<< Articolo Precedente
Articolo Successivo >>

Tu conosci i tuoi bisogni o no?

Se vuoi attrarre la persona e la relazione giuste per te, è assolutamente necessario che tu sappia quali sono i tuoi bisogni e conosca anche il modo migliore per soddisfarli.

Conoscere bene se stessi è fondamentale per vivere una vita serena.

Oggi voglio concentrarmi in particolare sui bisogni.

Ma che cosa sono i bisogni?

Tutti gli esseri viventi hanno dei bisogni: gli animali, le piante, gli esseri umani.

E dunque anche tu.

Alcuni bisogni sono di base e sono legati alle funzioni vitali, come il bisogno di aria, di acqua, di cibo o di difendersi dal caldo e dal freddo o di avere un riparo.

Altri sono bisogni che hanno un’origine psicologica ed emotiva. Questo tipo di bisogni appartiene agli esseri umani, non certo agli animali e alle piante.

I bisogni che hanno un’origine psicologica sono per esempio il bisogno di amore, di stima, di riconoscimento da parte degli altri, di appartenenza a un gruppo di persone. O il bisogno di divertirsi o quello di crescere e di essere sicuri di quello che si possiede e, in qualche misura, del proprio futuro.

Nella nostra società e nel sistema di educazione generale che viene dato, per una serie di ragioni varie, si tendono a negare i bisogni, sia quelli di base, sia quelli psicologici. I bisogni vengono considerati qualche cosa di cui vergognarsi.

Immagino che anche a te sia capitato di sentirti dire quando eri piccolo/a qualche frase del tipo: “Prima il dovere e poi il piacere!” o, che, qualche volta nella tua vita di adulto, ti sia capitato per esempio di rimandare di andare a fare la pipì o di mangiare o di pranzare perché avevi qualcos’altro da fare.

Ecco, questo è un modo per negare e soffocare i propri bisogni.

E di modi come questi la vita di noi esseri “civili” e “civilizzati” è piena zeppa.

Solo che a furia di negare e soffocare i propri bisogni, le persone non li sentono proprio più e quindi non li soddisfano. E non soddisfare i propri bisogni è la strada maestra per l’infelicità.

Tu non hai idea di quante persone non soddisfano i propri bisogni. E sono infelici.

Invece se conosci i tuoi bisogni e li sai soddisfare, ti apri le porte a realizzare quello che vuoi anche e soprattutto in ambito sentimentale.

Infatti, se non conosci e non soddisfi i tuoi bisogni, rimani con un senso di “vuoto” personale, di grande insoddisfazione, appunto.

Solo che, siccome non sei consapevole dei tuoi bisogni, non sai che cosa sia esattamente il “vuoto” che provi e questa insoddisfazione di fondo di fatto ti rende infelice.

Tieni ben presente tre punti molto importanti:

1)      il fatto che tu abbia dei bisogni è umano, naturale e giusto. Anzi, avere dei bisogni è necessario: se tu non avessi fame, non mangeresti mai. Se tu non avessi bisogno del contatto con gli altri, saresti una persona isolata e quindi non potresti soppravvivere e non potresti nemmeno dare il tuo contributo al mondo.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

2)      Il fatto che tu in questo momento della tua vita non sia pienamente consapevole dei tuoi bisogni non dipende da te, ma dipende da come è strutturato il mondo intorno a te che non ti ha insegnato a riconoscerli.

3)      Tu puoi benissimo e facilmente diventare consapevole dei tuoi bisogni e imparare a soddisfarli nel migliore dei modi.

Quando sei infelice e insoddisfatto/a che cosa fai?

Cerchi amore e assistenza da parte degli altri e lo fai in un modo che ti rende poco attraente: rischi di diventare una persona che chiede e che non dà.

Se invece sai quali sono i tuoi bisogni, sai come soddisfarli e li soddisfi nel modo giusto, diventi molto attraente: perché sei una persona che dà e che chiede, che dona e riceve. E questo è il massimo nelle relazioni.

Come fai a comprendere quali sono i tuoi bisogni?

E’ fondamentale che impari ad osservare te stesso/a e ad ascoltarti quando ti senti insoddisfatto/a o quando provi un strano senso di “vuoto”.

Poi è utile che tu rifletta su che cosa potrebbe causare il senso di vuoto che provi.

Sono bisogni di base che non soddisfi? Forse sei troppo stanco/a o stressato/a (parlo seriamente: sai quante persone danno il peggio di sé e non sono davvero felici perché non si prendono cura del proprio corpo e della propria salute?)?

Che cosa puoi fare per soddisfare i tuoi bisogni di base in modo da tirare fuori il meglio di te?

Pensi di avere dei bisogni insoddisfatti che sono di tipo emotivo e psicologico? Non ti senti amato/a o considerato/a dagli altri?

Ti senti insicuro/a rispetto alla tua vita (forse perché pensi di avere dei problemi economici o non sai che cosa fare del tuo futuro)?

Ti piacerebbe divertirti di più e avere una sensazione più forte riguardo al fatto che fai progressi come persona?

Vuoi avere una più alta autostima?

Che cosa puoi fare per soddisfare i tuoi bisogni emotivi in modo da essere più sereno/a ed equilibrato/a?

Nei prossimi giorni osservati e ascoltati con attenzione e pazienza. Vedrai che belle scoperte farai!

Lasciami i tuoi commenti con opinioni, considerazioni, perplessità.

Cordialmente

Ilaria Cardani

Lascia un Commento!

96 Commenti

  1. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (11 Marzo 2011 23:34)

    "Bisogno"... quanto ho odiato questa parola. Quanto ho odiato le persone bisognose, quanto ho cercato, sempre, di non avere bisogno. Quanto mi sono vergognata dei miei bisogni e di chiedere. Quanto sono arrossita, quanto mi sono chiusa, quanto ho cercato di farcela da sola. Autonomia, indipendenza... Tutta la vita. Per poter essere felice senza che dipendesse dagli altri. Ancora oggi mi chiedo in che misura debbo soddisfarmi da me e in che misura sia giusto chiedere agli altri. Temo di essere diventata fin troppo indipendente per certe cose. Mentre per altre ho coltivato solo una finta indipendenza. Ma è per questi ultimi bisogni che dovrei chiedere aiuto? Non lo so bene. So solo che ho cominciato a chiedere. Agli amici prima di tutto. Lo faccio da un paio di anni, non tanto. E lo faccio in una relazione di reciprocità, dando a mia volta. Nell'amicizia, devo dire, ho scoperto che mi riesce facilmente. E da quando lo faccio la mia vita è molto più ricca e serena. Lo ammetto: ho bisogno degli altri e questa dipendenza mi fa felice. Non ho mai paura di perdere gli amici. Invece nell'amore è sempre tutto più complicato. Non ho mai chiesto, al massimo preteso. Ma non capivo i miei veri bisogni e sicuramente a volte pretendevo cose che dovevo darmi da sola... se mai all'altro avrei potuto chiedere sostegno, un incoraggiamento, non certo di condividere i mie personali interessi o di accompagnarmi qua e là. Più spesso ho rinnegato i miei bisogni. Credo nella convinzione che non sarebbero stati soddifatti. Ma questo lo penso col senno di oggi. All'epoca, come dici tu, Ilaria, neanche li sentivo come bisogni. Oggi sono diversa, oggi riesco a chiedere. Dall'altra parte nessuno (lui, l'ultimo amante) risponde come vorrei. Questo fa male, anche se ne capisco le ragioni. Sono comunque contenta di sentire di nuovo i miei bisogni e di avere il coraggio di chiedere. Mi rendo conto di avere chiesto alla persona sbagliata. So dunque per certo di avere una prima soluzione a portata di mano: smettere di chiedere a quella persona che non vuole/non può dare. Ed è un primo passo. Il secondo è chiedere alla persona giusta, in modo da dare (perché anche di dare ho ora una gran voglia) alla persona giusta, in reciprocità. Mi resta solo il dubbio su cosa sia giusto chiedere agli altri e cosa dovrei darmi da sola. Potresti, Ilaria, chiarire questo punto? Grazie
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

    • Avatar di rocck

      rocck 13 anni fa (12 Marzo 2011 0:23)

      l'indipendenza .....ho lottato per ottenerla...mi sono sempre detta :basto a me stessa!!!. ma ora non sono piu' in grado di chiedere aiuto nonostante sia consapevole dei miei bisogni,
      Rispondi a rocck Commenta l’articolo

  2. Avatar di Umberto

    Umberto 13 anni fa (12 Marzo 2011 0:43)

    Secondo me tanta gente reprime i propri bisogni perchè ha paura del giudizio altrui e di non essere amati o approvati. Il problema di fondo è che non stiamo bene con noi stessi, non ci accettiamo per quello che siamo, non abbiamo idee chiare su ciò che vogliamo diventare e non conosciamo quali sono i nostri bisogni. Allora commettiamo l'errore di ricercarli in altre persone invece che dentro di noi, e così facendo ci facciamo ancora più male: se non sappiamo di cosa abbiamo bisogno come possiamo pensare che lo sappia qualcun altro?! Basterebbe semplicemente accettarsi per quello che si è, capire che non si può piacere a tutti e che saremo sempre giudicati in un modo o nell'altro: l'importante è considerare la nostra opinione (quella che abbiamo di noi stessi) più di quella altrui (quella che gli altri hanno di noi).
    Rispondi a Umberto Commenta l’articolo

  3. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (12 Marzo 2011 12:23)

    Vedi però, Umberto, è proprio questa frase "Allora commettiamo l'errore di ricercarli in altre persone invece che dentro di noi" che, unita alla delusione del rifiuto, mi ha fatto, molto tempo fa, scegliere di non chiedere più nulla a nessuno, di essere autartica... e così facendo, non fidandomi degli altri e volendo bastare a me stessa, mi sono chiusa sempre di più all'amore, non riconoscendo più i miei bisogni! E' così sbagliato avere anche bisogno degli altri? D'accordo che dobbiamo anche volerci bene e stimarci da soli (auto-stima), ma certe cose ce le possono dare solo gli altri, no? La gente reprime perché teme il rifiuto. Io reprimo perché non ho trovato risposta nei bisogni più elementari... perché io dicevo A e mia madre diceva B, quando mi ascoltava. E sempre lei mi ha sempre criticata, corretta, cercando di migliorarmi. Non ero mai abbastanza perfetta! Come si può pensare di crescere sicuri di sé in questo modo, quando sei bambina e tua madre non si fida di te e ti trova un sacco di difetti, ti tiene chiusa in casa, legata a lei perché da sola, secondo lei, non ce la fai??? Bisogna provarlo e averne pagato le conseguenze per capirlo. Certo, uno dopo cresce e si rende conto che così non vive... allora ci si fa forza e si prova a vincere la paura e l'insicurezza, a mettersi in gioco. Magari, se, come è capitato a me, hai un padre che ti dà fiducia e ti incoraggia, è più facile. In tutto... io oggi vivo da sola, mi mantengo, sono indipendente, faccio un lavoro che mi piace e nessuno mi trova timida o insicura... ho tanti amici, tanti affetti. Solo, nel campo amoroso, niente continua a funzionare. Uno psicologo direbbe che io continuo ad innamorarmi di persone come mia madre, a rifare quel copione... e ad essere infelice. Un altro magari direbbe che mia madre non ha aiutato la costruzione della mia autostima e allora adesso mi butto via, penso di non meritare l'amore come lei non me ne ha dato e non mi amo... Qualunque sia la spiegazione, posso solo dire che ritrovarsi a 37 anni con tante delusioni alle spalle (di cui sono in gran parte responsabile) e questa non accettazione di fondo... è dura. Non basta dire: ti devi volere bene, non ti buttare via, lascia stare gli uomini insicuri, impegnati, evitanti, distaccati, part-time... Caspita, mica è facile cambiare. Neanche se ti rendi conto (ed è già tanto). Mica basta dire "adesso mi voglio bene", quando neanche sai cosa vuole dire volersi bene, quando vuoi cambiare perché così ti fai del male, ma ti dicono che ti devi accettare. Quando devi essere consapevole e contemporaneamente smettere di pensare. Quando sembra sempre che fai solo una stupidata dopo l'altra e tu, invece, cerchi solo la tua strada. Anche sbagliando sì, però... Però almeno c'è la soddisfazione di dire: "caspita, io mi sono capita"! Non sono qui a dire che è colpa degli uomini, che gli uomini sono tutti qua e là... né a dire che è tutta colpa mia o che non mi merito nulla. Sono qui a evidenziare una difficoltà enorme, che non riesco a superare. Sono una persona in difficoltà che viene qui sopra a urlarlo. Perché qui c'è Ilaria. Ilaria, che, almeno, capisce e non giudica.
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  4. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 13 anni fa (12 Marzo 2011 13:47)

    ci credi,ILARIA,CHE NON SO COSA DIRTI??? BISOGNO...QUESTO SCONOSCIUTO!! ;) credo di aver passato buoni21anni ad accantonare i miei bisogni per BISOGNI+GRANDI: MIO FRATELLO. senso di vuoto??? non ne ho.come non mi sento infelice del fatto che la mia vita è in perenne ritardo su tutto...semplicemente,è andata così. prima il dovere poi il piacere:il mio motto. e non potrebbe esser diversamente:se ho un problema,finchè non risolvo,possibilmente in fretta,non mi dò pace... i miei bisogni vanno di pari passo al fatto che io possa permettermi di averne. e finora... non saprei che dirti! man mano che li sento,li soddisfo,se lo ritengo opportuno coi miei tempi,certa che comunque il mio percorso sarà sempre molto originale ed anacronistico come lo sono IO. :))))
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  5. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (12 Marzo 2011 14:13)

    Ogni forma di vita è dotata di un gene che ne controlla la volontà di vivere. Senza questo gene, probabilmente la vita non esisterebbe. Per quale motivo? Semplice: la vita non ha senso e non ha scopo, se non quello di riprodursi. Per noi quindi la vita si può vedere come un gioco. Se sai giocare ti diverti, altrimenti no. Una volta stabilito se sai giocare o meno, puoi anche stabilire quali sono i tuoi reali bisogni. Nel mio caso sono quelli essenziali (mangiare, bere e dormire, oltre ovviamente ad un lavoro). Chi sa giocare può invece cercare l'affetto, il successo, la ricchezza, etc.
    Rispondi a Riccardo Levi Commenta l’articolo

  6. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (12 Marzo 2011 15:57)

    Io sento di avere tutto meno l'amore, in senso lato, e un po' di sicurezza in più. Questi sono i miei bisogni. Stasera esco con la mia nuova conoscenza... la cosa più bella di questo incontro è... l'emozione! Lo sento emozionato, sono emozionata. Ci sono anche altri aspetti che mi piacciono, aspetti interessanti. Devo dire che mi ha convinta, per il modo in cui si pone. E' una possibilità, chissà.
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

    • Avatar di raffaella

      raffaella 13 anni fa (12 Marzo 2011 19:20)

      brava così si fa...beata te che hai tutte queste occasioni e che piaci così tanto agli uomini. Io sono quasi 3 anni che non esco con un uomo, anzi a dire il vero, nessuno mi ha mai chiesto di uscire, ad eccezione del mio unico fidanzato con il quale sono stata per oltre 10 anni e con il quale è finita per noia quasi 3 anni fa....chissà come mai...altre all'aspetto fisico (non ti conosco ma immagino tu sia molto carina, almeno così mi viene da pensare visto il tuo successo), chissà cosa fa davvero la differenza...mah
      Rispondi a raffaella Commenta l’articolo

    • Avatar di Bice

      Bice 13 anni fa (13 Marzo 2011 4:25)

      Raffaella, è vero, ho sempre avuto molte occasioni. Dicono che sono carina e in effetti anche io non mi trovo affatto male, mi piaccio. Credo però che la mia carta vincente sia soprattutto l'apertura: sono socievole, sorrido sempre e, dicono, si sta bene con me. Trasmetto positività, accettazione... non faccio paura a nessuno. Il problema viene dopo, quando da queste prime fasi, dall'amicizia, si passa ad altro. Perché lì mi spavento... Stasera è andata bene, anche se mi rendo conto di non essere pronta per passi in più, mentre lui invece pare più deciso. Per alcuni aspetti mi ha colpito molto. Si è aperto molto. Non ha paura dei sentimenti né di mostrarsi per ciò che è. E pare conoscersi bene: pregi e difetti. C'è una frase che mi ha ripetuto spesso: "voglio crescere". Mi chiedo solo se ora, in questa fase della mia vita, mi faccia bene frequentare qualcuno che sta facendo questo percorso. Un po' come me... anche se con un carattere diverso. E' una persona leale, sincera, affidabile. E su questo ci metto la mano sul fuoco... so quel che dico.
      Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  7. Avatar di Monica

    Monica 13 anni fa (12 Marzo 2011 19:32)

    E' vero quello che dici circa il fatto che a volte sembra difficile comprendere i propri bisogni. ..al punto da sentirsi quasi in colpa per questo! Almeno...questo è come mi sono sentita io per diverso tempo. Col passare degli anni ho capito però che non solo i bisogni possono cambiare, ma che alla fine sono veramente semplici e pochi. E che come sempre tutto dipende dal grado di benessere interiore che viviamo. Più stai bene "dentro" e meno hai bisogno di qualcosa "fuori". Anzi, tutt'intorno diventa un opzione, un valore aggiunto e non più un bisogno !:) Ciao, Monica.
    Rispondi a Monica Commenta l’articolo

  8. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (12 Marzo 2011 20:07)

    Ci sono un paio di cose che ritengo errate (ritengo, ovvero è una mia opinione). "Altri sono bisogni che hanno un’origine psicologica ed emotiva. Questo tipo di bisogni appartiene agli esseri umani, non certo agli animali e alle piante." A quel che si sa, anche gli animali e le piante vivono meglio in condizioni emotive positive che non negative. Invece il sapere quali sono i nostri bisogni... Beh, sono più o meno uguali per tutti. Il problema è sapere se abbiamo qualcosa da dare agli altri in cambio di ciò che cerchiamo. Se non abbiamo niente, meglio mettersi l'anima in pace e vivere soddisfacendo i bisogni primari e lasciando il resto ai migliori.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  9. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (13 Marzo 2011 4:12)

    Leggendo il commento di Monica, mi viene da chiedermi/chiedervi: ma davvero bisogna arrivare a non avere bisogni di cose "fuori", a che tutto ciò che sta attorno sia una opzione, un valore aggiunto? Allora il rapporto con un uomo è un valore aggiunto? Una relazione è solo un valore aggiunto? Perché se è così, allora il mio ex amante fa bene a dirmi che sono un optional e a trattare la moglie allo stesso modo, stando lontano da casa oltre la metà del suo tempo, lasciandola sola ad allevare i figli? Ognuno deve bastare a sé stesso e le relazioni sono un di più... pensieri come questi, nel tempo, hanno rafforzato la mia tendenza all'autarchia. Certo, io ho soffocato i miei bisogni e non sono davvero mai arrivata a non averli perché li coprivo da sola, è evidente. Ma davvero si deve avere così poco bisogno del fuori? E io che mi stavo convincendo che dipendere da qualcuno può anche essere bello... Non ci capisco più nulla! Ilaria, mi puoi chiarire le idee per favore. Credo che per me questo sia un punto fondamentale, forse IL punto!
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

    • Avatar di raffaella

      raffaella 13 anni fa (13 Marzo 2011 13:56)

      Bice, credo che la risposta sia nella differenza che c'è tra l'essere dipendenti e l'essere interdipendenti. La prima non fà crescere e significa aver bisogno di qualcuno o aualcos'altro per essere in equilibrio e sentirsi vivi, accettati e di valore, la seconda significa partire dalla base dell'indipendenza acquisita per accrescerla con il piacere della condivisione con un'altra persona o altre persone. Prima di tutto occorre rafforzare se stessi, diventare talmente forti da potercela fare da soli e poi, se si ha fortuna, se lo si vuole davvero, allora si può stare ancora meglio con gli altri. Questa è ovviamente la teoria e metterla in pratica è proprio il percorso che io, come credo molte altre persone qui sul blog, tentano di realizzare ;)
      Rispondi a raffaella Commenta l’articolo

    • Avatar di Monica

      Monica 13 anni fa (13 Marzo 2011 18:35)

      Ciao Bice...il tuo commento mi fa riflettere su ciò che ho detto, e allora ho il piacere di approfondire un attimo... Parlando di "opzione" e "valore aggiunto" non volevo ridurre i rapporti con le persone a qualcosa "in più" di cui si può anche fare a meno. Ciò che intendevo dire è che quando riesci a stare bene con te stesso e non nutri particolari aspettative verso gli altri, guardi il mondo con più stupore, perché ti sembra di vedere cose che prima non vedevi....anche se magari le avevi lì sotto il naso da tanto tempo! Tutto ciò che ti capita lo apprezzi di più, al punto che a volte non ti pare vero di ricevere quanto ricevi! Quello che ti arriva è un pò come se fosse un regalo....qualcosa insomma che non ti aspettavi per niente o quasi... ecco, questo intendo dire per opzione. In realtà avrebbe più senso parlare di regalo, ma anche un regalo è un pò opzione, nel senso che puoi scegliere se accettarlo o meno, puoi decidere se per te ha un valore oppure no. Ciò che intendo dire è che se riusciamo a liberarci dal "bisogno" spasmodico di ottenere un risultato specifico nei rapporti con gli altri....qualsiasi risultato riceveremo rappresenterà una novità da valutare, un' opzione interessante, un'occasione non prevista da cogliere oppure..... da lasciar perdere, ovviamente! Grazie per aver risposto Bice :) ciao!
      Rispondi a Monica Commenta l’articolo

    • Avatar di Bice

      Bice 13 anni fa (13 Marzo 2011 19:47)

      Ciao Monica, io mi sono così abituata a pensare di dover fare da sola, che davvero ciò che mi danno gli altri mi pare un regalo. Adesso sono in una fase molto di... attesa e valutazione su quanto mi viene offerto. Mi è capitato qualcosa che in questo momento della mia vita era del tutto, completamente, imprevisto... mentre ancora mi arrabattavo con vecchi copioni, mi si è aperta una via completamente diversa. ...e ora devo fare uno sforzo per non scappare. Perché mi sembra addirittura troppo. Eppure una parte di me lo dice chiaramente: "sì, almeno provaci". Grazie a te di avere risposto!
      Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  10. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 13 anni fa (13 Marzo 2011 16:23)

    brava,RAFFAELLA:è ESATTAMENTE COSì COME DICI.:))))))))
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  11. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 13 anni fa (13 Marzo 2011 19:17)

    condivido fortemente il pensiero di MONICA E MARCO:VERISSSSSSSSSSIMOOOOOOOOO!!;)
    Rispondi a ELEONORA Commenta l’articolo

  12. Avatar di Marco Galeazzi

    Marco Galeazzi 13 anni fa (13 Marzo 2011 18:19)

    Tutti vogliamo essere ' felici '. Per essere felici dobbiamo essere in sintonia con la ns personale scala dei bisogni. Tutti vogliamo essere sicuri, amati, realizzati e consolidati nelle ns professioni, tutti vogliamo divertirci. Ma non tutti siamo siamo nello stesso livello di partenza perchè dobbiamo realizzare obiettivi differenti. Tutti però abbiamo un minimo comune denominatore che è la ricerca della felicità. La felicità è uno stato mentale. Questo implica che per essere felici dobbiamo entrare in sintonia con un atteggiamento mentale ottimista ( ma non ingenuo ). L' ottimista realista si conosce profondamente e crede, anzi persegue, con efficacia i suoi obiettivi e li realizza ogni giorno. La consapevolezza di realizzare quello che si vuole realizzare fortifica l'autostima. La sana autostima, ovvero la consapevolezza e piena fiducia in sè, ha ripercussione nella vita sociale e ci rende, agli occhi dell' altro, persone speciali, con una marcia in più.
    Rispondi a Marco Galeazzi Commenta l’articolo

    • Avatar di Bice

      Bice 13 anni fa (13 Marzo 2011 19:39)

      Sì, Marco, sono d'accordo su molte cose. Sono molto affascinata, da sempre, dalle persone che sanno guardarsi dentro, che vivono con coscienza, che si impegnano per andare da qualche parte. E mai come oggi mi affascina chi ha il coraggio e la lucidità di guardare ai propri bisogni e rimboccarsi le maniche. Queste sono persone positive, vive. Sono quelle che alla lunga ce la fanno ed esprimono tutto il loro potenziale. Purtroppo a volte invece si resta bloccati in pensieri negativi, immaginandosi il futuro come se dovesse sempre andare male. E allora non si osa e forse si finisce anche per dirsi che in fondo certe cose non sono così importanti. Per quello parlo sempre di coraggio quando si tratta di guardarsi dentro. E credo proprio di avere incontrato una persona coraggiosa. :-)
      Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  13. Avatar di simona

    simona 13 anni fa (13 Marzo 2011 19:33)

    io sto coltivando indipendenza e capacità di potermi prendere cura di me, ma appena trovo una persona a cui tengo ho paura di aggrapparmi a lei e provare dipendenza perchè in passato ero dipendente da qualcuno... mi capita ora nelle amicizie perchè una relazione non ce lho ancora, in piu non essendo tutti perfetti nel dare e nel ricevere mi ritrovo a volte a dover dare e ricevere poco.. come lo spieghi ilaria??
    Rispondi a simona Commenta l’articolo

  14. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (13 Marzo 2011 21:45)

    Ottimista realista?
    Rispondi a Riccardo Levi Commenta l’articolo

  15. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 13 anni fa (14 Marzo 2011 13:46)

    Io di bisogni ne ho e mi sono molto chiari. In passato mi e' successo di modellare i miei bisogni sugli altri e mi e' bastato poco per rendermi conto che i bisogni basilari di un essere umano sono una delle poche cose non negoziabili! Ho imparato a chiedere e quando le mie richieste sono accolte....la gioia e la sensazione di pienezza che ne traggo sono immensi. C'e' anche il rifiuto, ovvero riporre aspettative in una persona che pensi (sbagliandoti o perche' e abile nel fartelo credere) possa darti quello di cui hai bisogno ma che invece alla fine, con i fatti o con le parole, ti risponde "picche". E' un dolore: si', certamente. Ma non mi sono mai pentita di aver chiesto, di aver palesato i miei bisogni (bisogno di comunicare, di condividere, di sentire la persona vicina etc..). Non mi sono mai pentita perche' la mia felicita', comuqnue, non dipende dagli altri: non e' una cosa che posso delegare agli altri: mai.
    Rispondi a FrancescaChiara Commenta l’articolo

  16. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (14 Marzo 2011 15:18)

    Due persone consapevoli delle proprie insicurezze, del proprio autolimitarsi, dei propri meccanismi interiori... ed entrambe motivate a crescere, desiderose di compiere un percorso - prima di tutto individuale - volto al riconoscimento e al soddisfacimento dei propri bisogni più profondi, volto alla realizzazione di sé... Due persone così, capaci di mettersi in gioco e col coraggio delle proprie fragilità... che si incontrano, si piacciono per una serie di ragioni (dall'attrazione fisica alle affinità intellettuali, dalla condivisione di valori e interessi agli obiettivi condivisi) e in più si dicono (e ne ha parlato per primo lui) molto francamente e naturalmente queste cose... funzioneranno insieme? Riusciranno a sviluppare la sicurezza necessaria per non scappare (lei) e non attacarsi troppo e far scappare (lui)? E cambiare finalmente quel copione? Sono ottimista e mi viene da dire di sì. Sono anche realista? Non lo so, però la voglia di farcela non mi manca. Consapevolezza + volontà. Finalmente non più da una parte sola. Sarà che le donne "in fuga" e gli uomini "all'inseguimento" sono proprio le tipologie che più facilmente si ritrovano sole (al contrario degli uomini che vogliono essere seguiti) e devono ammettere (non se la possono proprio raccontare) che qualcosa non va e va cambiato. Sarà che la sofferenza porta con sé tanta consapevolezza in più e che, come diceva Ilaria, il dolore è una delle motivazioni più potenti. Quando penso a lui, sono piena di ammirazione. :-)
    Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  17. Avatar di Simonetta

    Simonetta 13 anni fa (14 Marzo 2011 14:33)

    E che si fa quando si conoscono bene i propri bisogni ma non li si può soddisfare da soli? Io ho un buon lavoro, faccio ciò che mi piace quando ne ho la possibilità. Viaggio, vado al cinema, al mare, ho buoni amici con cui condividere tanti momenti. I miei bisogni, che non riesco a soddisfare, sono la condivisione di momenti ed esperienze con un compagno, sono il desiderio di amore e di tenerezza. Dopo una relazione lunga finita per noia si sono susseguiti una serie di incontri uno più sfortunato dell'altro che hanno minato molto la mia autostima. So già che qualcuno obietterà che l'autostima dipende da noi e non dagli altri (vi leggo da un po’ ormai) .... però secondo me anche quello che succede attorno, l’epilogo di certi rapporti può dare un bel colpo di grazia all’autostima, soprattutto perché io non parto dal presupposto di essere perfetta e sempre nel giusto. Sono critica con me stessa e sono giunta alla conclusione che certe dinamiche succedano per causa mia, perché magari sono poco interessante come persona, poco attraente come donna. Non sono brutta, non sono una stupida, uomini interessati a me ce ne sono ma sono persone sposate o comunque impegnate e io non cerco un’avventura, non cerco una relazione clandestina. Gli uomini liberi invece non sembrano interessati ad avere una storia seria. Le domande che mi pongo sono sul perché quelli con cui inizio una relazione poi prendono altre strade e non arrivano a consolidare nulla con me mentre con quelle successive instaurano rapporti stabili. Sono confusa, sono profondamente sfiduciata e l’unica cosa che so è che ho ben chiari quali sono i miei bisogni e ho anche ben chiaro che da sola non riesco a soddisfarli tutti perché per alcuni di essi c’è bisogno di una controparte che nella mia vita non c’è.
    Rispondi a Simonetta Commenta l’articolo

    • Avatar di raffaella

      raffaella 13 anni fa (14 Marzo 2011 18:33)

      Simonetta, riuscire a credere davvero che la responsabilità di ciò che ci accade sia solo nostra è uno di quei passi in avanti che una volta compiuto probabilmente cambierà l'intera nostra esistenza...anch'io metto in dubbio spesso le mie qualità di donna perchè, al contario di te, pur non essendo brutta, pur non essendo stupida non riesco a capire per quale ragione nessun uomo si interessi mai a me...e giuro che mi arrovello il cervello cercando una spiegazione razionale per poter modificare questa situazione...ma non la trovo e l'autostima va a farsi friggere. Io ho bisogno di amore, perchè dopo anni di totale solitudine affettiva, temo di starmi inaridendo e di ciò ne fanno le spese tutti gli ambiti della mia vita...non so, forse sono davvero sbagliata, forse ho un alone respingenete ed invisibile, ma la paura della solitudine, soprattutto dopo i 40 anni è fortissima...che fare? Non lo so...per ora frequento corsi di PNL per capire se davvero cambindo gli schemi cambia anche il risultato....
      Rispondi a raffaella Commenta l’articolo

    • Avatar di Simonetta

      Simonetta 13 anni fa (15 Marzo 2011 13:22)

      Guarda, Raffaella, ti assicuro che avere attorno solo uomini che desiderano divertirisi e che quindi hanno obiettivi ben diversi dai miei, ai miei occhi equivale a non avere uomini che si interessino a me. Alla resa dei conti, tutti questi personaggi impegnati si interessano semplicemente perchè non sono brutta e si farebbero volentieri qualche giro in giostra, a non si interessano a me per il mio carattere, il mio modo di essere, il mio modo di pensare. Anch'io sono giunta alla conclusione di avere qualcosa di respingente, qualcosa che induca a non volermi conoscere per come realmente sono oppure che induca a non amarmi. Il mio ultimo compagno mi ha detto che sono una donna eccezionale, che tra noi c'erano solo affinità, ma che non mi amava ...e allora cosa ci è stato a fare con me due anni, mi sono chiesta io? Dopo nemmeno un mese si è messo con un'altra e con questa sembra seiamente intenzionato a fare sul serio ...anche s enon è eccezionale come lo sono io, a suo dire ...bella soddisfazione. Per certe donne sembra così facile trovare uomini interessati a fare seriamente. Non so , fors eè l'ambiente in cui mi trovo che non facilita molto le nuove conoscenze. Una città picocla e provinciale dove tutti si conoscono e conoscere un uomo nuovo è come fare un terno al lotto. Non so, dubbi su dubbi ...
      Rispondi a Simonetta Commenta l’articolo

    • Avatar di Bice

      Bice 13 anni fa (14 Marzo 2011 17:40)

      Simonetta, secondo me il punto centrale è proprio quella della responsabilità. Ed è fondamentale. Secondo me molto spesso siamo noi che ci scegliamo le persone sbagliate con le quali poi finisce male. E fallimento dopo fallimento ci buttiamo giù. Ma, attenzione, non è perché valiamo poco, siamo poco interessanti... è solo che per un qualche motivo attraiamo e siamo attratte dalle persone sbagliate. Anche a me è capitato un sacco di volte, poi ho cominciato a capire che c'erano sempre le stesse dinamiche in gioco e che quindi dipendeva anche da me. Il che è una responsabilità, ma anche una forza (se è tutto nelle tua mani, puoi cambiare le cose). Va capito cosa non funziona e ci fa scattare sempre quella scelta. A volte ci leghiamo sembre troppo in fretta, oppure siamo sempre troppo egoisti, oppure idealizziamo, oppure siamo ossessivi o ancora ci fissiamo su chi ci fa del male... Ad una certa età cominci a capirlo. E' doloroso, ma se arrivi alla consapevolezza ne puoi fare una grande forza. Semplicemente non ci sono persone più o meno attraenti e interessanti in assoluto... il segreto è solo incontrare quella che fa per noi. Smettendo di ricercare proprio la tipologia sbagliata. Le amiche, che ti vedono dal di fuori, ti possono aiutare... a vedere con chiarezza. Le domande da farsi sono: me li scelgo sempre impegnati? che abitano lontano? che non sono disponibili? che mi tradiscono? come finiscono queste storie? sono sempre loro che scappano? dicono che li soffoco? mi trovano ossessiva? dicono che ho troppa fretta? Sicuramente troverai qualche elemento comune che ti farà capire molte cose... Dopodiché, non è detto che sia poi facile cambiare le proprie scelte. A volte siamo proprio attratti dal peggio per noi (e quante volte sono persone che assomigliano al genitore con cui abbiamo il rapporto più tormentato) e anche se lo capiamo non è detto che ne possiamo uscire facilmente. Anche perché intanto perdiamo autostima, come dici tu. Però sono ottimista, ci arriveremo! Un abbraccio :-)
      Rispondi a Bice Commenta l’articolo

  18. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 13 anni fa (14 Marzo 2011 20:10)

    @ Tutti. Sto seguendo i vostri commenti con la massima attenzione. Ho letto le vostre domande e le vostre perplessità. Apprezzo l'equilibrio, la sincerità e il rispetto che manifestate verso voi stessi e verso gli altri. Ammiro la vostra volontà di ricercare e di mettervi in gioco (vi porterà di sicuro a ottenere risultati positivi). Il tema toccato da questo articolo è molto importante, direi addirittura fondamentale. Molte vostre obiezioni le avevo previste e intendo trattarne in altri articoli. La mia posizione è che avere bisogni è sano, naturale, umano. "Essere bisognosi" invece non va bene e ci è di danno, soprattutto nelle relazioni (di coppia e non). Il benessere è nell'equilibrio tra queste due posizioni: avere bisogni sani e sapere come soddisfarli, senza "sbilanciarsi" verso l'essere bisognosi. E poi, certo, ci sono bisogni che, per essere appagati, neccessitano del contributo e della collaborazione degli altri: è per questo che sulla terra siamo in miliardi e non in poche decine. Ed è a questo che si riferisce, ad esempio, un grandissimo pensatore come Aristotele quando dice: "L'uomo è, per sua natura, un animale sociale". L'asceta decide di compiere un percorso per liberarsi dai bisogni: ma non è che liberarsi dai bisogni è esso stesso un atteggiamento che nasce da un bisogno? :) Grazie per l'attenzione e buon proseguimento. :)
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

    • Avatar di Bice

      Bice 13 anni fa (14 Marzo 2011 20:50)

      Grazie a te Ilaria, grazie davvero!!! :-)
      Rispondi a Bice Commenta l’articolo

    • Avatar di FrancescaChiara

      FrancescaChiara 13 anni fa (14 Marzo 2011 21:36)

      L'uomo è un animale sociale che ha perso la capacità di seguire il suo "istinto sociale". Altri animali sociali (i topi, per esempio!) vivono molto meglio dell'uomo nella loro struttura meravigliosamente sociale...la sopravvivenza stessa dell'individuo dipende in gran parte dai compagni. . Bella la foto a mezzo busto Ilaria!
      Rispondi a FrancescaChiara Commenta l’articolo

  19. Avatar di Riccardo Levi

    Riccardo Levi 13 anni fa (14 Marzo 2011 20:25)

    @ Ilaria Liberarsi dei bisogni significa liberarsi dalla dipendenza. Qualunque cosa chiedi, ti viene fatta pagare molto di più di quanto realmente vale e prima o poi ti presentano il conto, sempre.
    Rispondi a Riccardo Levi Commenta l’articolo

  20. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 13 anni fa (14 Marzo 2011 21:33)

    @ Bice: wow! ma tu parti in quarta!!!! :-) morto un papa se ne fa un altro??? e scrivi già cose così "serie" ed intense di lui... Le intenzioni mi sembrano ottime e anche le premesse: mettici tutta te stessa! e...vai!!!! @ Simonetta e Raffaella: il bisogno di condivisione con una persona, il bisogno di sentirsi amate e di sentirsi importanti con e per una persona sono assolutamente sani. Così come è sano anche il porsi domande, come sottolinea Bice, sul perchè c'è un certo pattern che si ripresenta puntuale (nessuno si interessa a me; si interessano a me solo uomini senza intenzioni serie). Ma l'autostima....quella capisco possa barcollare, ma riportiamola sempre su su su...lassù dove sta di posto :-) Quello che ci succede spesso non c'entra nulla con il nostro valore: si creano delle dinamiche, a volte viziose, con chi entra in contatto con noi e molto sta in noi, nei segnali che mandiamo. Per questo trovo questo post importante: perchè rendersi conto di ciò di cui abbiamo bisogno non deve significare andare in giro a testa bassa "elemosinandolo"! non deve significare diventare bisognosi. Significa invece avere consapevolezza di ciò che vogliamo (dalla vita, da noi stessi ma anche dagli altri) ed essere consapevoli ci rende più forti, più chiari anche nei messaggi che mandiamo all'esterno. Spesso invece chi vive il proprio bisogno come un handicap, diventa automaticamente bisognoso e come tale frustrato, insoddisfatto, infelice e...questo da fuori si vede. Insomma...ha già detto tutto Ilaria ed io sto forse ripetendo molto. Ma da quando sono consapevole dei miei bisogni e da quando non ho paura a manifestarli o a rifiutare ciò che non soddisfa il mio cuore...bhè, sto molto meglio. Riesco sempre ad avere dagli altri quello che vorrei? no, ovviamente. Ma da me stessa e dalla mia vita sì e questo è sempre il mio punto di partenza per tutto il resto. Non parto mai da zero....diciamo da tre? giusto per citare un famoso film ;-)
    Rispondi a FrancescaChiara Commenta l’articolo

    • Avatar di raffaella

      raffaella 13 anni fa (16 Marzo 2011 10:28)

      Francesca Chiara, tutte sacrosante parole ma a me non pare proprio di comportarmi in modo così diverso dal resto del mondo, eppure zero interesse, zero approcci, e da questo loop non so assolutamente come uscirne...segnali verso l'esterno? Che ne so...io non percepisco nulla...cero non sono la regina della seduzione, la timidezza c'è e ci sarà sempre ma da lì a dire che mi devo assumere tutta la rsponsabilità della mia solitudine ce ne passa....autostima???? Ci provo, ma quando si rimane sempre in panchina, è molto dura...e alla fine mi sembra anche forzatura tutto quanto...felice per chi come Bice trova tutta sta gente che le piace e da cui è ricambiata, ripete grande stima, ma questo non è proprio per me...
      Rispondi a raffaella Commenta l’articolo