Come lasciare una relazione tossica

come lasciare una relazione tossicaCome lasciare una relazione tossica?

Come lasciare un uomo che non riesci a lasciare?

Intanto torniamo ai fondamentali.

Qualsiasi relazione, che sia di parentela, di amicizia o d’amore romantico, per essere sana deve soddisfare il nostri bisogni più profondi, anzi, i bisogni più profondi di entrambe le persone nella relazione.

Come spiego nel mio percorso I 7 Pilastri dell’Attrazione, i nostri bisogni fondamentali sono quello di sicurezza, varietà, importanza, connessione, crescita, contributo al mondo.

Non tutte le relazioni possono soddisfare questi bisogni allo stesso modo, ma tutte le relazioni NON devono interferire con il soddisfacimento di questi bisogni.

" Se una relazione non eleva il tuo benessere e il valore che percepisci riguardo a te e alla qualità della tua vita, è una relazione da lasciare. Ilaria Cardani "

Nessuno di noi ha bisogno di una relazione “qualsiasi” o di un partner “purchessia”.

Allo stesso tempo una relazione buona e sana può contribuire ad aumentare la tua qualità della vita in un modo che difficilmente puoi immaginare, soprattutto se nella tua vita hai avuto solo relazioni mediocri o pessime.

Una relazione cattiva, tossica, disfunzionale può rovinarti la vita o comprometterla anche per sempre, crearti dei traumi difficili da curare e lasciare ferite e cicatrici spesso molto difficili da rimarginare.

Le relazioni tossiche sono molto più diffuse di quanto si possa immaginare.

Il fatto è che dall’esterno spesso non ci si accorga se due persone sono in una relazione tossica e soprattutto se una subisce l’altra.

Le persone tossiche spesso sono molto brave a far credere il contrario di quel che è vero.

Per cui se sei in una relazione tossica, non sei la sola.

E devi sapere che da una relazione tossica si esce, che c’è una soluzione a questo problema.

Come lasciare una relazione tossica

Già, perché una relazione tossica è un vero e proprio problema.

Per almeno 3 ragioni:

1) si entra e si rimane in una relazione tossica perché spinti da un serie di disagi emotivi. Le persone con un forte equilibrio emotivo non si fanno incastrare in una relazione tossica.

2) La relazione tossica diventa una vera e propria prigione, giacché aumenta il disagio emotivo, aumenta la dipendenza dall’altra persona e riduce la capacità di prendere iniziative positive per la propria vita.

3) Stare in una relazione tossica è un trauma, dal quale, per poter vivere bene, poi è necessario liberarsi. Possibile, ma non facile.

Come abbiamo detto le persone esterne – almeno che non siano “addetti ai lavori” seri e preparati – difficilmente sanno riconoscere una relazione tossica e magari la scambiano per una relazione completamente sana.

Se qualcuno ti fa sentire terribilmente triste o è fisicamente ed emotivamente violento, abusivo, la decisione ovvia dovrebbe essere quella di lasciare la relazione disfunzionale.

Giusto?

Ma la realtà è ben più complicate, a causa dei fattori più diversi.

Motivi economici, figli, interessi comuni (per esempio carriere condivise).

Oltre a questi ostacoli ce ne sono di altri ben più difficili da superare: sono le emozioni e le convinzioni interne.

E questi ostacoli vanno superati, perché, senza esagerazione, è di vitale importanza superarli.

I 5 passi necessari per lasciare una relazione disfunzionale

Per distaccarsi da una relazione e da un partner disfunzionale è necessario che tu riporti la tua attenzione su di te, che metta al centro della tua vita te stessa.

Ecco 5 passi fondamentali per farlo

1) individua nella tua cerchia di amicizie, tra le tue conoscenze e tra i tuoi famigliari alcune persone – ne bastano due, tre – delle quali puoi fidarti, che ti mostrano comprensione ed empatia e che ti diano supporto emotivo e materiale (es. possano ospitarti a casa loro di tanto in tanto o accompagnarti in gite di piacere, per ricaricarti di energie).

2) Trova occasioni nelle quali rafforzare la tua indipendenza: un hobby fuori casa, un circolo culturale da frequentare regolarmente, uno sport da praticare in gruppo.

3) Nel momento in cui decidi di lasciare, rivolgiti alle tue conoscenze fidate per ricevere appoggio pratico e aiuto per rimanere determinata.

4) Cerca l’aiuto giusto per il passo che stai compiendo.

Un modo per farsi auto sabotaggio, comune sia a uomini sia a donne, è pensare di fare tutto da soli o cercare l’aiuto sbagliato. Se vuoi avvalerti di un avvocato, deve essere un avvocato esperto di relazioni d’abuso. Se vuoi essere accompagnata da un professionista che ti aiuti a rimuovere i blocchi emotivi e le convinzioni limitanti, deve trattarsi di un esperto di relazioni (in fondo all’articolo ti do maggiori indicazioni al proposito e ti offro un’opportunità).

Breve ed essenziale, la guida che ti spiega i passi base e fondamentali per costruire o ricostruire la tua autostima e mantenerla. Per stare bene con te stessa e con l’uomo giusto.

5) Taglia ogni rapporto con la persona tossica. Sembra facile a dirsi ma non a farsi, per questo un percorso di accompagnamento può davvero cambiarti la vita e farti risparmiare tempo e sofferenze, oltre a essere un ottimo investimento.

Ma che cos’è esattamente una relazione tossica?

Detto in estrema sintesi una relazione tossica è una relazione che ti fa del male.

Per cui è tossica anche una relazione con un signor nessuno che hai conosciuto su Tinder e che non hai mai incontrato dal vivo, ma che ti tira scema con chiamate e chat, dimostrando un comportamento contradditorio, che ti crea illusioni e ti mette in confusione.

Poi, certo ci sono segni di una relazione tossica che sono più forti e visibili, come la violenza fisica, l’infedeltà costante, un comportamento sessuale inappropriato.

Fanno parte di una relazione tossica anche atteggiamenti più sottilmente disturbanti ma terribilmente rischiosi.

Per esempio la mancanza di rispetto, la disonestà o un comportamento controllante.

Classico di un comportamento controllante è quando il tuo partner si comporta in modo passivo aggressivo, si mostra eccessivamente geloso o ti isola dal mondo esterno.

Questo può avere effetti devastanti sul tuo equilibrio emotivo e far sì che tu abbia sempre meno energia per lasciare la relazione tossica.

Abuso e violenza domestica

Mi sembra che sia chiaro che se per essere tossica una relazione non deve essere necessariamente abusiva, è anche vero che tutte le relazioni abusive sono tossiche.

L’abuso, come detto, può manifestarsi in diversi modi: emotivo, verbale, economico, sessuale e fisico.

Insulti, parole e gesti e umilianti, minacce sono abusi come lo sono – lo abbiamo accennato prima – un comportamento controllante e possessivo, che di fatto limita la libertà dell’altro (terribile!!!)

Se ritieni di essere in una situazione del genere, sappi che non te lo meriti, non è colpa tua, che puoi e devi cercare aiuto e prenderti la straordinaria responsabilità di cambiare vita.

Perché è così difficile lasciare

Spesso, nelle relazioni tossiche e in quelle abusive in particolare, vi è un legame – disfunzionale! – molto forte tra le due persone, in particolare dipendenza da parte della vittima, colei che non riesce a lasciare.

Abbiamo già detto di quanto conta la paura per il futuro, per il proprio status e per la propria situazione economica, nonché per i figli.

È anche vero che molte donne indipendenti economicamente (o anche economicamente più forti del proprio partner), senza figli, giovani e di successo. rimangono intrappolate in relazioni tossiche.

E questo va riportato a una loro fragilità emotiva, fragilità che può essere superata attraverso un percorso opportuno.

Consideriamo che le relazioni tossiche sono con persone tossiche e tra queste per esempio vi sono i narcisisti e tutti coloro che attuano dei comportamenti manipolatori.

E anche seduttivi, per cui la “vittima” non solo assume comportamenti dipendenti, ma si sente in tutto e per tutto coinvolta emotivamente, cioè innamorata.

A questo si aggiunge la vergogna: molte persone tengono nascosta la vera natura della loro relazione anche agli amici e ai famigliari più stretti.

Per questo provano vergogna alla sola idea di rivelare la verità a chi sta loro vicino.

C’è anche la questione della codipendenza: in una relazione con una persona tossica, la parte in teoria più debole dimentica se stessa e i propri bisogni e concentra ogni sua energia fisica e mentale nella “cura” e nell’”accudimento” dell’altro.

Questo crea un potente sbilanciamento a sfavore della persona potenzialmente sana, la quale per altro può trovare molto difficile distaccarsi da qualcuno che è diventato la sua ragione di vita.

Pare contro intuitivo, ma è molto difficile distaccarsi quando si è nella posizione di chi dà incessantemente rispetto a chi prende incessantemente.

Se sei stata in una relazione tossica per tanto tempo o sei da tanto tempo una relazione tossica è molto probabile che per te sia difficile vedere una via d’uscita.

La via di uscita per te

Non solo, probabilmente ritieni di essere tu la responsabile delle difficoltà della relazione perché non è escluso che il tuo partner abbia una tale influenza su di te da farti mettere in dubbio la fiducia in te stessa e nel tuo modo si vedere la realtà.

Questo è il cosiddetto “gaslighting”, fenomeno che ho intenzione di spiegare in uno dei prossimi articoli.

Sono convinta che questo articolo ti abbia fornito elementi utili per valutare se sei in una relazione tossica e su come puoi lasciarla.

So anche che una cosa è comprendere la propria situazione, un’altra è trovare gli strumenti e le energie interiori per agire e crearsi il presente e il futuro che si desiderano.

Per questo ho deciso di offrire un colloquio personale di primo accompagnamento a un prezzo scontato (oltre il 50%) alle prime 15 persone che si mostreranno interessate, al mio indirizzo di posta elettronica personale, ilaria(at)lapersonagiusta.com (la (at) va sostituita con la chiocciola cioè la @) con oggetto “lasciare relazione tox”.

Ecco come lasciare una relazione tossica.

Se hai domande o esperienze da condividere, approfitta dello spazio commenti qui sotto per lasciare una tua testimonianza, nella piena riservatezza.

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