3 ragioni per le quali non sei felice e una scelta che puoi fare

felicitàPartiamo con una domanda: sei felice o stai soffrendo? O sei alla ricerca continua della felicità? E se stai soffrendo, stai soffrendo per amore? O forse credi di soffrire per amore e invece stai soffrendo perché  in qualche modo – indipendentemente dalla vita sentimentale che hai – non riesci a essere felice? Hai mai sentito dire che la felicità è un obiettivo che si realizza attraverso una cura e un’attenzione costante giorno per giorno? Che la felicità si costruisce in un continuo e inarrestabile procedere che richiede tutta la vita?

"La felicità non è altro che il profumo del nostro animo. Coco Chanel"

Perché ti parlo di felicità? (Oh, ma quante accipicchia di domande mi stanno venendo oggi, non è che forse sono in una fase interlocutoria della mia vita? :)) Perché la felicità rende estremamente attraenti e la felicità personale è una sorta di “prerequisito”, di “conditio sine qua non” per avere una relazione sentimentale sana, costruttiva e duratura.

Cioè non è l’amore che ti porta la felicità, ma è la felicità che ti porta l’amore.

La felicità e l’amore

Ora, se hai resistito fin qui e non hai chiuso sdegnata la pagina del blog pensando:  “Aaaargh, ma che strombate sta dicendo questa qui, che cosa vuol farmi credere? Mi sta prendendo in giro, forse?! Adesso viene a parlarmi di felicità?! Si sa che la felicità non esiste! O si prende gioco di me o ha toccato il fondo del barile, non sa più che cosa scrivere. Se solo sapesse e immaginasse che cosa sto passando io. No, questo è troppo, davvero!!!”                                                                                                                                    Appunto, dicevo, se sei arrivata fin qui senza fare una piega o quasi, ti spiego perché è ora che tu – se ancora non l’hai fatto – metta come priorità della tua vita la ricerca e la realizzazione della tua felicità. E non ti aspetti che ti arrivi dall’amore.

"La felicità è amore, nient’altro. Hermann Hesse"

C’è un grosso malinteso che riguarda l’amore e la vita di coppia: la maggioranza delle persone è convinta che il fatto di avere un compagno o una compagna sia necessario  per essere felici e il fatto di non avere un compagno o una compagna è una motivazione sufficiente per non essere felici e per non ricercare la felicità fine a se stessa e per se stessa e non come un “sottoprodotto” della vita di coppia.

Questo porta a fare due equazioni piuttosto semplici:

sono accoppiata/o = possiedo un requisito necessario alla felicità

non sono accoppiata/o = non posso essere pienamente felice.

E queste equazioni che molti fanno in automatico – cioè in modo quasi inconsapevole – portano una serie di conseguenze, soprattutto negative. Sono fonte di guai inenarrabili. Soprattutto determinano alcuni comportamenti che allontanano dalla felicità:

a) essere concentrati sulla ricerca spasmodica e “bisognosa” di un partner

b) restare in relazioni totalmente insoddisfacenti o addirittura tristi e deprimenti per non dire pericolose

c) cadere in un precipizio di dolore e di disperazione dopo una separazione o anche solo dopo un rifiuto.

Soffrire per amore e la felicità a prescindere

"La suprema felicità della vita è essere amati a dispetto di quello che si è.Victor Hugo"

E dunque, dove voglio arrivare? Voglio arrivare a un concetto importante: soffrire per amore non va bene. Ha senso soffrire per una separazione e per una perdita, ma ha senso soffrire entro certi limiti. Un eccessivo livello di sofferenza e per un tempo troppo lungo, è il segnale che c’è qualcosa che non va nell’equilibrio di una persona. E non va nemmeno bene soffrire perché non si ha un compagno.

In particolar modo non va bene soffrire quando si è dentro una relazione che non funziona.

Una videoconferenza gratuita, divertente piena e di contenuto. Ti apre gli occhi sugli errori da evitare e gli atteggiamenti giusti da assumere per costruire una bella relazione con l’uomo che desideri.

Quindi, di solito, ci sono tre macro-motivazioni per cui si soffre per amore e si scarta l’opzione della felicità:

1) una separazione (chiamala anche “la fine di una storia”)

2) la mancanza di un partner

3) una brutta relazione.

Il rifiuto mettilo nella categoria che preferisci: può entrare in qualsiasi delle tre citate.

Che cosa vuol dire soffrire troppo per una separazione? Significa che la tua vita si blocca e si ferma e che tu sei impantanata nelle sabbie mobili della tua sofferenza: invece di proseguire sulla strada della tua felicità o di iniziare il tuo personale cammino per la felicità, affondi sempre più nel dolore (magari continuando a conoscere e frequentare uomini sbagliati che ti fanno stare male). Vai indietro invece di andare avanti.

Che cosa significa soffrire per il fatto di essere sola? Significa vivere in uno stato di bisogno permanente, significa non essere in grado di goderti la vita, significa evitare di vivere alcune esperienze importanti e gratificanti (un viaggio, una vacanza, un periodo di relax) perché pensi che da sola non valga la pena viverle, o perché  pensi che valga la pena viverle solo se si è in coppia o anche perché ti impunti con te stessa e contro te stessa sul fatto che quelle esperienze possano essere apprezzate solo in compagnia di un partner. Sono tutte balle. Un’esperienza vale per come la vivi tu, non con chi la vivi. Dipende forse la tua felicità dagli altri?

Che cosa significa, invece, soffrire per amore? Significa vivere delle storie sentimentali che ti fanno sentire male e non bene, significa stare con un uomo che non ti apprezza e non ti stima ma che ti disprezza, ti sminuisce e riduce ai minimi termini il livello della tua autostima.

"Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità. Pablo Neruda"

La casa della felicità

Forse, se non sei felice e stai soffrendo (troppo, tanto da non goderti quello che hai) per una delle tre ragioni che ho elencato sopra è perché non sei abituata a occuparti della tua felicità, a occuparti di te stessa e a rivendicare il tuo diritto e soprattutto la tua possibilità di essere felice a prescindere.

Non sei abituata a pensare di essere autonoma e indipendente per quanto riguarda il rifornimento e il fabbisogno di felicità che hai.

Invece, tu hai la possibilità di essere felice indipendentemente da ciò che accade nella tua vita sentimentale. Solo che forse non ci hai mai pensato, a questa cosa. Se ti fermi a riflettere, è una piccola rivoluzione. Non solo: è una rivoluzione che ha come conseguenza quella di permetterti di realizzare una vita sentimentale felice e appagante.

Hai mai pensato alla felicità come a una casa da costruire mattone dopo mattone, giorno per giorno, per te innanzittutto? E non a una qualcosa che si realizza solo per la presenza nella tua vita di un’altra persona?

Il discorso non finisce qui. Lasciami i tuoi commenti che lo continuiamo meglio.

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95 Commenti

  1. Avatar di Patty

    Patty 11 anni fa (3 Agosto 2013 8:44)

    Ci provo ad essere serena cmq, senza un uomo accanto, a volte ci riesco ed a volte no...come adesso !!! Ognitanto ci sta una vocina che mi chiede il perché io sia ancora single...e spesso una risposta non la trovo, Tu Ilaria dici che, bene o male, tutti andiamo bene così per la persona giusta per noi, ma se questa persona non la trovi da un certo periodo di tempo, qualche domanda più approfondita te la fai !!! Forse il mio carattere è un po' difficile ? Non posso "non cambiare" nulla...se rimango la stessa, non otterrò nulla di nuovo e che non ho avuto già !!! Qualcosa va cambiato...ma non ho ancora capito cosa. Mi auguro davvero che il tuo discorso...non finisca qui.
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  2. Avatar di Sonnie

    Sonnie 11 anni fa (3 Agosto 2013 10:49)

    Sono pienamente d'accordo. Io da sempre la vivo così la mia vita, come consigli di fare tu, Ilaria, però a volte per me è un po' frustrante, voglio dire, sono fatta così ed è più forte di me. Se ho delle difficoltà a livello personale non riesco a stare bene con nessuno (partner, amici, famiglia...) anche se mi sforzo. E' una questione di priorità dove io e il mio futuro sono al primo posto e solo quando non ho fonti di stress (raramente o a fasi alterne) riesco a stare bene anche con gli altri e si può parlare pure di costruire qualcosa in amore.
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  3. Avatar di antonella

    antonella 11 anni fa (3 Agosto 2013 10:52)

    non c'è niente di nuovo in quello che dici...sembra la ricetta dell'acqua calda. Eppure occuparsi si sè e della propria felicità, indipendentemente da una relazione con un partner, è la cosa più difficile da fare. In effetti se si è bisognose (e non bastarsi di per sè stesse vuol dire esserlo), manca già un presupposto fondamentale per essere felici: la libertà che vuol dire autonomia. davvero un bell'articolo! grazie.
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  4. Avatar di Marco

    Marco 11 anni fa (3 Agosto 2013 12:13)

    Cara Ilaria, Le persone non sono tutte uguali. Prendi me. Sono un ragazzo di quasi 32 anni che non ha una ragazza da ben 13, E vuoi che ti dica di più? Non ho rapporti sessuali con donne dallo stesso numero di anni; 13. Non sono un modello ma neanche un brutto ragazzo; ho una vita sociale molto attiva frequento donne e ragazze (anche singolarmente). Il discorso è molto semplice; se pensi di avere un valore (semplice autostima credimi, non presunzione!) non puoi svenderlo per una ragazza o una donna che ritieni abbia una valore inferiore al tuo perchè anche tu di autodeclasseresti. Con questo non voglio dire che in questi 13 anni non ho conosciuto ragazze di valore; anzi...Ne ho conosciute alcune, le ho frequentate, corteggiate e poi...Lascio a te la conclusione. Forse per loro non avevo il valore che penso di avere, ma non cambio idea su me stesso. Il discorso è che secondo me non è sempre vero che devi essere felice per poter amare; ma è vero anche il contrario cioè che è l'amore a far svoltare la tua vita, il modo in cui ti senti; ma questo, forse, può essere vero per persone come me che ormai sono totalmente disilluse e tanto stanche. Un saluto. Marco
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  5. Avatar di ELEONORA

    ELEONORA 11 anni fa (3 Agosto 2013 15:29)

    viviamo tempi duri e il mondo circostante non ci aiuta a star sereni ed ottimisti:oggi,funziona qualcosa???...detto questo,la cosa migliore è cercare di trovare la pace interiore nonostante gli alti e bassi della vita di ciascuno di noi.questo è il vero segreto.e poi non sperare che l'altro ci renda la vita un sogno,dobbiamo in primis noi esserlo x noi stessi. a volte,anzi spesso,ci buttiamo giù sconfortati dagli eventi,VERO..........innescando un fenomeno a catena ma...cambia qualcosa lamentandoci?NO.solo frustrazione a go-go. che noiaaaaaaaaaaaa!! e mi ci metto anch'io nella lista. in questo periodo son persino stufa di me stessa.ci vuole CAMBIAMENTO POSITIVO,nonostante il malcontento generale. facciamoci coraggio e basta.
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  6. Avatar di Carli

    Carli 11 anni fa (3 Agosto 2013 15:35)

    La felicità è uno stato d'animo che solo tu puoi crearti... o meglio, puoi creare il giusto ambiente dentro te stessa, affinché attecchisca e cresca. Puoi stare con la persona migliore del mondo, ma se dentro sei arida e vuota, se non ti coltivi, sarai sempre infelice e non riuscirai mai realmente a vedere la bellezza delle cose. Se, invece, per qualunque motivo, è proprio la persona che hai a fianco a renderti arida, allora è inutile illudersi che innaffiare in continuazione possa servire a qualcosa (una vasca coi buchi non si potrà mai riempire, e tutti gli sforzi e il tempo perduto non saranno mai appagati)... allontanarsi per trovare equilibrio e felicità è la scelta migliore, anche se spesso terribilmente difficile.
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  7. Avatar di Vale

    Vale 11 anni fa (3 Agosto 2013 17:34)

    @ Ilaria: E' da oltre un anno che seguo il tuo blog e questo articolo infatti non mi stupisce affatto. So bene che questo è un caposaldo del tuo modo di vedere le cose, e che si inserisce in un quadro ben completo che è presente nel resto del blog. Capisco bene quello che dici nel tuo articolo, e non posso certo darti torto. E' un articolo utile per ricordare quale sia veramente la nostre stella polare, però...c'è qualcosa che non mi torna. C'è qualcosa che manca. Ilaria, felicità e amore sono legati. Sono due sentimenti che sono in parte indipendenti e in parte legati. Credo che il livello di indipendenza o di legame sia variabile da persona a persona... Però ci sono i bisogni fondamentali degli esseri umani. Come il bisogno di amore. Che si declina in bisogno di essere amati, e in bisogno d'amare. E amarsi, così come amare la propria vita o amare i familiari o gli amici, non è la stessa cosa che amare il compagno o la compagna. O esserne amati. Anche il bisogno di esprimersi nella propria sessualità, nella sessualità affettiva, è una cosa importante. E qui non c'è masturbazione o sesso occasionale (o sesso per il sesso) che tenga. Il bisogno d'amore non ce lo possiamo risolvere da soli. Come posso io appagare da sola tale bisogno? Non è un bisogno riflessivo, che io compio su di me, ma un bisogno relazionale, che io compio in relazione agli altri. Unbisogno che si appaga scambievolmente. E' qui che non funziona la cosa. Poi, naturalmente, ognuno deve fare il proprio percorso. E naturalmente la cosa più utile per me è che io mi costruisca la mia strada (la mia, sottolineo) che mi porti avanti nella vita, che mi renda sempre più autonoma, indipendente... Una strada in cui faccio tutte quelle cose che mi realizzano, senza aspettare di avere un uomo al mio fianco (uso l'articolo indeterminativo ma sottolineo che non cerco un uomo quale che sia, ma l'uomo giusto per me, quello coi fiocchi). Insomma, Ilaria, non è la stessa cosa. Non lo è. Io posso andare avanti e diventare ancora più forte, costruendo la strada per essere più felice, però se mi fermo e con onestà mi guardo dentro, quel vuoto esiste, e si sente. Che senso ha mettere questa frase: "La suprema felicità della vita è essere amati per quello che si è o, meglio, essere amati a dispetto di quello che si è. Victor Hugo" ...per poi dire che dire che felicità e amore sono indipendenti? Insomma, quello secondo me è un vuoto che non lo puoi riempire con altro. Allungare il braccio nel letto e accarezzare i capelli del mio amore che si sta svegliendo è per me una gioia che non può essere rimpiazzata da altro. E ne sono consapevole, quando al mattino allungo il braccio sul comodino per spegnere la sveglia. Conoscermi sempre più, anche grazie al tuo blog, mi ha fatto capire quanto la capacità d'amare sia una mia vocazione, sia una parte importante di me, che rende giustizia di quello che sono: una donna meravigliosa, piena di qualità e risorse, e con un amore grande quanto l'oceano. Concludo con una citazione di Wilde in De Profundis, "La vocazione, e non la volontà, ci determina."
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  8. Avatar di chicca

    chicca 11 anni fa (3 Agosto 2013 17:47)

    Cara Ilaria,questo articolo capita proprio nel momento giusto...credo di appartenere alla seconda categoria...ogni tanto mi definisco autoironicamente come "un cane in cerca di affetto"...credo sia questo il mio problema...non riesco ad essere felice ed apprezzare ciò che ho...sembra sempre che mi manchi qualcosa...forse proprio quell'equazione mentale e inconsapevole di cui parlavi..e ogni rifiuto è peggio di una coltellata...perchè incontro sempre persone che si comportano allo stesso modo nonostante apparentemente sembrano essere diverse l'uno dall'altro...vorrei tanto cambiare questa situazione ed essere felice ma non so davvero da che parte iniziare..più tempo passa e più mi scopro arida...avrei davvero bisogno di aiuto o di un consiglio da tutti voi...grazie...
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  9. Avatar di Alex

    Alex 11 anni fa (3 Agosto 2013 19:49)

    Ciao a tutti. Mi sento molto in linea con questa visione delle cose di Ilaria, e posso dirvi che da qualche mese, da quando ho focalizzato che delegavo la mia soddisfazione al di fuori invece che interiormente, molte cose sono cambiate. Anzitutto quando si cambia concetto di se stessi ciò anche al di fuori viene percepito e, se il mondo ti restituisce ciò che tu pensi di te, essere gioiosi "a prescindere" per il solo fatto di esistere e di poter cambiare la propria situazione in un secondo diventa una legge di causa-effetto. Io ho virato completamente il mio approccio con il mondo, e mi sono detta che tutto ciò che vedevo di ingiusto era solo frutto della mia interpretazione dei fatti, ma visto che appunto si tratta di interpretazione è assolutamente soggettiva e non assolutamente veritiera così come viene assunta. Allora ho cambiato concetto di me, e interpretazione dei fatti. Risultati: mi sento molto serena, ho compreso che stavo intraprendendo una strada professionale non consona ai miei veri valori e desideri; ho avuto tante manifestazioni di amore da parte di persone che non vedevo e sentivo da un sacco di tempo, compresa un'amica che veramente dal niente e dal passato ha tenuto a farmi sapere di provare mancanza nei miei confronti; ho attratto l'interesse rinnovato di un ex con il quale non s'era avuto il tempo di sviluppare un sentimento, e lo vivo assolutamente in modo spensierato, godendomi quando c'è e godendomi quando non c'è. Mi sono resa conto che la cosa più bella è la realtà per com'è, e che tutto quello che ci ricamiamo sopra a livello di interpretazioni lascia solo stress e stanchezza. Invece quando mi rendo conto che sto interpretando male ("oh, lui oggi non s'è fatto sentire? non vorrà più vedermi?") sterzo bruscamente ("ok, è bellissimo che lui viva la sua vita come vuole viverla, e che io possa avere la possibilità di scegliere se dolermi o fare qualcosa che mi piaccia invece che una pippa mentale!"), e tutto riprende prospettiva. Ci vuole solo una cosa: il distacco dalla consueta abitudine al pathos e alla sofferenza. A me piace struggermi per amore, nel senso però che quando sono con un uomo che mi piace e mi attrae sento le farfalle nello stomaco. Ma non tollero più di sentirmi in dovere di soffrire per "certificare" che sia un sentimento o un'emozione. Col mio ex ci vediamo senza impegni, proprio come mi vedrei con qualsiasi altro, probabilmente con lui ho meno curiosità perchè lo conosco bene, siamo amici. Ma sono assolutamente tranquilla e questo si evince dal fatto che anche quando passiamo delle belle serate, al momento del risveglio alla mattina (rigorosamente a casa mia nel mio letto da sola) mi dico "Oggi è un altro giorno". Tutto quello che mi serve per vivere bene è sapere che la realtà è quella che è. Quel che c'è ci deve essere e io ne devo essere consapevole per accettarla e per eventualmente prendere le mie decisioni, ma mai per pensare "non è giusto sia così, lui o chiunque dovrebbe fare questo e quello per dimostrarmi questo e quell'altro". Al momento in cui qualcosa non mi andrà bene verificherò il motivo e vedrò quanto stress c'è dentro, quanta pippa mentale, e quanta realtà. Solo così so sempre che direzione prendere ;) un abbraccio a tutte p.s.: con questo spirito mi è "piovuto dal cielo" (lo dico ironicamente, perchè come ho detto sopra per me è una legge di causa-effetto) un lavoro, proprio nel momento in cui ho cambiato concetto di me da parte di una persona che mi ha detto di pensarmi spesso e di non aver mai dimenticato la mia gentilezza ;)
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  10. Avatar di cinzia

    cinzia 11 anni fa (3 Agosto 2013 20:02)

    la capacità d'amare non deriva da un bisogno..se l'amore risponde ad un bisogno non è amore ma dipendenza..mangiare, bere , dorimire rispondono a bisogni.. amare è proprio l'opposto..chi cerca per bisogno non trova e non da amore ma bramosia, necessità di riempiere e di riempirsi....
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  11. Avatar di tulla

    tulla 11 anni fa (3 Agosto 2013 20:24)

    condivido quasi tutto; è chiaro che ci sono momenti in cui per situazioni difficili che capitano, un compagno lo vorresti e invece ti senti più sola che mai... ma bisogna sempre guardare avanti, cercare la forza in se stessi...
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  12. Avatar di ornella

    ornella 11 anni fa (3 Agosto 2013 21:36)

    Nn riesco a scaricare le 11 regole
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  13. Avatar di Ale

    Ale 11 anni fa (3 Agosto 2013 21:40)

    Il messaggio è condivisibile, indiscutibile e vero...costruirsi la propria strada sulla quale mettere i piedi, fare i nostri passi per la mèta, che è solo nostra, si realizza grazie a noi. Arricchire il nostro cammino, essere curiosi, lasciare che altri facciano parte della vita. Io però non sono d'accordo sulla connotazione un po' negativa dell'essere "bisognosi", mi dà una sensazione solo di debolezza, di inferiorità...Abbiamo bisogno di mangiare, di dormire e di certo non abbiamo vergogna a dirlo o ad urlarlo. Perché ammettere di aver bisogno di un compagno/a è quasi una sconfitta? Se oso dire alle amiche ,in coppia, che anch'io vorrei un uomo con cui condividere la vita, condividere...tutto, allora vengo guardata come la debole che non basta a se stessa. E' vietato esprimere un desiderio? E sicuramente ho una famiglia, amici, lavoro, passioni mie...ma non posso condividere tutto quello che desidero con loro, non posso creare una mia famiglia con le amiche o con i parenti, è un bisogno diverso. Io non credo ci sia qualcosa di così brutto nell'essere bisognose d'more, anche se sembra che si stia lì con la mano tesa a chiedere l'elemosina.
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  14. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 11 anni fa (3 Agosto 2013 22:32)

    @ Ornella: se hai problemi con la guida, scrivimi al mio indirizzo personale: ilaria@lapersonagiusta.com oppure scrivi a webmaster@lapersonagiusta.com.
    Rispondi a ilariacardani Commenta l’articolo

  15. Avatar di Vale

    Vale 11 anni fa (4 Agosto 2013 12:25)

    @ Ale, @ tutti Condivido il tuo punto di vista, e aggiungo altro... Rincaro la dose entrando nel merito: Io noto una sorta di discriminazione per chi è single. E' una discriminazione molto sottile e forse istintiva... Un primo esempio riprende ciò che dice anche Ale. Una donna che si lamenta con altre donne del proprio uomo, sul fatto che è disordinato ecc ecc, e lo fa sollevando le sopracciglia sottintendendo "poveretto, è uomo quindi inferiore", bene questa donna trova approvazione nelle altre donne, che sono d'accordo con lei, e viene percepita come una donna forte...una che non si è fatta mettere sotto... Se nello stesso gruppo una donna si lamenta perché desidererebbe un compagno, allora è una povera sfigata che non sa stare sola, ed una donna debole. Riassunto: se ti lamenti del tuo uomo sei una gran figa, se ti lamenti perché l'uomo non ce l'hai sei una povera sfigata. (!!!) Altro esempio: mi sono accorta che il valore che mi viene dato da amici e conoscenti cambia tra quando sono single e quando sono fidanzata. quando sono single non mi si fila quasi nessuno, quando invece frequento un uomo mi invitano molto più spesso alle cene, ecc, per non parlare delle famose uscite a quattro. Noto ce gli altri mi danno più valore e "appetibilità sociale" quando ho una relazione rispetto a quando non ce l'ho. Altra cosa: (le appassionate di Sex and the City ricorderanno una puntata su questo tema) Ma come la mettiamo con tutte le convenzioni sociali legate al matrimonio? Lista di nozze, festa di nozze, viaggio di nozze... Ma chi non si sposa? Posto che io credo tantissimo al matrimonio (come legame) e anche al desiderare una bella festa per chi decide di sposarsi, e posto che io capisco anche l'importanza sociale e storica dello sposalizio così intese, del senso dei regali di nozze eccetera, voglio però sottolinearvi come esiste una differenza, e non possiamo nasconderci dietro un dito. La differenza c'è. Per mia indole, sono abbastanza impermeabile a ciò che gli altri pensano di me, mi piace affermarmi e perciò non temo di essere giudicata. Ma qui il problema non è giudizio... è il diverso livello di inclusione sociale, di comprensione delle persone. Essere single è comunque una forma di leggera anomalia che la società (e le persone) non sa bene gestire. Siamo ancora lontani da una organizzazione sociale e umana in cui la persona ha pari valore, che sia in coppia o da sola. @ ILARIA: Tu Ilaria cosa ne pensi?
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  16. Avatar di Claclà

    Claclà 11 anni fa (4 Agosto 2013 12:55)

    Sì... Infatti, il discorso non finisce qui. Sono arrivata a capire che a volte ti ama di più un uomo che ti "lascia libera" dicendoti: " Fa ciò che è meglio per te, e solo per te e per la tua felicità " rispetto ad un uomo che fa di tutto per stare con te e possederti (e spesso ciò nasconde un attaccamento e non amore). Io sono arrivata all'idea di essere un piccolo Sole e gli uomini che entrano ed escono dalla mia orbita sono dei satelliti... Voglio essere felice da sola, innanzitutto. Ho solo 31 anni e molto da imparare ancora, quindi continuo il mio percorso verso la felicità.
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  17. Avatar di Claclà

    Claclà 11 anni fa (4 Agosto 2013 13:00)

    Anch'io condivido in parte l'articolo... Siamo comunque animali sociali prima di tutto... Siamo evoluti ma siamo "programmati" per stare in relazione di coppia... E' nel nostro DNA. Per cui è difficile uscire da questo schema... Il film "Cast away" con Tom Hanks non vi dice nulla? La palla Wilson? E' un film ma ha un fondo di verità. Abbiamo bisogno di relazioni... Di tutti i tipi di relazioni.
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  18. Avatar di Sara

    Sara 11 anni fa (4 Agosto 2013 21:53)

    Grazie Ilaria, vedo dal tuo stesso punto di vista. Riflessioni sempre interessanti <3
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  19. Avatar di Silvia

    Silvia 11 anni fa (5 Agosto 2013 0:26)

    Dopo aver letto questo articolo, mi sono detta "ma perchè nessuno mi ha insegnato queste cose quando ero una ragazzina?" Si perchè se qualcuno mi avesse insegnato ad occuparmi della mia felicità, ad occuparmi più di me stessa e della possibilità di essere felice a prescindere...(come dice Ilaria) mi sarei risparmiata molte sofferenze, soprattutto non sarei rimasta in relazioni tristi e deprimenti e non avrei permesso a nessuno di disprezzarmi, di sminuirmi ecc ecc. Ora che sono una 50enne e che a mie spese, grazie alle esperienze di vita, ho compreso quanto io possa essere indipendentemente felice e bastare a me stessa, posso finalmente dire di essere serena. Ho imparato che i legami affettivi non possono renderti felice. Una relazione dovrebbe renderci più felici semmai, non possiamo però darle la responsabilità della nostra felicità. In primis viene la nostra percezione della vita e questo indipendentemente dal fatto di essere o meno in una relazione. Se sono appagata al di fuori della relazione, se so mantenere un certo livello di indipendenza, se considero la mia felicità troppo importante, allora il legame affettivo potrà solo intensificare tutto quello che provo già verso me stessa e verso la vita. Al contrario, il partner avvertirà la mia scarsa autostima e nel caso si tratti di una persona poco evoluta a livello personale, potrebbe anche abusare della scarsa considerazione che attribuisco a me stessa. Il primo obiettivo deve essere la nostra felicità e non è un discorso egoistico, ma di sano egoismo, perchè solo in questo modo possiamo aggiungere gioia alla nostra eventuale relazione.Poi possibile che la relazione non funzioni comunque, (si è sempre in due a giocare la partita...) ma se rimaniamo fedeli a noi stesse, saremo meglio preparate ad accettare un eventuale "fine" sapendo che inevitabilmente quella persona avrà portato un arricchimento alla nostra esperienza di vita, nel bene e nel male. Se il punto di partenza sono io, se mi sta a cuore il mio benessere, la mia gioia, la mia serenità, allora e solo allora, potrò pensare di portare tutto ciò in una relazione affinchè questa possa diventare un'esperienza appagante di apprendimento reciproco. Grazie Ilaria per tutte le conferme che mi dai.
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  20. Avatar di anna39

    anna39 11 anni fa (5 Agosto 2013 9:00)

    mi scuso innanzitutto con vale: volevo aggiungere 2 giudizi positivi invece ho finito x cancellarli. ho 39 anni, affermata professionalmente, economicamente tranquilla.questo x dire che non ho bisogno di un uomo x accasarmi ma non riesco a godermi nulla di cio che ho: sono ossessionata dalla mancanza di un uomo. la mia ultima esperienza è agghiacciante.conosco un tipo che a lavoro avevo mitizzato.. mi dicono che è strano ma mi ostino e ben presto ne ho la conferma. rifiuta conversazioni verbali comunica quasi esclusivamente via sms, e parlando quasi esclusivamente di sesso ma quando arriva il weekend non mi invita nemmeno ad uscire anche se per tre settimane di fila non ha fatto altro che scrivermi quanta voglia aveva di me. in quattro mesi tolti degli incontri brevissimi x un caffe, ci vediamo solo due volte e una facciamo l'amore. anche linina delusione completa: anaffettivo, il tutto si riduce a un esercizio ginnico. lui sembra non rendersi conto del mio disagio dice che voglio un fidanzato e che lui non puo darmi certezze. ha subito la morte di una fidanzata dieci anni fa, unica attenuante. ma ora ha piu di 40 anni e il lutto dovrebbe averlo elaborato. è come se rifiutasse manifestazioni di affetto, rimane impassibile se gli sfioro i capelli o una mano. ha solo istinti..primordiali incapace di un abbraccio o una carezza. se glielo faccio notare dice che pretendo di giudicarlo. ora da una settimana dopo la mia ultima sfuriata è sparito e la tragedia è che io spero che torni. lo ho mitizzato in quanto apprezzato professionalmente, curato nell'aspetto. io mi illudo che possa cambiare ma i suoi modi sono talmente radicati che non penso proprio che si tratti solo di un atteggiamento, lui è cosi o slmeno ci è diventato. ma il problema sono io e il mio insano bisogno di un uomo che mi ami. non riesco a godermi nulla, ogni screzio ni porta a deprimerni e a pensare che se avessi un uomo al mio fianco tutto sarebbe.. affrontabile. vacanze rovinate, non godute, ferie attaccata al celkulare sperando in un sms... una vita buttata.
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