e per quanto mi riguarda mi fa sentire poco apprezzata, come se quello che ho da offrire fosse obsoleto e privo di significato. Ancora oggi quando sono un po’ giù penso una sola frase “è tutto completamente inutile”, e mi sento un po’ spompata. Riguardo alla mia ultima chiamiamola storia mi è venuto da pensare spesso a lui come a uno che ha per le mani un preziosissimo e delicato vaso cinese, che lo butta per terra lo manda in mille pezzi, ci balla allegramente sopra la taranta con gli anfibi chiodati e poi se ne esce dicendo “oh, che cattivo….si è rotto…perché è stato così cattivo da rompersi?”. Naturalmente non credo che gli dispiaccia per ciò che ha perso, ma perché è sempre meglio avere qualcosa che può tornare utile, ovviamente a senso unico. Insomma un nano totale, nel senso psicologico del termine, e soprattutto un parassita, fra l’altro senza né arte né parte. So che lo è e lo sarà in tutti gli altri ambiti della sua vita, ad esempio in un colloquio di lavoro come quello narrato da Emanuela, in altre parole costui è una zavorra che mi sono tolta di dosso. Ma l’aver avuto a che fare con questo genere di persone amareggia e le considerazioni che ti fanno fare le estendi all’universo mondo che ti circonda, creandoti mentalmente un’immagine complessiva dei rapporti umani che, ahimè, poco mi piace.
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  14. Avatar di Vicky

    Vicky 9 anni fa (8 Ottobre 2014 15:01)

    Grazie Emanuela per il tuo commento, e anche Ilaria per il suo. Devo ammettere che sono una persona molto esigente quando acquisto una borsa :-) , ma anche quando incontro un uomo; l'ultimo dei quali scaricato quest'estate dopo due uscite e quattro chiacchiere insieme (e già mi sembrava di averci perso dietro troppo tempo...). D'altro canto non riesco a scrollarmi di dosso alcune amiche, e rimango imprigionata in un rapporto non molto salubre con loro. Mi chiedo: perché? Perché non perdo tempo a prendere a calci un uomo, ma un'amica mi sembra un tradimento?
    Rispondi a Vicky Commenta l’articolo

  15. Avatar di Vale

    Vale 9 anni fa (8 Ottobre 2014 15:32)

    @Emanuela: Penso perché con il lavoro usi solo la parte razionale mentre quando si tratta dei sentimenti usi anche altro e quell'altro condiziona molto la parte cerebrale... non a caso mi sono trovata, alle volte, a pensare delle cose ma, volutamente, ho fatto finta di non vederle! ma non lo facevo per stupidità ma perché bisogna fare i conti con il nostro lato emozionale e con i nostri sentimenti più profondi... soprattutto quelli che stanno sopiti dentro di noi. Che bello leggere che poi c'è gente che fa contratti a tempo indeterminato :( io sono disoccupata... che tristezza... ma vorrei dirti una cosa relativa al lavoro. A me capita di essere scartata per l'assenza di esperienza ma non mii sono mai reputata inferiore a nessuno.. credo che non sia giusto che molti datori considerino tale elemento determinante nella scelta, spero che non sia il tuo caso ma, eventualmente, spero di far riflettere. Alle volte non si ha esperienza anche per varie ragioni personali e non perché non si possiedono le capacità.
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  16. Avatar di francy

    francy 9 anni fa (8 Ottobre 2014 19:55)

    credo che Vittoria abbia centrato il punto! "Questa seconda categoria di persone spesso, e non so se purtroppo o per fortuna, è dotata di una grande delicatezza d’animo, che è tutto tranne debolezza e lamentosità, e troverebbe naturale che ciò che è offerto con spontaneità venisse non dico ricambiato, perché se non c’è corrispondenza dall’altra parte non ci si può far nulla a parte comportarsi con onestà, ma almento rispettato, ma ormai, e con grande tristezza, sono arrivata alla conclusione che queste caratteristiche, pur buone in sè, attirano solo parassiti, specialmente emotivi. " "...ma la ferita alla propria sensibilità rimane e non si rimargina perché intristisce e deprime, e per quanto mi riguarda mi fa sentire poco apprezzata, come se quello che ho da offrire fosse obsoleto e privo di significato. Ancora oggi quando sono un po’ giù penso una sola frase “è tutto completamente inutile”, e mi sento un po’ spompata." sono d'accordo con te e ti sei spiegata benissimo
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  17. Avatar di Valeria87

    Valeria87 9 anni fa (8 Ottobre 2014 21:50)

    Vittoria, non sono molto d'accordo con quello che dici a proposito di delicatezza d'animo e mancato riconoscimento. Intendiamoci: non sto cercando di giustificare il tuo ex, che sarà stato sicuramente un nano. Però penso che l'altruismo puro non esista. Forse perché ho una madre che da sempre rinfaccia a me e mia sorella i sacrifici che ha fatto per noi. E ancora adesso che siamo adulte, in nome di questi sacrifici, si aspetterebbe che impostassimo le nostre scelte di vita in base ai suoi desideri. Forse perché faccio volontariato e attivismo politico, e tante volte mi sono domandata: Perché lo faccio? Penso che, dietro un'azione cosiddetta "altruistica", ci possano essere due tipi di motivazioni. O la compio perché mi dà gioia (mi fa sentire più viva, più in connessione con gli altri, e quindi accresce la mia autostima). Oppure la compio per ottenere qualcosa dagli altri (la loro approvazione, il loro amore...). Ergo, se quello che sto facendo non mi dà piacere, non aumenta la mia autostima... forse è il caso che smetta di farlo, no? :) Anziché continuare ad aspettare un riconoscimento che, in fondo, gli altri non mi devono. Questa è la mia opinione.
    Rispondi a Valeria87 Commenta l’articolo

  18. Avatar di Emanuela

    Emanuela 9 anni fa (9 Ottobre 2014 2:56)

    Vittoria, ho riletto più volte il tuo commento e mi sono soffermata sulla visione della persona che offre ciò che comunemente non si trova in giro, ma lo vede calpestato o non riconosciuto e lo stato d' animo conseguente. Una volta, sempre durante un colloquio, un ragazzo con buone opportunità di essere assunto mise le mani avanti e mi disse che per onestà ( ahi! ) voleva informarmi di aver fatto domanda in marina, quindi era lui disponibile a lavorare fin quando non gli fosse presentata migliore occasione altrove, non si poteva prevedere quando. Non superò il colloquio perché io valuto sempre quante energie e tempo ci vogliano per la formazione di un nuovo dipendente ( si Vale, esiste ancora la formazione del personale ) e non potevo permettermi il lusso di perdere tempo con una persona che sapevo già essere non pienamente disponibile ( seppi dopo che il suo perido in marina fu breve e che ancora si mangia i gomiti per l' occasione persa da noi ). Fromm scrive che amare qualcuno non è solo un forte sentimento, ma una scelta, una promessa,un impegno. L' offerta che noi mettiamo a disposizione quando incontriamo un uomo non è tanto grande e come dici tu, di così gran valore, da richiedere un' analisi attenta di chi la domanda? Perché pur riconoscendoci buone offerenti poi ci sediamo dall' altra parte della scrivania, ossia dalla parte di chi domanda e si avvilisce per un rifiuto o un mancato riconoscimento? In amore siamo eterne precarie e disoccupate o allettanti offerenti con la fila fuori? Si, sto dicendo che forse dovremmo girare il lato della medaglia.
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  19. Avatar di Vittoria

    Vittoria 9 anni fa (9 Ottobre 2014 11:25)

    Ragazze, quello che dite è sacrosanto. Forse mi sarei espressa meglio se avessi parlato di amarezza, per quanto mi riguarda è un dato caratteriale, che il saggio cinismo che acquisto con l'età e l'esperienza mitiga, ma fino a un certo punto. Tra l'altro la sensibilità, come mi è capitato spesso di dire, non credo sia un difetto, qualche volta magari è un handicap. Ed è vero che investe un po' tutto, dall'amico che ti tradisce, alla risposta sgarbata quando non te la meriti, al vedere anche cose che ti fanno sgranare gli occhi anche quando non ti riguardano direttamente, vedi il baldo giovane che sull'autobus si guarda bene dal cedere il posto ad un anziano col bastone immerso com'è nell'i-pad. Non credo ci sia un antidoto, al più scrolli le spalle e ti comporti come ti detta la coscienza mantenendoti coerente con i tuoi valori, ma una sensazione sgradevole che non vorresti provare rimane addosso. Tutto sommato sì, ribadisco, la sensibilità non è un difetto, ma a volte pesa.
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  20. Avatar di vale

    vale 9 anni fa (9 Ottobre 2014 21:43)

    @emanuela: che bello trovare datori come te... :( la formazione dovrebbe esserci sempre. A me capita di andare alle poste o al centro per l impiego e poi sono io che so più cose di loro.... o di chattare con gente laureata, anche io l ho, che scrivono facendo errori di grammatica gravi.....
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