Sei infelice nella tua relazione? Come fai a capirlo davvero?

infeliceHo appena ricevuto questa mail da una lettrice. Chiamiamola Elena. L’oggetto della mail di Elena è: “Sono infelice nella mia relazione? Come faccio a capirlo?” E poi mi scrive: “Ciao Ilaria, sono felice? Non sono felice? Chissà! Quando in una relazione non si è felici? In quella che vivo adesso (è da 4 anni che sono seriamente impegnata) non so più se sono felice. So a che cosa è da imputare questo malessere, a delle mancate risposte (in termini di attenzioni), che mi hanno fatto arrabbiare e tuttora sono rimasta sospesa, come in un limbo, mentre lui da un anno a questa parte si vorrebbe sposare. E’ normale tutto ciò? Come faccio ad uscire dall’inghippo? Sono infelice? Fatto sta che non riesco a prendere una decisione; sposarmi o rinviare ancora? Il fatto che io abbia già rinviato ha solo una chiave di lettura? Quale? Cosa dovrei chiedermi per sboccare la situazione? Ti abbraccio calorosamente. Grazie d’esistere.”

"Amare non significa trovare la perfezione, ma perdonare terribili difetti. Rosamunde Pilcher"

Intanto ringrazio io le tante lettrici che mi salutano nello stesso modo: “grazie di esistere”. Ovviamente sono lusingata da tanto entusiasmo, che suona anche un po’ ironico e divertente (questo mi piace). Credo che voi usiate questa espressione –  “grazie di esistere” – perché in quello che scrivo e dico qui sul blog, attraverso i miei percorsi per te e attraverso il coaching individuale, voi trovate “risonanza” e comprensione a quello che sentite e che provate e, lo so, questa risonanza e questa comprensione non sono molto facili da rintracciare altrove. Ma solo perché non vi è una reale preparazione ed “educazione” in tal senso, nel nostrio mondo. Il fatto è che molti dei problemi di coppia o dei problemi sentimentali delle lettrici di questo blog sono molto diffusi, hanno valide ragioni ed è giusto che trovino attenzione e comprensione. Siccome le lettrici qui trovano “comprensione” a quel che provano arrivano a farmi ringraziamenti  “cosmici” e “comici” come “grazie di esistere”.

Essere infelice: un’importante consapevolezza

Quello che sto dicendo è che non ci deve essere vergogna per la propria sofferenza, per i propri dubbi, per le proprie incertezze.  Perché sofferenza dubbi e incertezze fanno parte della vita e dell’essere persone umane e non ci si può vergognare dell’essere vivi e di essere umani. Certo, l’autoprotezione e la riservatezza sono utili. La vergogna non è utile e nasce da premesse che non sono utili, ma sono controproducenti.

Perché ho fatto questa premessa? Perché ho trovato il messaggio di Elena estremamente garbato, quasi sommesso e addirittura timoroso. Qual è la mia interpretazione di questo atteggiamento? E’ che la paura di Elena non sia tanto quella di essere infelice (questo pare essere secondario per lei), quanto quella di dire e ammettere di essere infelice. Come se il fatto di essere in coppia e di avere un fidanzato che ti vuole sposare sia una di quelle condizioni che non si discutono e che, nel caso remoto si dovessero mettere in discussione, creano ansia e, soprattutto, confusione. “Ma come? Sono fidanzata con un uomo che mi vuole sposare e mi sento infelice?”. Questo è il dissidio che nasce tra ciò che si prova (la sensazione di infelicità, che nasce a livello profondo e che viene a galla malgrado i potenti filtri collocati a bloccarla) e ciò che si vuole credere o si è stati convinti a credere, il “senso comune”, che insegna e impone che davanti alla prospettiva di un matrimonio (con un uomo con il quale si è “seriamente impegnate da 4 anni”) non ci si possa proprio permettere di essere infelici.

"Il più bel momento dell’amore è quando ci si illude che duri per sempre; il più brutto, quando ci si accorge che dura da troppo. R.Gervaso"

Sentirsi infelice: una risorsa, non una vergogna

Eppure quella sensazione di essere infelice – come Elena intuisce perfettamente – è un segnale importante, che non va ignorato e, anzi, va preso in considerazione con molto scrupolo. Ed è ovviamente un segnale importante anche il fatto che Elena, indecisa, abbia rinviato il proprio matrimonio. Ma su questo era facile scommettere, non è che non l’avevamo capito.

Quindi, regola numero 1: le tue sensazioni sono importanti, vanno ascoltate. Anche se vanno “contro” il pensiero comune. Lo sai per esempio che io non amo particolarmente i dolci? Cioè, se per assurdo, i dolci scomparissero dalla faccia della terra, io un po’ ci rimarrei male, ma non tanto. Se scomparissero il prosciutto di Parma, le lasagne o i gnocchi alla romana, beh, potrei disperarmi. Eppure, la stragrande maggioranza delle persone si “preoccupa” del fatto che io non vada matta per i piatti dolci in generale, si impressiona e vorrebbe “convertirmi”. Questo perché i miei gusti in tal senso sono “anticonformisti”. In sintesi ti sto dicendo: sì, puoi sentirti infelice (puoi permettertelo) anche se ti hanno regalato una Rolls Royce o se stai con un uomo che ti vuole sposare. Nessuna convenzione sociale o convinzione può decidere per il tuo essere felice o infelice. Provare sensazioni “contro” e “confusive” è una risorsa. Che va utilizzata nella direzione dell’utile per te, la tua felicità.

"Mi stavo abituando a mettere mia moglie sotto un piedistallo. Woody Allen"

Smettere di essere infelice: 3 regole per voltare pagina

Se si legge bene la mail di Elena, ci si accorge anche che lei ha capito molte più cose di sé, della propria infelicità e della propria confusione di quanto voglia ammettere: sa bene che il suo fidanzato ha accumulato una serie di disattenzioni nei suoi confronti e questo la fa sentire arrabbiata (attenzione, la rabbia è un’altra di quelle emozioni che ha un’utilità precisa, come la sensazione di essere infelice: ti fa capire che c’è qualcosa che non gira giusto in quello che stai vivendo).

Avventura o amore vero? Scopri se la relazione che stai vivendo è una storiella temporanea o è destinata a durare nel tempo...

Quindi, regola numero 2: impara a riconoscere gli uomini sbagliati e a leggere i segnali, a non guardare solo alle apparenze. Per esempio un uomo disattento, per lungo tempo e per troppe questioni, non è un uomo che “non capisce”, ma è un uomo che “non vuole capire”, che non vuole “prendersi il disturbo” di “andare verso” la propria compagna, di essere lì per lei. Ti ricordi l’articolo che ho scritto sulle lezioni di amore e di sesso di un monaco buddhista? Essere disattenti nei confronti degli altri per troppo tempo, su troppe cose non ha nulla a che fare con l’amore. Ma proprio niente-niente-niente.

"Alcuni matrimoni finiscono bene, altri durano tutta la vita. Anonimo"

Felicità è non prenderti le scimmie degli altri

Tempo fa ho dedicato un articolo al tema Non prenderti le scimmie degli altri! In quell’articolo parlavo di un fenomeno molto comune (soprattutto tra le donne): quello cioè di prendersi le grane di chi sta vicino, di farsi carico e di soffrire per problemi non propri (che diversamente non toccherebbero minimamente), ma di altri. Ebbene, vuoi la mia impressione? Ma guarda un po’, il fidanzato di Elena, quando lei ha incominciato ad avere incertezze, anche se affetto da troppe disattenzioni, olé, ha accelerato verso il matrimonio. Perché? Perché mi pare proprio che il nostro signore abbia molto bisogno di avere accanto a sé una compagna, probabilmente per motivi di facciata. E quindi non esita a usare la manipolazione. In che modo? Facendo un’offerta che – secondo il sentire comune – una donna non può rifiutare: il matrimonio.

Detto ancora più semplicemente: il matrimonio è un ottimo modo per “blindare” Elena, perché se Elena è già così incerta e confusa da fidanzata, ti immagini, con un peso sovrumano come quello del matrimonio sulle spalle, come può diventare?

Quindi, regola numero 3: non cadere nelle trappole, nelle reti tese per farti capitolare. Di nuovo: scegli di testa tua. E per scegliere di testa tua, devi ascoltare il tuo sentirti felice, il tuo sentirti infelice e le tue profonde aspirazioni. Comincia ora a prestare attenzione a te stessa, subito. Si tratta anche di esercizio e di pratica. Oltre che di concederti l’autorizzazione, il permesso, la possibilità di prestare attenzione a te stessa.

Per il resto, sono io che dico a te: “grazie di esistere”, dato che è proprio con la tua partecipazione, con le tue domande e i tuoi commenti che metti benzina alle idee e alle proposte di soluzioni che trovi qui.

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45 Commenti

  1. Avatar di GoPao

    GoPao 9 anni fa (1 Novembre 2014 23:16)

    Ilaria, grazie per le tue risposte...mi aiuta considerare altri punti di vista!
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  2. Avatar di Chicca

    Chicca 9 anni fa (25 Marzo 2015 17:37)

    Grazie Ilaria vi seguirò con piacere :)
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  3. Avatar di Chicca

    Chicca 9 anni fa (25 Marzo 2015 16:57)

    Ciao è da qualche giorno che vi seguo, faccio i complimenti ad Ilaria in quanto trovo ogni suo articolo molto interessante, leggervi mi sta aiutando a superare diversi ostacoli, finalmente riesco a pormi delle domande sul mio carattere su come si è evoluta in maniera negativa la mia vita e su cosa posso fare per migliorare, visto che ho 46 anni avrei dovuto e potuto pensarci prima, ho sempre dato alle persone a me vicine o a chi ho amato, disponibilità compressione, presenza e amore senza soffocare, ho voluto fare sapere sempre che ci sarei stata, viziando e coccolando. In compenso mi sono ritrovata ad essere troppo spesso uno zerbino, non mi hanno rispettato non solo come donna ma proprio come essere umano, devo dire che effettivamente in quei momenti rari dove mi sono imposta di non dare e di non essere disponibile, ho ottenuto più presenza ed interesse, mi chiedo il perchè, assurdo bisogna essere distanti e calcolatrici per avere considerazione umana, lo trovo molto squallido, nella mia testolina viene automatico dimostrare e gioire per le persone che amo, invece pare che devo rivedere moltissimo.
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  4. Avatar di ilariacardani

    ilariacardani 9 anni fa (25 Marzo 2015 17:12)

    Ciao Chicca, grazie del commento e benvenuta. Da quel che racconti di te posso dirti che sei arrivata nel posto giusto. Mi permetto di dire che, personalmente, non credo affatto che si debba essere distanti e calcolatrici per avere considerazione umana. Continua a seguirci e a leggerci: la lettura del blog può aiutarti a raggiungere un nuova consapevolezza utile per te e per la tua vita e a superare alcune convinzioni che magari al momento di impediscono di considerare la realtà in modo più positivo.
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  5. Avatar di effe

    effe 9 anni fa (30 Giugno 2015 18:16)

    Che dolore sentirsi infelici. Io sono sposata da meno di un anno dopo 8 anni di amore.. ma in qst anno una valanga di delusioni mi hanno distrutta e per quanto abbia deciso di mettere da parte il passato (dolorosissimo) e sto cercando di recuperare con lui sono molto triste e infelice. Non so se è un momento non so se passará so solo che sono molto stanca e stufa. Perché amo tanto questo uomo se non mi rende più felice ? Ciao F.
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (1 Luglio 2015 0:31)

      @ Effe, la risposta usuale sarebbe: "non è un uomo che ti deve rendere felice". Ma credo che ci sia molto di più e di peggio, tipo che costui si sta impegnando per renderti infelice. E l'amarlo "tanto" fa parte dello schema...
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    • Avatar di effe

      effe 9 anni fa (1 Luglio 2015 9:01)

      Cara Ilaria. . Non cerco la felicità in un uomo, ma l'amore la condivisione e la costruzione di una famiglia sono uno strumento speciale per chi come me, sogna e desidera una vita basata su questi valori. Purtroppo lui si è impegnato in passato"senza rendersene conto" a detta sua. . A fare grossi danni .. psicologici e fisici dai quali cerco di uscire. Lo amo non perché sono una "drogata" ma con onestà e rispetto Siamo cresciuti insieme progettando e costruendo. Lo conosco molo bene e lo sento dentro di me come un pugno. Sono sempre stata molto felice con lui ora vedo nero. Che tristezza. .?
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 9 anni fa (1 Luglio 2015 12:05)

      @ effe: direi che l'onestà e il rispetto li devi usare verso te stessa. E' un bel "personaggino" questo simpatico uomo che ti rende infelice e che fa danni psicologici e fisici. Che vuoi, le nostre istituzioni se ne impipano dei danni psicologici, ma per i danni fisici il "personaggino" andrebbe denunciato e punito, "poverino". Questa è la vera verità. Ami un delinquente e come da copione metti le mani avanti raccontando (a te stessa) che non sei una drogata. Davvero, hai tanto bisogno di onestà e rispetto, ma verso di te.
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    • Avatar di Rosa

      Rosa 9 anni fa (1 Luglio 2015 12:10)

      @ Effe Ciao Effe, dalle tue parole si evince una confusione assurda. Dici di amare molto quest'uomo, che lo conosci benissimo, ma che al tempo stesso ti logora, come un pugno nello stomaco. Tra l'altro dici anche che il signore ha contribuito fortemente a crearti dei danni psicologici e fisici. Mi sorge spontaneo chiederti: ma cosa è cambiato in meno di anno, da condurti ad una situazione così disastrosa? E soprattutto: cosa ti ha spinto a sposare quest'uomo? Non vorrei entrare in merito di questioni personali ed intime, ma credimi sembra davvero una situazione surreale.
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  6. Avatar di Mimmi

    Mimmi 7 anni fa (10 Gennaio 2017 0:46)

    Buonasera a tutti. Questo articolo mi rispecchia moltissimo . Anche io ,come Elena , mi ritrovo confusa in un rapporto che dura ormai da tanti anni . La mia confusione nasce da circa tre anni durante i quali il mio compagno per periodi più o meno lunghi non mi sfiora neppure. L ultimo periodo ormai dura da circa un anno, e al confronto con me lui ribadisce che la colpa è di un forte stress correlato al lavoro e a problemi familiari e che io non ho assolutamente colpa. Dopo sei mesi di tentativi da parte mia e ai continui rifiuti , talvolta anche in modo sgradevole , ho rinunciato . A dire il vero ad un certo punto ho messo pure una pietra sopra e ho provato a vivere un rapporto comunque d affetto e di amicizia. Ma dentro provo un senso di disagio e mi sento arrabbiata e offesa , tanto è che di recente ho cercato di nuovo un confronto facendogli capire che così non si può andare avanti. Così ora lui cerca in maniera molto timida (?) di avere un approccio, però ora ho paura di soffrire , di un nuovo rifiuto e vedo la cosa non sincera come se la paura di perdermi da parte sua lo obbligasse a fare qualcosa con me che lui in realtà non desidera. Sono molto confusa , sento che c é qualcosa che non va come un vaso rotto e incollato male e da una parte vorrei che il vaso si rompesse del tutto e dall'altra ho anche il timore che la paura di soffrire renda distorto il mio sentimento. Scusate lo sfogo , ma non so davvero con chi parlarne. M.
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  7. Avatar di Emma

    Emma 7 anni fa (25 Giugno 2017 23:12)

    Non credo sia così semplice capire perché e se si è infelici nella relazione perché ci sono tantissime variabili da considerare... io per esempio in questo momento non son contenta della mia relazione e mi chiedo se sto con la persona giusta per alcune risposte che a parer mio son importanti, eppure fino a ieri ero sicura di esser con il ragazzo/uomo giusto! Entrambi vorremmo convivere ma non ne abbiamo la possibilità per via degli studi.. eppure la sua risposta è stata:"prima voglio togliermi qualche sfizio tipo la moto" . A questo punto credo che abbiamo priorità differenti! Mi ha confuso parecchio anche il fatto di non aver mai timore di perdermi
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    • Avatar di Anna

      Anna 7 anni fa (26 Giugno 2017 12:45)

      Tornassi indietro, pure io penserei alla moto. Le sole cose che non rimpiango del passato sono quelle che ho fatto per realizzare dei sogni... tu non ne hai? La convivenza è un inizio, non un coronamento.
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    • Avatar di max

      max 7 anni fa (26 Giugno 2017 13:27)

      se gli dai razionalmente l' aut aut "o me o la moto" quasi sicuramente sceglierà la moto...se vuole convivere con te, ma state ancora studiando, e non ne avete ancora la possibilità economica, che problema c'è, che fretta c'è?
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  8. Avatar di eliza

    eliza 7 anni fa (20 Luglio 2017 12:46)

    Grazie Ilaria per questo articolo. Purtroppo mi ci rispecchio: da più di 3anni sono in una relazione che mi fa soffrire, ma non ci sono cause apparenti ed anzi a volte (direi sempre) penso di essere io quella pazza/stressata. Non mi sento ascoltata a livello profondo quando gli parlo dei miei problemi, certo ha le orecchie per ascoltare, ma le sue risposte sono sempre superficiali. E purtroppo abbiamo interessi diversi, lui non si interessa alla lettura, sembrerò cattiva ma in verità non si interessa a nulla in particolare. Così ho smesso di condividere per es. i nuovi argomenti che studio all'università e che mi entusiasmano (ho ripreso gli studi da un anno,sono negli -enta). Ma anche parlare di cose più quotidiane mi andrebbe benissimo, invece non ci riesco più, mentre prima adoravo discutere e imparare cose nuove. Non è facile convivere con l'incertezza del futuro: senza un lavoro, amici pochi, e se chiudessi questa storia anche senza un fidanzato, che fine farò? So che questo post risulterà penoso, non pensavo sarei arrivata a scrivere queste cose, invece eccomi qui. Grazie
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  9. Avatar di Cecilia

    Cecilia 4 anni fa (17 Agosto 2020 23:19)

    Ciao Ilaria, sono infelice e arrabbiata. Tendo a prendermi le scimmie anche del pizzicarono che vende prosciutto sotto casa, sono empatica e sensibile e purtroppo non rientro in quella categoria di persone “empatiche e sensibili” che riescono a fare di queste caratteristiche un pregio. Al contrario. Sono la discarica emotiva della mia famiglia di origine, che incessantemente mi mette su un piedistallo per buttarmi giù nel fango qualora non osassi aderire alle aspettative. Ho scelto un compagno narcisista (che strano!) con il quale ho una figlia di sette anni. Ci siamo separati per mia volontà (anzi, a dirla tutta sono scappata...) dopo quattro anni di relazione disastrosa, per altri tre anni siamo stati separati e, complice il fatto che per l’affido congiunto di nostra figlia abbiamo avuto modo di continuare a vederci, ho iniziato a percepire un cambiamento nel mio ex compagno, fino a decidere di tornare nuovamente insieme. Nostra figlia molto felice, tutta la famiglia di origine molto felice, persino lui sembra felice. Ah già! Dimenticavo: io non sono felice. Non sono felice perché sto iniziando ad intravedere i margini della mia ferita emotiva, per cui ho l’autostima del tappetino del bagno umido e puzzolente, mai lavato e steso, ma calpestato e mollato in un angolo fino a nuova disposizione. Apparentemente sembro una persona solida e determinata, una che “non ha bisogno di chiedere MAI aiuto”. In realtà sono profondamente infelice e arrabbiata, fondamentalmente con me stessa per aver permesso a chi mi circonda di avere questo potere immenso su di me. Mi rendo conto che il mio compagno da “disastroso” è diventato “mediocre”: un leggero miglioramento c’è stato (beh adesso lavora anziché dormire fino alle 11 di mattina e non esce più la sera con il telefono staccato - sono grosse conquiste...) tuttavia penso che sia una persona diametralmente opposta a me, incapace di sentimento autentico e profondamente ferito, almeno tanto quanto me. Il problema è che io non mi sento rispettata e che sento il peso di molte responsabilità che vorrei fossero equamente ripartite. E invece è “colpa” mia per qualsiasi inezia, e il bello è che anche se razionalmente io so di non essere responsabile, per la mia ansia di controllo mi faccio carico di troppo, di scarti emotivi che nulla hanno a che fare con me. Inutile pensare di separarmi di nuovo. Non incontrerei il sostegno di nessuno. Eppure l’idea di andare avanti così mi fa venire la claustrofobia, sono depressa e la reazione che rilevo attorno a me è di preoccupazione rispetto alla riduzione della mia performance. Penso spesso al suicidio come idea consolatoria, perché così sto male e non vedo via d’uscita. Poi penso a mia figlia e al tradimento del patto d’amore che c’è tra me e lei: non potrei mai abbandonarla e distruggere la sua capacità di abbandonarsi alla fiducia e all’amore. Ma di amore qua ce n’è poco, e io ne sento il bisogno, mi manca di essere amata come se mi mancasse il respiro. E non vedo soluzione. Grazie per aver accolto il mio sfogo. C
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    • Avatar di Ilaria Cardani

      Ilaria Cardani 4 anni fa (17 Agosto 2020 23:46)

      Cara la mia Cecilia, sei l'ennesima donna intelligente, arguta, istruita, magari colta e probabilmente attraente che capita nell'orbita di questo blog. Che devo fare? Darti il benvenuto con i palloncini colorati rosa fucsia e le trombette con stelline e pois? Non è il caso... Qui però, soprattutto dalle prime della classe come te, preferirei non ci fossero sfoghi, semmai richieste fattive di aiuto e di collaborazione. Sai tutto, il tuo commento è un compito in classe quasi perfetto, con alcuni errori però da doppia riga in matita blu (sai appartengo alle ultime propaggini delle generazioni nelle quali l'insegnante di lettere aveva la matita, rossa e blu, faceva segni sui compiti in classe scritti su foglio protocollo e dava votacci e lo studente incassava e tutto questo era considerato buono e giusto e normale. Lasciamo stare la questione dell'insegnante di fisica e matematica, così empatica che le mancava soltanto la parola... Ora, che vuoi, senza retorica, chiudono le scuole e aprono le discoteche e infatti i risultati li vediamo bene) Separarti? Puoi farlo benissimo. Suicidarti? Sai bene che non si fanno queste cose e sei abbastanza sul pezzo per sapere che non si scrivono e non si dicono a vanvera, anche perché coinvolgono in qualche modo la responsabilità di chi legge e ascolta. Non è bello. Non è elegante. Non è corretto. Dài, non farmiti spiegare queste cose. Ti consiglierei di non usare tua figlia come scusa per atti vari di vigliaccheria o non vigliaccheria e nemmeno direi la tua famiglia, che sicuramente (la tua famiglia) non gioca pulitissimo. Guardati allo specchio e trova in quello che vedi un valida ragione per operare con saggezza e sapienza e fare la cosa giusta. Ti sono vicina, so quello che provi molto di più di quanto tu possa immaginare, tifo per te a prescindere e so che tu sai qual è la strada da imboccare, con la fatica e il coraggio che hai e che ti possono restituire dignità e felicità con gli interessi. Procedi nella direzione giusta.
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    • Avatar di Vic

      Vic 4 anni fa (18 Agosto 2020 18:51)

      Ciao Cecilia, io ti consiglio questo: sradica dalla tua mente la convinzione che per separarti avresti bisogno del sostegno dei tuoi familiari o di chiunque altro. Non è vero. L'hai già fatto, puoi farlo ancora. Peggio che andare incontro ad un futuro incerto e faticoso c'è il restare impantanati in un presente infernale. Non è l'uomo giusto per te, resterà comunque il padre di tua figlia. Se sei indipendente economicamente, prendi il coraggio fra le mani e agisci. Se non lo sei, fai di tutto per diventarlo. Ma comunque fallo, e salvati.
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  10. Avatar di emily

    emily 3 anni fa (3 Gennaio 2021 16:55)

    Salve, ho davvero bisogno di un confronto. Sto cercando di capire perchè mi sento insoddisfatta della mia relazione che dura da più di un anno... mi sembra un po' stupida come premessa... il mio ragazzo è dolcissimo, mi riempie di attenzioni è molto attento nei miei confronti, non litighiamo mai e se c'è qualche problema ne discutiamo insieme io che piango come una fontana (perche sono una persona instabile che dovrebbe proprio andare da uno psicologo se non da un esorcista ma che non ha i soldi ne per l'uno ne per l'altro)e lui sta li che mi ascolta e mi rassicura come un angelo, a me questa cosa da fastidio e non capisco per quale ragione dovrebbe infastidirmi il suo restare sempre calmo sereno e ottimista, è praticamente perfetto, il ragazzo dei miei sogni, e allora perchè sono così confusa su quello che provo per lui? perchè non capisco e non mi decido.... la mia paura è che essendo una persona molto isolata (non ho amici fidati, solo qualche conoscente) io stia con lui per "convenienza"? mi fa venire il vomito solo a pensarci. vorrei essere sicura di amarlo come merita, molto spesso mi ritrovo a fare troppo per lui e ad accorgermene solo alla fine. mi sento una schifezza, mi sembra di autoconvincermi, però allo stesso tempo ci tengo tantissimo a lui, ma questo dubbio sul tenerci veramente meno, tenerci perchè sono sola come un cane o tenerci perchè lui è una persona meravigliosa? tengo a lui più come amico che come fidanzato? ho avuto diversi ragazzi e non credo di essere mai riuscita ad arrivare all'amore maturo, esaurito l'innamoramento provavo solo noia e insoddisfazione... mi chiedo se sia il caso di rimanere da sola e basta, per sempre, così sento di ingannare e deludere sia lui che io, ma non ce la faccio... perchè allo stesso tempo ho il dubbio atroce di sbagliare ad allontanarlo, che o solo paura di accettare di essere amata nel modo giusto. lui è talmente comprensivo, buono e ottimista al punto da raggiungere lo spettro emotivo di un cane e io sono cupa ed estremamente emotiva che non mi sento capita veramente. io amo il suo essere ottimista, capisco che mi fa bene e mi fa vivere le cose con leggerezza, lo ammiro per il suo essere sempre gentile e presente, ma la verità è che mi spaventa a morte perchè non ho la certezza che sia vero... ho paura di non riuscire a capire quello che pensa veramente eppure sembra così genuino, ma io non riesco a fidarmi più di nessuno da parecchio tempo.... e probabilmente questo lunghissimo monologo è l'ennesimo raptus emotivo confuso di una persona che ha capito che dovrebbe lasciarlo eppure c'è qualcosa che non me lo fa fare e la paura più grande è ce sia qualcosa di egoistico che non abbia a che fare con l'amore. mi sento una vera melma opportunista. non capisco o non voglio capire i miei sentimenti...
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    • Avatar di Fabio

      Fabio 3 anni fa (3 Gennaio 2021 21:28)

      Ciao Emily, mi pare che tu non sia innamorata di questo ragazzo, ti piace ma non abbastanza, non vedo il trasporto, l'infatuazione, il sesso; mi pare di capire che ti preoccupi più del fatto di restare sola per un po' piuttosto di preoccuparti di perdere tempo inutilmente con una persona che non è ciò che cerchi. Un rapporto oltre ad avere rispetto e cura reciproca ha bisogno di passione, se non c'è, il tutto diventa una grande amicizia, vedi tu se ti può bastare. Fabio
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    • Avatar di Silvia

      Silvia 3 anni fa (3 Gennaio 2021 22:17)

      Ciao Emily, una storia sicura, sorniona o insoddisfacente può non mostrare grandi asperità. Da come la descrivi, sempre tutto perfetto. Lui è presente, premuroso e ti fa da spalla non avendo (a tuo dire) altri punti di riferimento. Si tratta però di dare ascolto a te stessa e alla tue esigenze profonde. Ti descrivi come diffidente verso gli altri e con pochi amici, e un'altra cosa che spicca è la durezza che usi nei tuoi confronti. Cosa vuoi tu, per prima, in questo momento da una relazione? Nel tuo intimo, ti senti di volere una relazione, o quella che hai ora? Sei sicura che non ci siano piccole incompatibilità o diversità di visioni, che magari ti creano insoddisfazione o logorii sotterranei? Sono domande per capire meglio il contesto.
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  11. Avatar di Emily

    Emily 3 anni fa (3 Gennaio 2021 22:46)

    In realtà a me le relazioni fanno una paura enorme... Non capisco come una persona possa amarmi. Cosa che gli chiedo spesso, perche mai una persona come lui dovrebbe amare me... Ed è più forte di me io non lo capisco ... Io cosa voglio... Vorrei sentirmi felice tutto qui. Vorrei sentirmi più sicura di me e padrona di me... Invece è un po' vhe ho tipreso a detestarmi... Forse adesso non ho testa per stare in una relazione non so... Syo affrontando tanti cambiamenti che. Mi terrorizzano.. Ma questo nom significa che io non ami il mio ragazzo, lo desideto tantissimo nella mia vita... Sento che è bello stare insieme. Io non credo che la passione sia una cosa da per sempre... Non lo so proprio... Mi sento molto confusa
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  12. Avatar di Ely

    Ely 2 anni fa (8 Gennaio 2022 9:29)

    Io non sono infelice, ma neppure felice. Mi sento in un limbo. La relazione dura da nove anni, fino a poco tempo fa con importanti problemi, che al momento sono in fase di risoluzione. Alcune soluzioni però da parte sua verranno messe in atto solo se decideremo di fare il passo della convivenza. E io non so cosa fare. Il rapporto va meglio, abbiamo qualche momento no, ma come tutti, per la maggior parte del tempo siamo in sintonia. Sta però diventando pesante gestire il tutto tra figli e lavoro e questo la convivenza lo risolverebbe. Però ho paura, paura di convivere e poi non vada bene. Paura di trovarmi come in passato con promesse e premesse disattese. Anche perché nella convivenza ci finiscono anche i miei figli. Ci sono ancora cose da sistemare e cose che non so come mettere a posto. Banalmente anche solo il fatto che non riusciamo a dormire insieme, uno dei due fa la notte insonne (se non tutti e due) per un motivo o per l'altro ( caldo, russamento, ecc..) sembrano motivi banali, ma poi dopo un po' ci ritroviamo nervosi e irritabili e ci serve una pausa, qualche sera ognuno a casa sua. Come si fa ad andare a vivere insieme se poi abbiamo bisogno di stare da soli? Non riesco a capire cosa fare, non riesco a decidere e inizio a mettere in dubbio la profondità del sentimento
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