Come fai ad avere fiducia negli altri? E ad aspettarti sincerità?

Per fidarti e avere correttezza, sincerità e onestà da parte di chi hai di fronte è importante che tu sia per primo o per prima “fornitore” (o “fornitrice”) di correttezza, sincerità e onestà.

Questo è una considerazione che devi avere ben presente se desideri davvero attrarre la persona giusta per te. E, per essere del tutto sincera, anche se vuoi delle relazioni soddisfacenti con gli amici, in famiglia e nell’ambito professionale.

Nella mia guida gratuita “Come attrarre la persona giusta per te in 11 passi” spiego ampiamente che il tuo atteggiamento verso gli altri determina quello che loro hanno verso di te.

Ogni giorno i miei clienti personali, coloro che mi scrivono in privato e gli iscritti al blog che rispondono al sondaggio che faccio, mi fanno capire – spesso dichiarandolo apertamente – che uno dei problemi che li preoccupa di più è quello di avere fiducia negli altri, quello di “trovare sincerità” nelle persone che frequentano, soprattutto quando si tratta di nuove conoscenze e in particolare di un possibile partner, di qualcuno che giudicano interessante.

Le domande che mi sento fare più spesso sono del tipo: “Ma Ilaria, dopo tutto quello che ho passato, come faccio a fidarmi?” oppure: “Ilaria, come faccio a capire se posso fidarmi e se lui (o lei) è sincero/a?”.

Altri mi dicono: “Ormai non mi fido più. Ho paura di essere tradito/a o ingannato/a. Non ho voglia di rimanere deluso/a un’altra volta! Spesso tendo a credere che non ci sia sincerità a questo mondo!”.

In effetti questo è un aspetto importante, direi capitale delle relazioni sentimentali (sia quelle che stanno per iniziare, sia quelle che sono già “avviate”) e riguarda da vicino l’ambito della comunicazione efficace, anche se non esclusivamente.

Infatti se tu comunichi incertezza e sfiducia, come risposta ottieni incertezza, vaghezza e probabilmente anche bugie belle e buone.

Se invece comunichi certezza e sicurezza e sei sincero/a, gli altri si comportano con te in modo affidabile e ti rispondono con comportamenti, parole e azioni pienamente sinceri.

Se a questo punto stai pensando: “Ilaria stai tirando fuori discorsi un po’ trascendentali e spirituali”, ti fermo subito: si tratta di aspetti molto pratici e strettamente legati alle emozioni e alla psicologia.

Non per niente sopra ho fatto riferimento alla comunicazione efficace.

Sono certa che è capitato anche a te, a scuola, di avere un insegnante che quando entrava in aula, tutti si mettevano a farsi gli affari propri, lo ignoravano, chiacchieravano e disturbavano. E si permettevano di fare cose non proprio buone e giuste.

Poi, magari già solo l’ora dopo, entrava in aula un altro insegnante, temuto da tutti, e, come per magia, il silenzio calava in classe. Tutti diventavano di colpo disciplinati, attenti e silenziosi.

Da che cosa dipendeva il diverso atteggiamento dei tuoi compagni di classe (e anche il tuo)?

Dal diverso atteggiamento dei due insegnanti, giusto?

Sono pronta a scommettere che il secondo insegnante era anche il più preparato, quello che urlava di meno, quello che aveva un comportamento più serio e affidabile. Forse certi ragazzi non lo sapevano in maniera “consapevole”, ma intuivano tutto ciò in maniera inconscia.

E, senza rendersene conto, assumevano un atteggiamento serio e affidabile anche loro. O venivano subito sgamati dal professore in questione.

Desideri il rapporto della tua vita e vuoi scoprire il modo giusto per far innamorare un uomo e costruire con lui una relazione sana, serena e che duri nel tempo? Ecco il precorso che ti guida passo passo nella realizzazione di una vita di coppia sana e appagante, dal primo incontro fino alla convivenza

Il primo insegnante veniva “preso in giro”, il secondo no. Vero?

Il primo si metteva nella posizione di essere preso in giro. Il secondo no.

Non solo: con il secondo i ragazzi erano di fatto “migliori” che con il primo. Davano anche risposte più azzeccate durante le interrogazioni, insomma tiravano fuori il meglio di sé.

Più o meno succede così anche nello sport o, per esempio, nel ballo: se balli con qualcuno che balla bene o anche meglio di te, ti viene facile fare i passi giusti e sei molto sciolto/a. Se balli con un/a principiante, ti sembra di ballare peggio di quanto sei in effetti capace.

Nel tennis, nel ping pong o in sport simili tutto questo è evidentissimo: se vuoi allenarti con i palleggi la regola è quella di giocare con qualcuno al tuo livello o a un livello più alto.

Quando giochi con qualcuno davvero bravo, il gioco funziona, scorre fluido. Il movimento dell’uno influenza in positivo il movimento dell’altro e viceversa. Anche se c’è gara e sfida, il gioco si svolge in un flusso piacevole.

Questo tra l’altro lo percepisce anche un osservatore esterno.

Tutto ciò che cosa comporta, nella pratica, per te?

Significa che se una persona vive una relazione (anche nelle fasi della prima conoscenza) all’insegna dell’”insicurezza” – perché non ha fiducia in se stessa, nel rapporto o nell’altro/a etc. – susciterà più probabilmente comportamenti inaffidabili nel partner (o nel potenziale partner).

E questo anche per un’altra ragione: l’insicurezza fa perdere lucidità e obiettività e quindi impedisce di osservare con attenzione il comportamento di chi si ha di fronte e di coglierne i comportamenti “incoerenti” che invece permettono di “sgamare” eventuali insincerità.

Se invece tu parti da una posizione di “fiducia” (in te stesso/a, nei sentimenti e nelle sensazioni che provi, in quello che stai vivendo etc.) e di sincerità (cioè parli chiaro rispetto a ciò che vuoi dalla storia, dall’altra persona da e per te stesso/a etc. e soprattutto agisci in modo coerente rispetto a tutto questo), allora hai in risposta affidabilità e sincerità. E, nel caso, hai tutta la lucidità necessaria per notare eventuali incoerenze nell’altra persona. E per agire di conseguenza.

Per oggi questo. Ne riparleremo.

Lasciami il tuo commento e la tua opinione.

Cordialmente

Ilaria

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131 Commenti

  1. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (6 Novembre 2010 2:26)

    Perché ho perso la fiducia negli altri? E' semplice. Essendo timido, do l'impressione di non sapere ciò che voglio dalla vita, vengo ritenuto inaffidabile (tutto ciò non avviene per quanto riguarda il lavoro), etc. Peccato. Tutto quello che racconto può essere verificato. Ho sempre saputo che la verità è preferibile alle frottole. Il mio problema è sempre stato la timidezza. Da li, le persone "molto profonde" traggono conclusioni totalmente errate dalle quali non si staccano più. Quindi, mi trovo ad essere deriso per il fatto di essere, come dico io, poco estroverso e sempre per lo stesso motivo sono ritenuto indegno di fiducia. Io, invece, non mi fido di persone che si fidano di qualcuno conosciuto da 3 minuti (cosa che ho visto accadere molto spesso). Mi deluderebbe persino se si fidasse di me in tre minuti. Se prendi il tempo sei ritenuto inaffidabile, se fai tutto senza pensare sei una persona di sani principi. Di fronte a questi "ragionamenti" preferisco restare solo. Soprattutto per un fatto. Perchè, per essere ritenuto "degno" dovrei essere ciò che non sono? Non ho il diritto di essere me stesso? La timidezza cos'è? Un reato? Mi devo vergognare di ciò che sono, di esistere? Beh, è ciò che faccio, dato che ho capito già da molto tempo che ciò che sono è considerato "asociale". So di essere sbagliato e sto alla larga. Ma nel resto della vita (lavoro, amicizie), sono una persona normalissima. Ma nessuno guarda tutto ciò. Valutano solo la singola situazione. Perchè? Perché vogliono tutto subito. Un'ultima cosa. Di natura sono uno che si fida facilmente. Più facilmente ti fidi è più pesanti sono le fregature che prendi. Questo perchè la persona che si fida è ritenuta stupida (ed in fondo lo sono) ed allora, tutti a divertirsi con lo scemo. E' così che impari a non fidarti. Ed il bello è che la colpa è tua. Sarebbe da ridere. Sarebbe.
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  2. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (6 Novembre 2010 13:26)

    Posso essere d'accordo che se tu rispetti te stesso, anche gli altri sono in qualche modo costretti a farlo (se non lo fanno, proprio perché invece tu lo fai, allora te ne liberi). E anche che se sei sicuro di te li fai sentire più sicuri. Ma sul discorso della sincerità... che la propria venga automaticamente ricambiata... no! Il modo migliore che ho sperimentato per portare i tendenzialmente bugiardi ad essere sinceri è l'astenersi dai giudizi, non far percepire quanto certe "verità" non ti piacciono, lasciarli liberi di fare e dire... allora sì, sono sinceri. Infatti spesso le bugie si raccontano perché si teme che dire la verità nuoccia. Dunque io cerco di non far avere questa paura... così so con chi ho a che fare. Il w-e è partito bene: l'amicizia con questa nuova conoscenza ha delle punte di intimità e capacità di comunicarsi le cose che mi lasciano sempre stupefatta. C'è una tale voglia di conoscersi e comprendersi che fa quasi "paura"... in poco tempo ha capito tanto di me, pregi e difetti. Però è così bello... E ora... vado a trovare la mia migliore amica! Ciao e buon w-e a tutti.
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  3. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 13 anni fa (6 Novembre 2010 15:55)

    Sono abbastanza d'accordo: di solito si raccoglie quello che si semina. Ma non è una certezza. Quindi: siamo sicuri in noi stessi, siamo onesti e sinceri e automaticamente inneschiamo una predisposizione simile negli altri verso di noi? non so'..... Cioè, può succedere, vedi l'esempio dell'insegnante in classe con i propri studenti, ma su una classe di 30 alunni non ci credo che la totalità si comporti come descritto dal tuo esempio, Ilaria. Quindi parliamo pure di percentuali: ce ne sarà sempre una piccola, nelle persone che incontriamo e con cui abbiamo a che fare, che si comporterà "random" - indipendentemente dalla nostra influenza. Quindi, diciamola tutta: va bene sì impostare il rapporto con il prossimo nel migliore dei modi, comunicando "efficacemente" e ponendoci per primi noi nel modo giusto, ma ammettiamo anche una volta per tutte che fidarsi è sempre un salto nel vuoto che facciamo. Senza paracadute. Se non guardiamo in faccia questa verità nuda e cruda, non ci scrolleremo mai di dosso le paure che abbiamo. Usiamo quindi l'istinto (la famosa pancia!), il cervello (la nostra razionalità) e tutto quello che abbiamo a disposizione per cercare di capire chi abbiamo davanti. Ma il passo finale è un salto nel vuoto! Che può concludersi con una planata dolcissima o con uno sfracellamento al suolo. Io tendo a fidarmi degli altri, ho un sesto senso abbastanza acuto. E in 45 anni non me ne sono mai pentita. Ho avuto delusioni: poche, ma toste. Ma la fiducia che ho concesso alle persone non me la sono mai rimangiata: nemmeno a posteriori. Io sto bene anche da sola, ma ho una propensione naturale verso gli altri: sono curiosa, mi affascina l'animo umano, mi piace confrontarmi con la gente. E la fiducia nasce pian piano, con il tempo, con il legame che cresce. Anche se di solito è una sensazione che senti subito, a pelle. Ma da qui a dire che in 3 minuti lascerei il mio cuore in mano a qualcuno....no! @ Bice: lasciare liberi gli altri mostrando ampie vedute e tolleranza per evitare loro di mentirci va bene. Ma attenzione a non confondere tolleranza con il farsi andare bene cose che invece non ci vanno bene comunque: nemmeno se ci vengono confessate con tanto amore! C'è un sole dalla luce gialla-arancione caldissima e i colori delle foglie sugli alberi del bosco sono uno spettacolo...mi ci tuffo con il mio cane! buon w-e a voi
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  4. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (6 Novembre 2010 17:03)

    @FrancescaChiara: il mio essere aperta è un "trucco", in realtà, in un certo senso. Porta le persone ad essere più sincere. Dopo decido se mi va bene o meno, quindi non tollero affatto... Mi serve per capire, ma poi decido con molta meno tolleranza. Motivo per cui poi mi sento spesso dire: "sono stato sincero e guarda cosa ci ho guadagnato...". Eh, sì, ci abbiamo guadagnato in due, penso io, perché i rapporti non si possono fondare sulle bugie. Molti invece tendono a raccontarle perché così - pensano - gli conviene... Secondo me non conviene mai, ma poiché tutti le raccontano ed essere semplicemente io sincera non mi è sembrato che ripagasse sempre, preferisco l'altro metodo. Che non è un non essere sinceri su come la penso io, ma solo un sospendere il giudizio permettendo all'altro di essere sé stesso. In effetti, non giudicare troppo dovrebbe essere un modo di essere, non uno stratagemma che mi impongo... lo so. Ma ancora non ci sono arrivata a farlo in modo naturale! Meravigliosa giornata per fare belle fotografie autunnali!
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  5. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (6 Novembre 2010 18:39)

    Sono timida, lo dico apertamente e non è mai un problema!
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  6. Avatar di MaryAnn

    MaryAnn 13 anni fa (6 Novembre 2010 17:59)

    Riccardo ti capisco perchè anche io sono abbastanza timida e ho sempre sofferto un certo disagio nei miei panni, soprattutto mio padre fin da piccola mi ha trasmesso l'idea che questa caratteristica del nostro carattere fosse un handicap e una vergogna! solo crescendo ho capito che non è affatto così, è un idea sua e tuttavia è anche vero che a livello sociale sembrano essere più apprezzate le persone estroverse perchè sembrano avere più personalità. In realtà secondo me è solo una facciata perchè la personalità ce l'hanno anche i timidi solo che sono più riservati e più sensibili. Il mio problema legato alla timidezza in realtà è legato alla profonda insicurezza in me stessa, ho una bassissima autostima e questo mi causa profondo disagio nel rapporto con me stessa e con gli altri....non credo sia un problema il carattere timido, ci sono persone anzi che apprezzano le qualità delle persone timide!:-))
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  7. Avatar di elisa

    elisa 13 anni fa (6 Novembre 2010 19:14)

    Anch'io sono un po' scettica su quanto detto da Ilaria perchè non sono del tutto sicura sulla possibilità che sincerità e affidabilità inneschino sempre la stessa reazione nelle persone che abbiamo davanti..Spesso nei rapporti interpersonali questi meccanismi non nascono "per osmosi" dove c'è flusso da una parte all'altra ma al contrario si creano quando da entrambe le parti c'è la predisposizione a farlo.. L'esempio riportato sulla classe di alunni è interessante ma vi posso assicurare che a scuola le dinamiche sono particolari (sono insegnante e ne ho viste tante..) : a scuola siamo noi docenti che "dobbiamo tenere il coltello dalla parte del manico" per non farci sfuggire e tenere sotto controllo ragazzini spesso irruenti e esuberanti per via dell'età, in cattedra dobbiamo per forza farci valere e spesso "incarnare un ruolo forte" anche se per natura siamo persone dolcissime e buonissime..sono le circostanze che ce lo richiedono e l'impossibilità di fare altrimenti perchè in caso contrario gli studenti, se possono, se ne approfittano..siamo costretti ad usare il metodo del "bastone e della carota": marcarli stretti ma anche riconoscerli e premiarli, oltre che stimolarli e affascinarli come un bravo insegnante dovrebbe fare...A scuola noi adulti non possiamo scegliere come comportarci ma solo appoggiarci al ruolo dell' adulto autoritario per indirizzare dei giovani a cui dobbiamo fare da guida..Ci tocca farlo, non farlo è peggio e, paradossalmente, gli stessi alunni se lo aspettano e lo richiedono implicitamente.. Al di fuori di queste circostanze, imposte appunto dal setting istituzionalizzato dalla scuola, i rapporti interpersonali funzionano diversamente! E' indubbio che alla base di qualsiasi rapporto (sentimentale, amichevole, lavorativo..) sincerità e affidabilità dovrebbero essere un "must" (io per prima ci credo fermamente e li riconosco come valori imprescindibili..) ma sottolineo la parola "dovrebbero": non per tutti , infatti, è così..Credo che il discorso tocchi il piano delicato dei valori morali dell'etica comportamentale che non per tutti è identica: ci sono persone oneste e sincere, che ispirano e che possiedono affidabilità, ma ci sono anche altre per cui i sotterfugi, la disonestà, la mancanza di una condotta pulita e cristallina è la scelta per loro giustificata da una società, la nostra, che ormai agisce così e allora la spiegazione al loro agire diventa che "ma tanto lo fanno tutti.." "tutti fanno così, è normale.." "ma tanto, è così che vanno le cose.." .. Io invece dico : che miseria! Come se ognuno di noi non potesse scegliere da che parte stare ma per forza seguire gli "andazzi" del momento, così, in base a come agiscono gli altri, senza chiedersi se sia giusto o sbagliato.. Io, sono un po' come FrancescaChiara: "a pelle" riesco ad avere quel sesto senso che mi fa capire chi ho davanti, purtroppo con gli uomini, negli ultimi tempi, sono stata un po' prevenuta da questo punto di vista ma sono anche consapevole che è la mia insicurezza, talvolta, a travisare in parte le cose..A mio parere la chiave di tutto è la fiducia in se, e in ciò in cui si crede, i propri valori e la propria persona, se poi dall'altra parte per l'altra persona è lo stesso, tanto meglio..nascerà un'amicizia o forse qualcosa di più..in caso contrario le dissonanze porteranno a dividere le strade ma, ripeto, a mio parere non è scontato che la nostra sincerità inneschi un circolo virtuoso, si può auspicarlo, sperarlo, ma non è detto che ci siano necessariamente anche dall'altra parte.. è come seminare su un terreno sterile: si può pensare che spunti da lì un germoglio?
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  8. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (6 Novembre 2010 20:17)

    Dimenticavo. @ Bice Per la donna essere timida non è un problema. Per l'uomo si. E' il peggiore in quanto è l'uomo che deve farsi avanti. Se è timido , è finito.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  9. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (6 Novembre 2010 22:17)

    Dimenticavo. @ Bice Per la donna essere timida non è un problema. Per l'uomo si. E' il peggiore in quanto è l'uomo che deve farsi avanti. Se è timido , è finito.
    Rispondi a Riccardo Commenta l’articolo

  10. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (6 Novembre 2010 22:14)

    @ MaryAnn Io sono, come ho detto, mlto timido, ma conosco le mie capacità ed i miei limiti. Di quello che so fare, non mi piace vantarmene. Di quello che non so fare, non me ne vergogno. So solo che tutte le persone che ho conosciuto, mi hanno giudicato solo per la mia timidezza. Come ho detto ho 50 anni e so per lunga esperienza che l'essere sinceri con gli altri, non porta affatto gli altri ad essere sinceri con noi. La sincerità è della persona che sa chi è, sa cosa cerca, non ha nulla da nascondere. Oggi queste persone sono la minoranza. Spiace dirlo, ma è così. Chi è abituato a mentire, lo farà sempre e con chiunque e raggiungerà sempre il suo scopo (lavorativo, "sentimentale", etc). Questo perchè da molti secoli si guarda solo l'aspetto esteriore delle cose e delle persone. Credere che un nostro atteggiamento positivo inneschi un circolo virtuoso è da illusi. Semmai incontreremo molti mentitori/mentitrici che non crederanno a nulla di ciò che diciamo, per via dell'assunto "io mento quindi lo fa anche lui/lei". Viviamo nella civiltà del'immagine e soprattutto nella nazione dell'immagine, l'Italia, che sull'immagine ha costruito imperi finanziari (Valentino, Armani, Dolce e Gabbana, etc.). Quindi, inutile raccontarci frottole. Per la maggioranza delle persone, ciò che sembra vale molto di più di ciò che è. Si può solo sperare che la nostra sincerità venga riconosciuta come tale da una persona simile a noi, ma è molto difficile, in quanto tutti abbiamo imparato a non fidarci di nessuno, o perchè siamo noi ad essere inaffidabili, o perchè abbiamo accumulato tali esperienza da non credere più a nessuno.
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  11. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (6 Novembre 2010 23:42)

    @Riccardo: non credo né che l'uomo DEBBA farsi avanti, né che questo sia ciò che succede nella realtà. Credo sia un pregiudizio... o una scusa. Ci sono problemi ben più gravi e "invalidanti" nel relazionarsi con le persone. Io credo che tu più che timido sia insicuro. Questa la mia impressione leggendoti. In ogni caso, se questo rappresenta un problema, ci si può lavorare. Certo forse ci vorrebbe un atteggiamento meno rinunciatario e più ottimismo!
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  12. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 13 anni fa (7 Novembre 2010 2:06)

    La timidezza, in fondo, è un sintomo dell'insicurezza...no? un timido non è una persona vuota, senza idee, senza niente da dire: semplicemente ha l'handicap del non saper comunicare, secondo me. Probabilmente per paura di essere giudicato. E se hai paura di quello che la gente pensa di te, delle tue idee.....sono d'accordo con Bice: sei una persona insicura. Il problema quindi non sono gli altri, ma sei tu ("tu" è inteso generico, non una persona specifica - a scanso di equivoci). Io sono convinta che la maggior parte dei problemi li possiamo risolvere dentro noi stessi: gli altri rispecchiano solo quello che non va dentro di noi (generalizzando un po'). L'immagine è solo una superficie: siamo d'accordo. E quindi non è essenziale. Ma a differenza di Riccardo io non disdegno l'importanza di come appari. Non assomiglio a nessuna delle fotomodelle sulle riviste! ma un paio di strepitose scarpe rosse con il tacco di Prada o un vestito di Armani li indosso volentieri! Non credo di imbrogliare nessuno mostrando un immagine di me "falsa"! Penso piuttosto che come mi vesto, come mi pettino, il profumo che ho addosso possano comunicare qualcosa. Rivela forse come sono fatta dentro? No! ma dice qualcosa di me. E se le scarpe non sono di Prada ma sono anonime e semplicissime ballerine rosse comperate in un bugigattlo in un vicoletto di Parigi a pochi euro...non fa nessuna differenza! proprio nessuna. L'aspetto esteriore è solo, appunto, l'involucro: chi è che si ferma solo all'involucro? gente che a me non interesserebbe conoscere, con cui sento di avere molto poco da spartire. Gente superficiale. E se è gente di questo genere che mi deride, che mi prende in giro per il mio essere diversa o non mi da' credito....chi se ne importa? (questo, Ricardo, era rivolto a te). Non perdo nemmeno il mio tempo a rimanerci male o a sorprendermi o a indignarmi: dovresti provare a fare lo stesso anche tu. @ Bice: azzeccato! Foto bellissime! peccato non poterne mettere un paio qui per farti/vi vedere....
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  13. Avatar di Riccardo

    Riccardo 13 anni fa (7 Novembre 2010 2:27)

    @ Bice Non so in quale realtà vivi, ma non è la mia. Di persone (donne) interessate ne vedo, ma nessuna che tenti l'approccio per prima, mai successo in tutta la.mia vita Io non ho idea di cosa dire (trovo tutto stupido) e soprattutto non mi fido ad attaccare discorso per primo perchè non sarebbe la prima volta che risponderebbero male o peggio. Insicurezza? Ripeto: so chi sono, so cosa so fare, so cosa non so fare, so cosa desidero nella vita, so cosa non desidero. E soprattutto, conosco la cattiveria umana. Come è stato detto da più persone, ,l'essere sinceri con gli altri non comporta l'essere ripagati con la stessa moneta. A questo punto di trovi a dover interpretare ogni cosa che viene detta ed a renderti conto che di tutto quello che hai detto tu probabilmente non è stata creduta nemmeno una parola. Allora, la timidezza è insicurezza o sfiducia negli altri?
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  14. Avatar di Giacomo

    Giacomo 13 anni fa (7 Novembre 2010 11:19)

    Ciao a tutti, io credo che la sincerità o la bugia dipendano molto da come vede la vita chi le dice: se penso che le bugie mi faranno ottenere ciò che voglio più della verità, béh, allora le userò. Se in una relazione siamo i primi ad esseri sinceri, e l'altra persona è realmente interessata a noi, è probabile (di sicuro nel comportamento umano c'è ben poco) che ricambi la sincerità. Spesso le persone non sono sincere perché si aspettano che gli altri non lo saranno, e per non essere svantaggiati, preferiscono mentire per primi. Se ci aspettiamo di essere derubati giriamo armati... per posare l'arma potrebbe bastare che l'altro di dimostri che non è necessaria... La sincerità e la fiducia, poi, dipendono molto da come le interpretiamo: per esempio, vi siete mai chiesti perché date fiducia a qualcuno ma non ad altri? per quale motivo la concedete? cosa ci spinge a fidarci degli altri? Sarebbe una consapevolezza importante scoprire le nostre "regole" sulla fiducia, e soprattutto sarebbe utile in una relazione scoprire quelle dell'altro, visto che spesso nel tentativo di mostrare affidabilità veniamo fraintesi.
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  15. Avatar di Marco

    Marco 13 anni fa (7 Novembre 2010 12:26)

    Non ho niente da commentare, sono pienamente d'accordo con l'articolo di Ilaria. " Se vogliamo possiamo tutto, basta volerlo profondamente e intensamente e agire per alzare le ns aspettative e trasmettere sicurezza ".
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  16. Avatar di FrancescaChiara

    FrancescaChiara 13 anni fa (7 Novembre 2010 13:18)

    @ Riccardo: la timidezza può forse essere paura del rifiuto degli altri. Un uomo che approccia una donna, una donna che risponde "male".....ma veramente ti ferisce? Io piuttosto penserei "Dio mio che maleducata questa qua!" e girerei i tacchi di corsa. Penso che negli approcci la fiducia negli altri c'entri ben poco, ma è fondamentale la fiducia in se' stessi. E sono d'accordo con Bice: le donne fanno il primo passo un sacco di volte! a volte spudoratamente, a volte lasciando capire che sono interessate e che apprezzerebbero un approccio. La fiducia, casomai, subentra dopo. E tutto parte dall'interesse che si ha per quella persona: se è reciproco (e non credo sia così difficile capirlo, sentirlo), la fiducia nasce pian piano. Se non c'è interesse....bhè, inutile perdere tempo. Confesso che non riesco a capire il tuo insistere sempre sul fatto che quando parli alle persone, non credono ad una parola di quello che dici...è una cosa che ricorre spesso nei tuoi commenti. In che realtà vivi? sembra fatta di esteriorità, di apparenza, sembra una realtà in cui non conta quello che le persone sentono, pensano. La "realtà" in cui viviamo in parte la facciamo noi! Come? cominciando con lo scegliere le persone con cui stare, per esempio: quelle di cui ci fidiamo, quelle con cui abbiamo costruito un bel rapporto negli anni. Amici, famiglia, amore.... Pensa a queste persone, pensa a come è nata la fiducia reciproca, pensa a come è nata la stima, il rispetto. E poi pensa: "Non voglio niente di meno di questo!". Dici che sai quello che vuoi e quello che non vuoi: è già tantissimo! molte persone non ne hanno la più pallide idea, sai? parti da lì. La timidezza è un handicap, forse, ma ne sei consapevole: lavoraci su. E poi...sono d'accordo con MaryAnn: è una caratteristica caratteriale più apprezzata di quanto tu non creda!
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  17. Avatar di Eleonora

    Eleonora 13 anni fa (7 Novembre 2010 14:00)

    non ho ancora letto le sicuramente interessanti opinioni altrui,ma,caspita(!),questo argomento cade proprio a fagiolo, come si dice!! proprio per mancanza di sincerità altrui...ho mandato al diavolo con estrema eleganza e sofferta(io amo profondamente il mio lavoro!!)decisione, il mio capo! 2galli nel medesimo pollaio non possono andar d'accordo e io non posso farci assolutamente nulla se i clienti(anche SUOI)preferiscono trattare con me pure in sua presenza... la reazione,non è mancata da parte sua e le lamentele che ne sono derivate...finalmente sincere,seppur dettate dalla rabbia del momento...m'hanno fatto capire tante cose... e cioè che era giunto il momento di andarmene! lui,non ne avrebbe mai avuto il coraggio: al di là della mia forte personalità,sapevo il fatto mio,sapevo trattare i clienti con competenza,preparazione,dialettica... la mia presenza,poi,faceva il resto;e,chissà,magari proprio questo dava fastidio...non so! forse,avrebbe voluto facessi solo la bella statuina,la classica bella ragazza senza cervello nè dignità:sbagliato!! mio padre m'ha cresciuto come un maschio,m'ha insegnato a curare molto di più il mio aspetto interiore,la mia anima...e aveva ragione!!...preferire l'essenza all'apparenza...e soprattutto esser sincera in famiglia e cogli altri... quindi,perdonami ILARIA,non è affatto vero che se noi siamo sinceri in qualche modo portiamo gli altri ad esserlo a loro volta: non è così che funziona...!! ci potrà esser CHI lo sarà(pochi,pochissimi,quasi nessuno!!),chi apprezzerà e chi continuerà a far buon viso a cattivo gioco per quieto vivere od ipocrisia...fino a sbottare tutto d'un colpo!! se penso che il mio capo voleva brindar con me a base di champagne per una buona vendita ,a suo dire, riuscita,grazie a ME... mi vengono i brividi: avrebbe voluto festeggiare col suo efficiente e tenace collaboratore ELEONORA o colla bella Eleonora??? gli uomini...
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  18. Avatar di Bice

    Bice 13 anni fa (7 Novembre 2010 13:07)

    @Riccardo: la timidezza è una predisposizione, un modo di relazionarsi, ma anche, in certi casi, mancanza di insicurezza e sfiducia in sé stessi. Capirlo sarebbe un primo passo fondamentale... La storia della volpe e dell'uva calza a pennello. Di sicuro avere un po' la puzza sotto il naso e tanti pregiudizi non aiuta. Probabilmente chi ti sta di fronte lo sente. E' un cane che si morde la coda. Sei respingente... si fa fatica a risponderti anche qui sopra, in effetti. E questa è una situazione protetta, calma, dove ognuno si sforza... in altre situazioni capisco che qualcuno preferisca rivolgere le sue attenzioni a persone più morbide e vitali. Credo davvero dovresti provare a cambiare atteggiamento. Io, che sono sempre stata timida, con persone più timide di me faccio il primo passo. Compreso nelle relazioni amorose... mi è capitato più di una volta. Anche se di sicuro timido + timido diventa molto faticoso. E di sicuro sono più attratta dalle persone estroverse, perché mi facilitano le cose, perché sono diverse da me, le ammiro per certi versi. Ma allo stesso modo c'è chi apprezza l'introversione, che spesso è anche maggiore attitudine alla riflessione, sensibilità... (ma sto generalizzando). Chi mi conosce e si rende conto del perché con me la relazione non fila subito liscia (spesso lo dichiaro, così sgombro il campo da pensieri come quelli che io invece "me la tiri") sa di dover prendere un po' l'iniziativa. Quando poi il rapporto si approfondisce la timidezza scompare, io prendo fiducia. Dici che per le donne è più facile... forse era vero un tempo. Oggi i ruoli si scambiano facilmente... non so le donne di 50, ma quelle attorno ai 40 prendono l'iniziativa tranquillamente. Però devi tenere la porta aperta: cose come sorridere (non costa nulla) invece di guardarti attorno guardingo... e più fiducia nel mondo, che non è così cattivo... c'è l'uno e l'altro. E la vita è bella!
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  19. Avatar di Andrea

    Andrea 13 anni fa (7 Novembre 2010 15:26)

    Cara Ilaria, Seguo costantemente il tuo sito e vorrei dire la mia. Sinceramente credo che il nostro atteggiamento basti per aver fiducia negli altri, però non credo che bastino solo le qualità che hai menzionato. Manca, secondo me, l'accettare con coraggio le sofferenze della vita, in questo caso nei rapporti sociali. Una volta capito che è inevitabile soffrire si gettano le prime basi per poter superare le nostre delusioni. Inoltre, aspettarsi sincerità da qualcuno è come aspettarsi di non soffrire. Pensi che una persona lucida e sicura di se che si aspetta di non soffrire ma che si aspetta sincerità dagli altri possa vivere serena? Forse l'inganno sta nel titolo del post (molto accattivante), perché essenzialmente le cose che hai scritto le condivido anche io, però dovresti dire che è sbagliato farsi aspettative false. La gente ci deluderà, ci farà soffrire, indipendentemente dal nostro atteggiamento. Una risposta affidabile è sincera arriverà perché dipende anche dalle intenzioni del nostro partner. Se ad esempio ha paura di rovinare una situazione vantaggiosa per lui, se fa l'egoista, sicuramente mentirà. Comunque so bene che è troppo facile criticare mentre tu impegni a scrivere cose utili per noi. Per questo ti faccio la mia proposta, così almeno abbiamo un confronto utile ad entrambi. Io credo che imparare a vivere sapendo che le delusioni d'amore sono una costante, amare anche se il nostro partner ci fa soffrire, è la sta strada giusta per costruire un sano rapporto di coppia. La sincerità totale non esiste, questa è un'altra cosa da accettare. Noi esseri umani non siamo perfetti, quindi sbagliamo e facciamo soffrire chi amiamo, per paura che soffriamo noi o di perdere un occasione di essere felici. La strada giusta è aver fiducia in chi amiamo, fidandoci del fatto che anche se saremo ingannati avremo tutti i mezzi per comprendere, perdonare e magari eliminare il problema per cui il nostro partner ci ha mentito. Questo ovviamente significa anche soffrire. Ma dato che soffrire è inevitabile, cosa c'è di più bello che soffrire per la persona che amiamo? Questo è quello che penso io. Spero tu abbia apprezzato il commento, non volevo distruggere le cose che hai scritto, la mia è una critica costruttiva. Il tuo blog è un ottimo lavoro e sappi che so apprezzarlo anche perché ne gestisco uno anche io e so quanto è difficile scrivere argomenti interessanti per fare interagire gli utenti. Inoltre, dato che userai del tempo per il tuo lavoro, apprezzo ancora di più il fatto che tu riesca a gestirlo con una buona qualità di contenuti. Complimenti quindi, alla prossima.
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  20. Avatar di elly

    elly 13 anni fa (7 Novembre 2010 19:19)

    Buon giorno Ilaria, il tempismo con cui tratti determinate tematiche, così in linea con le varie fasi che attraverso in questo periodo, mi stupiscono. A riguardo, sono in parte d'accordo col tuo ragionamento: bisognerebbe prima di tutto essere sinceri con sé stessi, meglio, essere fedeli a sé stessi. Il che implica il non iniziare una relazione fino a che non si è totalmente certi di volerlo noi in prima persona. Bisognerebbe comunicare all'altro tutto ciò che sentiamo in piena apertura e serenità. Ma.... A volte abbagliati dalla frenesia di aver trovato una persona piacevole, nell'aspetto così come nel carattere (almeno per quel che a livello di conoscenza si può percepire), presi dall'entusiasmo di vivere un nuovo capitolo della nostra vita che potenzialmente potrebbe essere la svolta della nostra vita sentimentale ed inseguiti dal timore che, temporeggiando troppo, la persona in questione potremmo perderla, ci ritroviamo a dirci che tanto, la certezza e la sicurezza non ce le darà mai nessuno, che se non tentiamo non lo sapremo mai, anche se persiste ancora un rimasuglio di (o peggio un grosso) nodo allo stomaco all'idea di abbandonarsi alla nuova avventura nella quale, inevitabilmente, dovrai abbassare gli scudi, forzandoli, quegli stessi che costituiscono la spia che, almeno in parte, ti stai allontanando da te stesso, non sei pienamente sincero con te stesso. Così facendo però, proprio perché di forzatura si tratta, il tuo inconscio innesca una sorta di difesa automatica, e cioè l'insicurezza, la mancanza di quella fiducia nell'altro che sola ti farebbe vivere il rapporto serenamente, che ti porta a vivere la relazione nell'ansia, nella paura di perdere l'altro, nella paura di bugie, tradimenti, abbandoni e, chi più ne ha più ne metta. A questo punto si innesca il meccanismo di cui parli tu: comunichi all'altro, inconsciamente, sfiducia, paura, insicurezza, e quest'ultimo, non necessariamente per cattiveria, recepisce il tuo disagio e inizia ad omette particolari, pensieri intimi, sentimenti, desideri, scontentezze, che potrebbero acuire il tuo disagio, rendendo più complicata (a suo parere) la relazione. Così facendo, quest'ultimo non si mostrerà mai a te per come è realmente ed ecco che comincia il valzer del "non detto per non ferire", "dell'omesso perché non capirebbe, perché mi farebbe altre paranoie, perché si fiderebbe ancora meno", e via dicendo... omissioni e insincerità che a sua volta "senti", reagendo con maggiori timori e insicurezze.. Una sorta di reazione a catena insomma, un circolo vizioso pericoloso, che, secondo il mio modestissimo parere, è la ragione di fondo della realtà sentimentale che tutti ci troviamo a vivere. La verità è che, a livello teorico, se si agisse secondo gli schemi che riesci a comporre a mente fredda, quando analizzi le tue esperienza passate, i tuoi errori, le storie passate, sembrerebbe cosa semplice, il miglioramento sembra possibile. Ma poi la realtà è un insieme di miriadi di variabili che incidono nella tua interiorità che rendono il tutto pur sempre, alla base, un pauroso terno al lotto. Ci vuole tanta forza di volontà, tanta capacità di vivere da soli con sé stessi, la capacità di essere i migliori compagni di sé stessi, i migliori amici di sé stessi. Ma siamo anche esseri sociali, che hanno bisogno di relazioni con gli altri per arricchirsi e per dare un senso alla propria esistenza. La chiave di tutto, ancora una volta, sta nell'equilibrio tra le forze contrastanti e molteplici che agitano il nostro animo. E non ci sono regole predefinite da seguire. Attendo con ansia il tuo approfondimento dell'argomento. Una buona domenica a tutti, un abbraccio. elly.
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