Fai anche tu questo errore?

Desiderare e cercare un partner (o una partner) per avere un appoggio e trovare il “rimedio” alle difficoltà della tua vita è un atteggiamento che ti impedisce di crescere, di essere pienamente felice e di attrarre la persona giusta per te.

E, soprattutto, di costruire una relazione sana ed equilibrata, che aggiunga valore alla tua vita e duri nel tempo con soddisfazione tua e di chi ti sta accanto.

Questi sono temi di cui parlo ampiamente nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi”. Se non l’hai ancora letta, scaricala adesso.

Oggi voglio aggiungere nuove cose e prendere spunto da uno dei bei commenti ricevuti al post di due settimane fa, quello dedicato ai fidanzati “seriali”.

Sissi, con molto coraggio – non è da tutti parlare tanto apertamente di quello che non ci fa star bene e di certo è un atto di forza che porta benefici a chi lo fa – e con tanta sincerità ha scritto:

“E’ un periodo in cui sto proprio male insomma…ed è in periodi come questo che sono portata a pensare che una persona accanto a me cambierebbe tutto. Avrei il suo appoggio, il suo conforto, i suoi consigli, avrei una persona che non siano i miei familiari o i miei amici a cui raccontare ciò che sento e da cui farmi aiutare…

Intanto tengo a precisare che i sentimenti di Sissi sono molto comuni, molto umani e comprensibili. Credo che tutti abbiamo avuto e abbiamo dei pensieri del genere.

Io stessa più volte nella mia vita mi sono ritrovata a pensarla esattamente come Sissi e ricordo che con le mie amiche pi care ne facevamo argomento di confidenza e talvolta mi è capitato di parlarne anche con mia madre (che, al contrario delle mie amiche che la pensavano come me, mi faceva vedere un altro lato della questione…).

Che cosa c’è di poco produttivo nell’atteggiamento di Sissi, nel mio di molti anni fa e in quello di tante altre persone?

–        Il fatto che di fronte alle difficoltà della vita pensi che la soluzione sia una e una sola, cioè quella di avere un partner; in questo modo ti sfuggono le mille possibilità di essere felice che hai intorno se solo decidi di porci attenzione.

–        La tendenza a estendere “tutta l’eternità” della tua vita i problemi che ci sono in una fase specifica e circoscritta, destinata a finire per forza: è solo un momento che si risolve. Le emozioni negative che vivi lo fanno sembrare insormontabile e permanente. Ma non è cosi. E alimentare pensieri improduttivi e distruttivi peggiora le cose.

–        L’abitudine di attribuire a una persona esterna (e anche “sconosciuta” e ipotetica, in questo caso) il potere di risolvere questioni che riguardano solo te. E’ come dire: “Io non sono capace. Un altro o un’altra sì”. E questo significa svalutarti. Ricorda che non c’è niente di piu dannoso che svalutare te stesso/a  e dare troppo valore agli altri, chiunque essi siano (compresi mamma, papà, fratelli, sorelle e anche figli).

Se fai così trasmetti a te stesso/a, seppure in modo inconsapevole, la convinzione che ti fidi di più di un’altra persona che di te stesso/a. Ma ti pare?

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

–        Il fatto che consideri il tuo (la tua) futuro/a  partner non come un soggetto autonomo e pensante con desideri, bisogni e capacità di amare unici e irripetibili e nemmeno come una persona con la quale crescere, scambiarvi amore e piacere e condividere progetti. Tendi a considerarlo/a invece un supporto, un aiuto, un “salvagente”. E che modo è questo di attrarre la persona giusta e di realizzare la relazione giusta per te? A te piacerebbe che il tuo partner ti scambiasse per una “spalla sulla quale piangere” o per un consulente “azzeccagarbugli” e “risolvi problemi”? (pensaci bene…)

E poi:

–        per quanto riguarda l’attrazione, in senso profondo intendo, che genere di messaggi pensi di trasmettere a chi ti sta intorno se dentro di te hai pensieri, emozioni e sensazioni alimentati da questi presupposti?

–        In ultimo non credi che la persona giusta e soprattutto la relazione giusta per te si meritino che tu sia al tuo meglio, autonomo/a, indipendente e in grado di gestire il tuo equilibrio emotivo senza il supporto di nessuno? Non credi che un partner che trovi e attrai a te in un momento di serenità sia con molta più probabilità la persona giusta per te rispetto a un partner trovato in un momento di malessere e di tristezza.

Sissi coglie perfettamente il punto scrivendo: “Quando sto bene e sono felice, mi sembra di non aver bisogno di nulla e di nessuno per esserlo di più.”. (Scusa Sissi, sai perfettamente che cosa significa stare bene ed essere felice, è un’esperienza che conosci e che quindi sei in grado di riprodurre. Come puoi pensare di legarti a qualcuno quando non stai bene? E poi?!)

E’ proprio quando stai bene, sei felice e non hai bisogno di nulla per esserlo di più che puoi attrarre la persona giusta per te. E se non ti interessa attrarla, va benissimo così!

Negli altri momenti è utile che ti occupi di te  mettendo tu a tua disposizione tutte le risorse e tutto l’amore che hai per riacquistare autonomia, indipendenza e serenità.

Lasciami un tuo commento, comunque la pensi.

Cordialmente

Ilaria



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34 Commenti

  1. Avatar di valeria

    valeria 14 anni fa (19 Settembre 2010 9:52)

    avere accanto una persona "giusta" però, per me, vuol anche dire condividere il negativo che ti capita...per carità, senza farlo diventare prioritario né predominante..è l'eccesso che penso sia sbagliato! in fondo nessun uomo, come dice John Donne, è un'isola, intero per se stesso...abbiamo bisogno degli altri.
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  2. Avatar di aurora79

    aurora79 14 anni fa (19 Settembre 2010 13:15)

    E' una cosa a cui mi sono ritrovata a pensare ultimamente:la domanda che mi sono fatta è stata: e se l'altro (che incontrerò) non fosse capace di rispondere alle mie esigenze (leggi risoluzione di problemi)? E' vero che quando ci si sente giù, o quando una storia finisce male, si spera che ci sia un altro/a che ci sappia consolare e sappia sanare le ferite, ma chi l'ha detto che ne sia proprio capace? perchè deve pagare lo scotto del danno fatto da altri?perchè aspettare un altro/a che lo faccia e quindi rimandare il tempo della nostra serenità? e soprattutto perchè relegare a un altro/a la possibilità già nostra di poter avere una vita "più"??! E' un discorso difficile da mettere in pratica quando c'è una mancanza, un vuoto da colmare, ma credo che sia il più produttivo: pensare che solo un altro può dare valore a noi e alla nostra vita, che solo un altro può farci conoscere la felicità è come firmare una "condanna a morte" perchè se anche la futura storia dovesse finire male ci ritroveremmo come prima o peggio di prima!
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  3. Avatar di Angelo

    Angelo 14 anni fa (19 Settembre 2010 14:19)

    Sono contento di non commettere questo errore, ma mi accorgo che molte delle amiche che frequento e che si confidano con me lo commettono. Mi spiego: conosco parecchie donne separate o divorziate che quando parlano di un'ipotetica nuova relazione, identificano il nuovo uomo come della persona che si prende cura dei loro problemi, dell'educazione dei loro figli se ne hanno, del sostegno economico... il partner viene visto come l'ancora di salvezza, il sostegno, la stampella. Raramente sento parlare di altro. Riesco a capire che questi sono motivi importanti, ma non sono sufficienti a dar vita un rapporto che sarebbe come la casa costruita sulla sabbia e non sulla roccia. Poi, ovviamente, chi è animano dalla ricerca della sicurezza e non dell'amore, si lamenta perché trova persone superficiali o non trova affatto... Ho fatto l'esempio delle donne perché ho più occasione di affrontare questi argomenti con le amiche che con gli amici, ma è valido anche il contrario: ci sono uomini che cercano chi si prenda cura della propria casa, dei propri figli se ne hanno, che cercano un sostituto della mamma... Quindi suggerisco di cercare il rapporto giusto, perché se non c'è chiarezza in quel che si vuole veramente non lo si troverà mai.
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  4. Avatar di sarah

    sarah 14 anni fa (19 Settembre 2010 14:44)

    Ciao Ilaria, condivido pienamente questo post. E' quello che cerco di fare io, ogni giorno. Tuttavia, c'è qualcosa che mi inquieta. Ho una paura di fondo, che è quella di non riuscire a realizzare i miei sogni. Ed il mio primo sogno è proprio quello di trovare la persona giusta e crearmi una famiglia. Ho quasi 26 anni e vengo presa dall'ansia di un tempo che corre e che non possiamo fermare. Certo, non desidero avere ora dei figli - prima devo portare avanti altri progetti lunghi e impegnativi- ma il fatto di non aver ancora incontrato la persona giusta che desidera un futuro con me, mi mette angoscia. Il problema è che vivo un conflitto interiore. Da una parte desidero ardentemente realizzarmi nella vita in ambito professionale e umano -mi sto per affacciare al mondo del lavoro- , ho voglia di fare tante esperienze lavorative -la cosiddetta "gavetta"-, di viaggiare (cosa indispensabile per il tipo di lavoro che vorrei fare); dall'altra parte temo che questo mio importante impegno mi porti a trascurare - o ad avere meno tempo- per vivere le relazioni e incontrare la persona giusta. Non vorrei mai che il sogno di una carriera possa togliermi le energie per l'amore di coppia che voglio nella mia vita. Sarà che sono condizionata dalla realtà che vedo intorno a me: ragazze che non hanno proseguito gli studi e già lavorano da tempo che sono felicemente accoppiate -e spesso hanno anche già una famiglia- altre, invece, che ancora si stanno "formando" e viaggiano molto che invece sono single. Ecco, io vorrei progettare la mia vita con qualcuno e, intanto, poter crescere professionalmente e trovare un impiego soddisfacente dal punto di vista umano. Mi capita di vedere donne di una certa età, sole, senza figli...spesso hanno un'espressione triste, arrendevole. Come si fa a non lasciarsi spaventare da questo e porsi perennemente in uno stato d'animo produttivo che permetta di raggiungere TUTTI i propri obiettivi di vita? Ascolto volentieri le opinione di tutti i lettori, e, naturalmente, la tua, Ilaria. Grazie
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  5. Avatar di SIMONA

    SIMONA 14 anni fa (19 Settembre 2010 15:36)

    Non è semplice Ilaria, piu cerchi di diventare autonoma, di darti amore di cercare di essere completa piu vedi che qualcosa sempre t manca, io non ci riesco proprio.
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  6. Avatar di giulia

    giulia 14 anni fa (19 Settembre 2010 16:08)

    "E’ proprio quando stai bene, sei felice e non hai bisogno di nulla per esserlo di più che puoi attrarre la persona giusta per te. E se non ti interessa attrarla, va benissimo così! Negli altri momenti è utile che ti occupi di te mettendo tu a tua disposizione tutte le risorse e tutto l’amore che hai per riacquistare autonomia, indipendenza e serenità." CONCORDO PIENAMENTE. E' proprio un bell' articolo. Io vorrei accanto a me una persona con cui condividere determinate esperienze, ma non credo che lui potrebbe fare alcunché nei miei momenti no. Quelli li devo risolvere, e li sto risolvendo da sola. Sto inziando a credere davvero che volere è potere. E che se vuoi un certo tipo di relazione, vuoi raggiungere determinati obiettivi, puoi farlo. bisogna solo rimboccarsi le maniche. anche se è faticoso, le ricompense valgono la fatica spesa. buona domenica a tutti. :)
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  7. Avatar di Marco

    Marco 14 anni fa (19 Settembre 2010 16:22)

    Ho letto l'articolo. Ho vissuto una situazione simile. Avvolte mi capitava di pensare alla Gloria F. che non faceva più parte della mia vita e non ostante fossero passati tanti anni nella mia mente lei era li ancora presente. Non passava giorno in cui lei non fosse nei miei pensieri, il solo pronunciare il suo nome mi spingeva a credere che un giorno l'avrei rivista. Ma quel giorno non arrivava mai .... intento crescevo, mi laureavo tre volte in economia aziendale ad Urbino, mi abilitavo alla professione di dottore commercialista da solo ... In quel periodo di permanenza a Urbino ho conosciuto Chiara, lei mi ha aperto gli occhi. Ho capito che siccome la mia vita andava comunque avanti era ora che mi ponessi delle domande potenzianti. Dovevo rimuovere quel maledetto blocco che mi incatenava: non potevo seguitare a idealizzare una persona che infondo non mi meritava, non mi aveva voluto e che in fondo era ormai tanto distante dalla mia vita. Una delle prime domande che mi sono posto è stata: - Perchè ancora la mia vita non è perfetta ? Chi sono ? Cosa Voglio ? Ha senso pensare ancora a lei ? Chi voglio realmente al mio fianco ? Cosa deve condividere con me ? Che passi fare ? Cosa intendo per amore ? Cosa è l' amore ? Che sfumature ha l'amore ? ecc.... Ho ricostruito la mia identità, ho imparato a conoscermi, a volermi bene: insomma ho ricostruito da solo la mia autostima. Come secondo passo ho modificato volontariamente il mio linguaggio del corpo, ho cominciato ad aprirmi al mondo esterno e conoscere tante ragazze con le quali ho instaurato meravigliose relazioni. Avvolte la solitudine è un problema perchè non si combatte, ci si adegua e diventa abitudine. Ma fino a che livello soglia si può accettare ? Non ci si deve mai rassegnare a vivere, ma si deve vivere e prendere dalla vita quello che meritiamo, insomma bisogna saper concretamente alzare i propri standard e agire massicciamente con forza e determinazione. Ora ho una discreta vita sentimentale, la mia attuale ragazza mi vuole bene e io l'amo. Gloria è un lontano ricordo di scuola, il sorriso di Chiara ha illuminato di sole la mia anima e non la scorderò mai. Per quanto riguarda invece la mia attuale ragazza, prevedo una strada tutta in salita ancora da compiere. La mia inadeguatezza di allora, si è trasformata in forza che mi ha permesso di prendere in mano la mia vita ed essere felice, ora.
    Rispondi a Marco Commenta l’articolo

  8. Avatar di Lella

    Lella 14 anni fa (19 Settembre 2010 17:36)

    Cara Ilaria, non credo di essermi fidanzata perchè avevo la necessità di qualcuno. Sono partita semplicemente con il piede sbagliato. All'inizio della storia (e anche adesso) ho una forte voglia di vedere il mio attuale ragazzo ma dall'inizio ho sempre avuto paura che finisse come in precedenza con altri ragazzi cioè che lo lasciassi perchè potevo stancarmi. così non è stato, mi sono trovata bene, anzi di più...!Purtroppo sono caduta subito in depressione e ho sofferto d'ansia, pensieri del tipo che lo dovessi lasciare, che non fossi all'altezza di amarlo mi hanno portata 2 volta a lasciarlo ma non ho resistito più di qualce ora. Mi succede di pensare alle storie precedenti e di comportarmi allo stesso modo anche se dentro di me la voglia di stare con lui è immensa. Pensieri di tutti i tipi mi tormentano in ogni momento della giornata...insomma potrebbero essere pensieri non funzionali...come posso aprire il mio cuore ed essere felice?
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  9. Avatar di Amina

    Amina 14 anni fa (19 Settembre 2010 20:54)

    Questo articolo è profondamente toccante. Ho avuto una storia simile a quella di Elisa, ed anche a quella di Marco. Penso che rendersi autonomi affettivamente e anche negli aspetti materiali della vita sia un dovere che abbiamo verso noi stessi, sia che viviamo da soli, sia che viviamo con altri; ciò che ci trattiene è la pigrizia che ci fa schivare gli sforzi necessari e l'abitudine ad aspettarci assistenza dai genitori, sia naturali che surrogati. Quando si è completi e si sta bene con se stessi, si sta altrettanto bene con qualcuno accanto, e per una coppia in cui ciascuno dei due è capace di gestire le proprie difficoltà con una maturità corrispondente all'età anagrafica la vita diventa molto più piacevole.
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  10. Avatar di elisa

    elisa 14 anni fa (19 Settembre 2010 23:14)

    In parte mi accosto a quanto ha scritto Sarah..anch'io a volte vengo presa dall'ansia per il tempo che passa: sono molto giovane, ho quasi 30 anni ma oramai il mio percorso professionale è avviato e, per quanto precario, il lavoro per ora c'è ed è quello che sono contenta di portare avanti nella vita.. Dall'altra parte sogno anch'io di trovare la persona giusta con cui costruire un progetto di vita comune e quando mi guardo attorno e vedo un sacco di mie amiche e coetanee che, affianco alla realizzazione nel lavoro, sono riuscite anche a costruire una convivenza e un matrimonio, mi chiedo : "e a me quando tocca?"; inizio a pensare che per "osmosi" prima o poi dovrà arrivare anche a me e che "la ruota prenderà a girare dalla mia parte" ma mi viene anche la paura, la preoccupazione che ci voglia tanto tempo o qualcosa possa andarmi storto, come in passato, e "farmi rotolare di nuovo a valle dopo aver scalato la montagna"...E' vero: ci sono anche tante donne non più giovanissime senza un matrimonio e dei figli, ne conosco alcune veramente in gamba, mi chiedo perchè siano sole..ovviamente non sono felici di esserlo ma hanno una vivacità e un carattere così giovanile che nemmeno mie coetanee hanno..! Io mi chiedo quale sarà il mio destino, quanto avrò da aspettare e se andrà tutto a finire bene.. Non so, non vorrei essere troppo fatalista e attribuire al destino il corso degli eventi della vita ma spesso mi viene da pensare che noi possiamo fare del nostro meglio per trovare la persona giusta ma poi sono le circostanze, il gioco della sorte, le situazioni contingenti a farci incontrare l'altra metà e garantire poi un proseguimento felice e sereno di una storia.. Anch'io vorrei sentire il parere di Ilaria: come conciliare il nostro "stare bene dentro" con gli "accidenti" che possono influire nell'incontro con la persona giusta e nella creazione di una solida relazione?
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  11. Avatar di Monica

    Monica 14 anni fa (20 Settembre 2010 16:48)

    Ciao Ilaria... qualche anno fa dopo l'ennesima storia finita male, avevo deciso che avrei trascorso i miei anni futuri da perfetta single. In fin dei conti con me stessa ci stavo piuttosto bene e potevo sentirmi fiera di tutto quello che avevo "combinato" fino ad allora nel bene e nel male. Mi piacevo abbastanza, economicamente non mi mancava nulla e così ho maturato pian piano la convinzione che ce la potevo fare benissimo anche da sola. Vivevo già sola da tempo, ma per la prima volta ho cominciato a pensare solo per me. E proprio mentre facevo progetti per il mio futuro da single ho incontrato quello che è diventato mio marito e il padre di mio figlio. Temevo non tanto per un'eventuale delusione, quanto per i miei progetti che sarebbero andati a pallino. Però è stata proprio la forza dei miei progetti, la sicurezza che comunque sarebbe andata, sarebbe andata bene, perchè potevo stare "in piedi" da sola e niente più avrebbe ostacolato la mia serenità...nemmeno un eventuale amore finito male. E così ho provato, mi sono tuffata in questa nuova avventura e fino ad ora non me ne sono ancora pentita!... :) Ciao
    Rispondi a Monica Commenta l’articolo

  12. Avatar di maria laura

    maria laura 14 anni fa (20 Settembre 2010 22:19)

    anche io ho finito male una storia di due anni e ci sono i momenti che riempivamo insieme in cui ora riecheggia il vuoto..... poi mi soffermo a pensare razionalmente e mi rendo conto che per la mia vita e per la mia crescita personale è molto meglio così, ma sono gli abbracci, gli sguardi, le letture condivise, le risate che ora non ci sono più con lui che non riesco a sostiture solo con me stessa..... sono fiera di me stessa e del lavoro di ricostruzione che mi sto concedendo attimo per attimo ma a volte una carezza che ti dia il coraggio di non cedere mi servirebbe tanto... grazie, Ilaria
    Rispondi a maria laura Commenta l’articolo

  13. Avatar di Andrea

    Andrea 14 anni fa (21 Settembre 2010 15:44)

    Ciao Ilaria e tutti, intanto Ilaria posso dirti con grande soddisfazione che ho avuto la grande opportunita' di poter leggere la tua guida: sara' forse dipeso da alcuni requisiti tecnico-informatici ma non e' questa la sede in cui parlarne... ;) Piuttosto mi preme rispondere a questo post ed ai commenti per dare alcuni suggerimenti agli altri membri: intanto cosa significa "sperare"? IMHO se non si e' religiosi che conoscano benissimo la bibbia ed il significato di cio' che contiene, se non si e' quindi in grado di dare alla parola Speranza un significato prettamente religioso (e naturalmente in un relativo contesto), in altri ambiti puo' essere un vocabolo altamente depotenziante. Se io spero in qualcosa, automaticamente non sto accedendo al mio potenziale per crearmi le condizioni ideali per reaalizzarlo, e quindi, se le circostanze avverse non mi fanno ottenere cio' che voglio albergano nella mia mente e si alimentano con i riferimenti del caso, le credenze limitanti per cui non posso ottenere quel tale risultato e, chiaramente mi sara' molto piu' difficile raggiungerlo. L'esempio che mi piace riportare e' quello di un atleta che deve impegnarsi per una prestazione sportiva: non ha senso che l'atleta si dimentichi degli allenamenti (possono essere fisici o anche solo mentali) fino al giorno della sua prestazione e poi il giorno precedente dirsi: "Oddio, per tutto questo tempo non mi sono allenato ... speriamo che domani riesca ad ottenere buoni risultati"... Come puo' pensare questo atleta di ottenere buoni risultati senza neanche un minimo allenamento? Molte persone che conosco, assumono lo stesso atteggiamento di questo atleta... magari studiano o si allenano intensissimamente il giorno prima della prestazione mentale e/o quindi fisica, e ovviamente si fanno dominare dall'ansia da prestazione che ha solo come risultato quelllo di accedere a stati depotenzianti e alimentare credenze e trovare riferimenti dello stesso genere. Come pensate che si sentira' il giorno della sua prestazione? E come saranno quindi i suoi risultati finali? Il suggerimento che posso darvi, quindi, e' quello di sostituire questo tipo di vocaboli con parole che indichino scelta o impegno, che rendano cioe' l'individuo pienamente responsabile delle sue decisioni e conseguentemente delle sue azioni. es.: Mi impegno per raggiungere questo risultato qua; scelgo di trovare il modo per risolvere questa situazione e impegnarmici al meglio che posso (ricordate di cio' che ho scritto riguardo la perfezione che non esiste, e btw nel caso dovesse esistere e' anch'essa depotenziante?;) ) Percio', invece che farsi domande su come ottenere risultati perfetti, chiedersi,: "Come posso ottenere questo risultato al meglio e" nel caso il risultato che si vuole o deve raggiungere fosse di seconda classe: "divertendomi?" Poi, posso comprendere il rimorso o gli stati d'animo negativi nel momento in cui si prendono certe decisioni, ma domandatevi: "Per rifuggire la paura della solitudine siete disposte/i a convivere con chicchessia, pur affrontando il costo di abbassare la vostra autostima?" A mio avviso e' meglio imparare a convivere la solitudine, solo cosi' ci si puo' conoscere al meglio e, come ho letto sul libro "Chiamati all'amore" di De Mello, nel caso in cui ci si faccia prendere dalle tentazioni (nel caso ci si faccia comandare dalle viscere piu' che dal cervello), ripetersi, quasi come fosse un incantesimo: "Sono consapevole che anche se avessi raggiunto "questo obiettivo" non mi sentirei felice (io aggiungerei), di piu' di quanto non lo sia ora". In questo modo si ottegono due risultati: 1. Ci si convince che la felicita' e' una risorsa di cui disponiamo naturalmente e che solo noi stessi possiamo autolimentarci, e che la vera felicita' non e' da confondere con l'euforia 2. ci si distacca dal desiderio viscerale. E anche sul distacco, ho notato tristemente che si attribuiscono diversi significati che non concordano assolutamente con la legge di attrazione: per esempio si pensa che il distacco significhi menefreghismo. Si pensa che se una persona prova distacco nei confronti del suo partner significa che non lo/a ama (si creano queste equivalenze complesse ;) che poco contribuiscono al miglioramento di un rapporto). Conosco persone che preferiscono buttarsi a capofitto in una qualunque relazione ipnotizzandosi che la persona con cui credono di vivere quel rapporto sia la migliore in assoluto, anche se nella realta', col senno di poi si trovano a scontrarsi con la dura verita', constatano che era soltanto frutto dell'ingenuo ottimismo o dell'ingenua immaginazione, perche' hanno paura di combattere il vuoto che portano dentro, per questo motivo cercano di riempirlo con chiunque sia. Effettivamente noto che farsi un'auto psicoanalisi e' molto impegnativo e btw richiede, alle volte, anche tempi lunghi... Percio' le persone che hanno piu' fretta di tutti (molte donne) l'aborriscono totalmente. E qual è il risultato finale? Saranno portate a doverne pagare il duro prezzo. Andrea
    Rispondi a Andrea Commenta l’articolo

  14. Avatar di Vanesia

    Vanesia 14 anni fa (21 Settembre 2010 17:28)

    Ciao Ilaria, ormai non posso fare a meno di leggere quello che pubblichi e non posso ancor di piu' fare a meno di riportare le mie esperienze personali. Ho 34 anni, ho avuto molte esperienze, ho lasciato e sono stata lasciata e devo ammettere che la persona che sono diventata oggi è di gran lunga piu' serena di qualche anno fa. Ogni esperienza che ho avuto, soprattutto le piu' negative, ha apportato alla mia vita...a me stessa , una ricchezza in piu'..sempre piu' importante. Ora, posso reputarmi una donna indipendente non solo economicamente, ma anche nella mia quotidianità cioè nello scegliere le persone e le attività che mi fanno stare bene. Con il tempo, ho capito che in passato davo troppa importanza ad accontentare gli altri solo per essere accettata, temevo di provocare un'offesa se dicevo al mio ex che non mi andava di uscire con lui ed un altra coppia di amici antipatici, temevo di provocare una crisi di coppia se esternavo il mio desiderio di trascorrere molto piu' tempo con le amiche o fare attività che solo a me potevano piacere. Insomma, con il tempo ho capito che amore è libertà...ma nn la liberta di farsi ognuno "i fatti suoi", ma la libertà di essere se stessi senza temere di essere giudicati, allontanati...essere se stessi senza la paura di offendere qualcuno o sentirsi dire "tu non mi ami..te ne freghi di me". Nonostante sia consapevole di questo stato di cose...non ti nascondo che, nel momento in cui iniziano a nascere i sentimenti (ho iniziato da pochissime settimane una relazione)...la razionalità non sempre mi accompagna. Sarà l'età, saranno le cose che vedo attorno a me (non sempre molto gratificanti) ma non riesco ad essere "mentalmente produttiva" come tu consigli, perchè la paura frena...ed essere se stessi, dopo i 30 anni...è una bella sfida, è l'abbandono di un'importantissima difesa senza la quale, mi rendo conto che posso farmi davvero male.e allora ci sono momenti in cui quasi rimpiango i tempi non lontanissimi in cui ero single..e qui mi chiedo: ma a volte, per quanto l'indipendenza aiuti sempre e comunque ognuno di noi a raggiungere un'integrità interiore, non puo' diventare una scusa per non vivere un legame?non puo' essere un modo anche per evitare di compromettere la nostra serenità?
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  15. Avatar di Ilaria Cardani

    Ilaria Cardani 14 anni fa (21 Settembre 2010 18:25)

    Eccomi qui :). So che il tema affrontato in questo articolo tocca nel profondo e forse forse fa anche soffrire qualcuno. Ma se si vogliono fare le cose per bene e se vogliamo davvero migliorare la nostra vita è molto utile guardare in faccia le nostre paure e anche il nostro dolore. Spesso un atto di coraggio e tanta consapevolezza dissolvono la paura e ti permettono di “entrare in controllo” della tua vita e delle tue relazioni. @ Sarah: tu vivi pre-occupandoti, creando nella tua mente una serie di film negativi che anticipano sensazioni negative. E quanto vivi male in questo modo? Che cosa ti spinge a farti dei film negativi? Film per film, immaginazione per immaginazione, non sarebbe più utile che ti facessi dei film positivi? E credo che ti sarebbe anche molto utile capire che cosa causa – davvero – il tuo conflitto interiore, e alimenta quella “paura di fondo” della quale parli. Ti sei mai fatta la domanda: “IO, che cosa voglio davvero per ME?”? @ Simona: se tu considerassi soprattutto le molte cose che HAI? Tutte le tue risorse positive? Fanne un elenco dettagliato, messo per iscritto. @ Lella: la questione importante non è l’amore, ma la PAURA dell’amore (lo dico anche @ Elisa e @ Vanesia :) e ad altri...). Le domande che ti poni sono molto funzionali ("come puoi aprire il tuo cuore ed essere felice?"). Ti sei data una risposta? L’hai ascoltata? @ Elisa: credi davvero nel destino e negli “accidenti”? Non è che tu, io e tutti gli altri siamo più forti, più intelligenti, più creativi del destino e degli “accidenti”? Lo sai che il destino potrebbe essere una scusa? Forse destino e “accidenti” sono i nomi che qualcuno dà alla paura. Lo ripeto: non è l’amore il nocciolo della questione, ma la paura dell’amore. Se non hai paura, se “stai bene dentro” gli accidenti, sono, per l’appunto, solo accidenti. @ Maria Laura: quella carezza ti “servirebbe” o, semplicemente, ti farebbe tanto piacere? :) ;) In ogni caso desiderare una carezza è umano e naturale, giusto? @ Vanesia: quella di cui parli tu è “indipendanza” o “chiusura al mondo?” Forse accettare i propri sentimenti, soprattutto se ci sembrano “non produttivi” è utile per trovare risorse molto più produttive, per crescere e per godersi i passi avanti di questa crescita e delle belle cose che la vita ci offre (compresa - addirittura! - una nuova relazione).
    Rispondi a Ilaria Cardani Commenta l’articolo

  16. Avatar di Dick

    Dick 14 anni fa (23 Settembre 2010 11:12)

    Ciao a tutti, Bello il post, che spiega, in parole semplici, quanto a volte anche da adulti si possa restare emotivamente bambini ed avere dal partner le stesse aspettative che si sono avute dai genitori: lui/lei mi renderà felice, mi darà tanto... Questo approccio è infantile e conduce sempre alla delusione, per l'ovvio motivo che nessuno vorrebbe prendersi cura di noi come di un bambino! Vero è che ci sono persone che tirano fuori il meglio di noi e altre il peggio e viceversa. Persone con le quali il mio Io è libero di esprimersi a 360° e persone che provano a opprimerci per una loro proiezione di "antipatia". Proiettare aspettative infantili sul partner limita, se non cancella del tutto, i veri valori della coppia quali l'eros, la progettualità, amare il mondo intero... Dick
    Rispondi a Dick Commenta l’articolo

  17. Avatar di Erminia

    Erminia 14 anni fa (23 Settembre 2010 23:06)

    Non sposate mai il vostro terapeuta ! Io l'ho fatto :-( Pensavo che sarebbe stato fantastico...una persona che conosceva ogni mio recesso, sempre pronta a formirmi la soluzione giusta per i miei Problemi... Devo riconoscere che Lui è, sempre, stato la fonte di Ispirazione e Stimolo più intensa della mia Vita...anche perchè è una Persona davvero Speciale... Ma, purtroppo, non ho mai smesso di essere una sua "paziente"... e questo, a mio parere, ha, quasi, distrutto il nostro Rapporto... Un vero Rapporto di Coppia, per me, deve essere alla pari ! Quando si parte già con delle grosse sproporzioni, è difficile "guadagnare terreno"... Anch'io sono una terapeuta... sono un medico, fra l'altro molto soddisfatta del lavoro che svolgo e con degli ottimi riscontri ... Ma con Lui, mi domando se sarò costretta (in grossa parte, dalle mie limitazioni mentali !) a fare la paziente... a Vita. Spero che il mio spunto possa esservi Utile. Buona Vita a Tutti voi ! Erminia
    Rispondi a Erminia Commenta l’articolo

  18. Avatar di Ilaria Cardani

    Ilaria Cardani 14 anni fa (24 Settembre 2010 0:53)

    Erminia, io credo che il tuo spunto sia molto utile, grazie! Chi o che cosa potrebbe costringerti a fare la paziente a vita? Che cosa accipicchia sono le limitazioni mentali di cui parli? :)
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  19. Avatar di Bice

    Bice 14 anni fa (24 Settembre 2010 19:37)

    Io, più facilmente, sono una che si dice e dice e, credo anche, trasmette l'idea di cavarsela da sola sempre, anche nelle difficoltà. Insomma: non ho bisogno di nessuno io! Ma a sbandierarlo così, non credo di attrarre qualcuno, anzi. Alla fine gli uomini mi pare finiscano per preferire le ragazze bisognose di protezione, guida... forse perché così sono loro a sentirsi forti. Temo di avere il problema contrario: ammettere di avere delle debolezze e bisogno, come tutti, di un compagno...
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  20. Avatar di Sissi

    Sissi 14 anni fa (26 Settembre 2010 20:59)

    Wow Ilaria, grazie davvero per questo articolo, e sono contenta di esserti servita, con le mie parole, come un piccolo spunto x scriverlo. Mi dispiace essere arrivata così tardi a commentarlo, ma sono stata sommersa dallo studio x un esame fino a ieri e mi sono ricollegata con il mondo di internet soltanto oggi, dopo vari giorni.. :) Le cose che scrivi, forse, in fondo, le ho sempre sapute, ho sempre saputo che il mio atteggiamento era sbagliato, che sbagliavo a vedere in un partner una soluzione ad un mio malessere, ma comunque, nonostante le sapessi, il leggerle scritte nel tuo articolo ha smosso in me sentimenti e sensazioni nuove, che non saprei nemmeno spiegare. Mi hai fatta riflettere profondamente su questo mio errore, ed ora ho davvero capito che devo assolutamente cambiare questo mio modo di pensare. Come hai detto tu, io non vorrei mai accanto una persona che mi ritiene un salvagente o solamente qualcuno con cui sfogarsi, quindi è altrettanto brutto, da parte mia, pretendere questo da qualcun'altro. Grazie davvero, tutto ciò che hai scritto mi è servito profondamente per impostare in modo diverso i miei pensieri "sbagliati", che, in effetti, finora non mi hanno portata a nulla di buono, quindi le cose da ora in poi non possono che migliorare :)
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